Morìa di pesci nel fiume Sacco
CECCANO
Ci vorranno una decina di giorni per conoscere le cause dell’ennesima moria di pesci registrata ieri mattina a Ceccano. L’odore nauseante di pesce andato a male ha iniziato a diffondersi lungo la parte bassa della città già nella serata di lunedì quando alcune segnalazioni di pesci morti sono arrivate ai centralini della polizia locale e dei carabinieri. Soltanto ieri mattina, però, è arrivata la conferma della strage ittica. Centinaia di carcasse di diverse specie e grandezze che galleggiavano sul filo dell’acqua. Questa la scena che si sono trovati davanti gli agenti della polizia locale e i due tecnici dell’Arpa che intorno all’ora di pranzo hanno proceduto alle campionature da analizzare. Le analisi e il recupero delle carcasse sono stati effettuati nella zona della passerella pedonale davanti al santuario di Santa Maria a Fiume, sotto gli occhi di molti cittadini. È quello, infatti, il punto dove si sono concentrate le quantità maggiori di pesci morti arrivate, chiaramente, dalla zona a monte. Lo stesso percorso che l’inverno scorso interessò il fenomeno della schiuma. Per conoscere l’esito degli accertamenti servono una decina di giorni. Le cause della moria possono essere naturali o esterne, legate alla qualità dell’acqua e quindi all’inquinamento. Il pensiero di tanti, anche se non c’è alcun tipo di riscontro, va all’incendio che domenica ha interessato il deposito di rifiuti della Mecoris, nella la zona intorno all’aeroporto di Frosinone. Mentre l’ordinanza di chiusura delle scuole, degli enti pubblici e delle aziende private emessa dal sindaco di Frosinone è stata revocata, resta in vigore la sospensione (entro il 2 km da via delle Centurie), fino al 9 luglio, della raccolta e del consumo di frutta e ortaggi, dell’attingimento idrico a fini alimentari da vasche e pozzi non protetti, il divieto di pascolo. Un provvedimento che, vista la vicinanza con il territorio di Ceccano, potrebbe riguardare anche i territori confinanti con quello del capoluogo. Anche se per ora, l’Arpa ha fatto sapere che i valori delle diossine sono nei limiti. Maria Laura Lauretti
Fca, i parlamentari snobbano la crisi: tutti assenti a Cassino
`Disertata la Consulta convocata per approvare un documento da inviare al ministro Di Maio.
Pompeo: «Così non si fa squadra»
Parlamentari, consiglieri regionali e diversi sindaci assenti ieri pomeriggio alla Consulta dei comuni del cassinate che doveva approvare un documento da inviare al ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio sulla vicenda dello stabilimento di Fiat Chrysler di Cassino. Il presidente della Consulta, Enzo Salera, li aveva convocati tutti per ieri in Comune a Cassino ma all’appello non c’erano (foto a destra). E il sindaco di Aquino Libero Mazaroppi ha criticato aspramente tali assenze: «Su un problema così importante la Consulta viene snobbata, non ci sono i rappresentanti del Parlamento e né della Regione. E’ un fatto grave. La disoccupazione aumenta e davanti alla mia porta di sindaco venti ragazzi sono venuti a chiedermi ieri il lavoro». Tali assenze sono state stigmatizzate anche dai sindacati, Uilm, Fiom e Fim Cisl. In vista della riunione della Consulta il presidente della provincia Antonio Pompeo ieri aveva lanciato un appello ai parlamentari: «Non lasciate da soli gli amministratori a fronteggiare le difficoltà». Un appello caduto nel vuoto. Osserva Pompeo: «Se però non si fa squadra, se i vertici non recepiscono quali sono le istanze che arrivano dai territori, alla lunga si rischia il cortocircuito. Non si può andare avanti a colpi di propaganda e di annunci. Siamo di fronte ad un bivio: o ci si accorge che esistono i problemi reali delle persone e delle imprese, o salta il banco». Francesco Giangrande (Uilm) ha fatto rilevare che anche l’iniziativa del presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini di convocare per il 2 luglio solamente i sindacati per discutere su Fca «non ha senso, e la Consulta?». Il sindaco, però, si è messo in contatto con Buschini ed il caso è stato risolto. All’incontro del 2 luglio andrà anche una delegazione di sindaci guidata da Salera. Ci saranno i colleghi di Piedimonte, Aquino, Villa Santa Lucia e Pignataro. Giangrande ha sostenuto la necessità di far estendere l’area di crisi complessa da Anagni-Ceprano fino al Cassinate a sostegno delle aziende dell’indotto. E Davide Papa, presidente di Unindustria Cassino, ha posto un quesito ai sindaci: «Il piano industriale è fino al 2022. E poi?» Secondo l’imprenditore dell’auto a Cassino si potrebbe produrre non solo il suvMaserati di medie dimensioni ma anche un altro modello. Tutti in versione ibrida. Ma non si conoscono i tempi. Intanto oggi il sindaco invierà il documento per richiedere un incontro urgente con il ministro DiMaio. Domenico Tortolano
Vertice mancato, disoccupati sul piede di guerra
I disoccupati ciociari che hanno ottenuto la proroga della mobilità in deroga per il 2019 grazie al riconoscimento della provincia di Frosinone come Area di Crisi Industriale Complessa, nuovamente sul piede di guerra. Stavolta a scatenare la protesta è stata la mancata convocazione alla Regione Lazio del tavolo regionale sulle politiche attive, ovvero i progetti per provare a ridare un lavoro ai 1600 ex lavoratori che sono rientrati nella misura della mobilità. Il tavolo era previsto entro la metà di giugno ed era aperto a politici, imprenditori, parti sociali e doveva prevedere un percorso per avviare tirocini formativi nelle aziende per almeno sei mesi per i disoccupati under 58 e progetti di pubblica utilità negli Enti Pubblici per gli over 58. Misure importanti sia per provare a creare lavoro per i più giovani, sia per avvicinare i più anziani alla pensione. La Regione Lazio ha ricevuto dal Governo 26 dei 117 milioni di euro totali riservati alle mobilità in deroga per il 2019 su 18 Aree di Crisi Industriale Complessa presenti in undici regioni italiane. Una somma che secondo i calcoli dei sindacati e dei disoccupati potrebbe coprire i 1600 ciociari aventi diritto fino a novembre 2019. Poi servirebbero altri 5-6 milioni di euro per arrivare alla scadenza del 2 gennaio 2020 ed avere quindi la possibilità di agganciare la proroga per il prossimo anno. Ma la convocazione del tavolo regionale non è avvenuta. Per questo i disoccupati ciociari riuniti nel Comitato Vertenza Frusinate tornano sul piede di guerra. Fissata per il 3 luglio dalle ore 15,30 una nuova assemblea pubblica in Provincia con la minaccia di proteste forti, eclatanti. LE ALTRE VERTENZE Nel frattempo sono giorni importanti per il futuro dell’Ilva di Patrica per la quale è arrivata nei tempi stabiliti l’offerta vincolante di acquisto da parte della Demi Engeenering, società italiana che punterebbe ad investire in vari campi tra i quali quello aeronautico. L’offerta vincolante è sul tavolo del Mise e del notaio incaricato che entro il 30 giugno dovrà dare una riposta. In caso di esito positivo si passerebbe al bando per la vendita. Anche per la Biomedica Foscama di Ferentino sono giorni importanti. I 100 lavoratori sono in cigs fino a novembre ma rischiano il licenziamento entro il 1° agosto in quanto una società farmaceutica operante nel Lazio ha manifestato interesse all’acquisto del sito. Il curatore fallimentare potrebbe decidere di licenziare per avviare il bando di vendita. Infine la crisi alla FCA si è già fatta sentire per l’indotto in particolare per la Valeo di Ferentino dove i 100 lavoratori sono stati messi in contratti di solidarietà. Emiliano Papillo