Progetto grande capoluogo, FI: «Subito Consiglio aperto ai sindaci»
«Credo siano maturi i tempi, affinchè il Consiglio Comunale si riappropri della propria centralità, per iniziare una discussione ed un confronto su grandi temi di particolare rilevanza ed importanza per la città, iniziando dal dibattito per Frosinone grande capoluogo. Penso ad un Consiglio comunale straordinario, il più ampio e partecipato possibile, a cominciare ovviamente dai Sindaci coinvolti nel progetto, quali quelli di Alatri, Ceccano, Ferentino, Patrica Supino, Torrice e Veroli. Penso al coinvolgimento di Unindustria chiaramente e del suo Presidente Turriziani, che questo progetto ha promosso da tempo». A lanciare il sasso nello stagno del silenzio è il capogruppo consiliare di Forza Italia, Danilo Magliocchetti. A oltre sei mesi dal lancio del progetto da parte di Unindustria, infatti, non si sono avute risposte certe dai Comuni (tranne qualcuno), ma non da parte di quelli, come Frosinone e Ferentino, che dovrebbero rappresentare il fulcro di questo progetto. L’APPELLO Ora Magliochetti ci prova: «Quella della Unione dei Comuni per Frosinone grande Capoluogo costituirebbe una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo per il territorio. Gli 8 Comuni interessati dal progetto, con a capo Frosinone, infatti, avrebbero la possibilità di realizzare una crescita di competitività in termini di offerta congiunta e sinergica di servizi, in questo particolare momento socio economico, assolutamente necessaria. Senza contare l’opportunità per Frosinone di realizzarsi come grande Capoluogo, come in effetti merita, non solo per estensione territoriale, ma anche come approccio alla risoluzione di determinate problematiche, su tutte quella ambientale, che ha bisogno del coinvolgimento necessario e strutturato degli altri Comuni vicini, se veramente si vuole tentare di risolvere il tema dell’inquinamento atmosferico». Magliocchetti quindi conclude: «La strategicità di Frosinone, anche dal punto di vista degli appuntamenti estivi, la stiamo vivendo proprio in questi giorni, con gli eventi al Parco delMatusa, che registrano partecipazioni straordinarie ogni sera, anche dai Comuni vicini. Il consiglio comunale straordinario, quindi, sarebbe la migliore sede possibile per aprire, finalmente, un confronto serio, svincolato da logiche di appartenenza».
Crisi Fca e timori, pressing doppio su azienda e Mise
Ieri il vertice in Regione con i sindaci e sindacati: sarà chiesta una convovazione urgente al Governo
Blocco dell’ecotassa, nuova area di crisi complessa e revisione degli ammortizzatori sociali. Queste le iniziative della regione Lazio per frenare l’avanzare pericoloso della crisi Fca nel basso Lazio e in particolare nel cassinate. I lavoratori del gruppo automobilistico da gennaio scorso, per la riduzione della produzione a seguito del calo delle vendite, stanno lavorando meno di due settimane al mese con un drastico taglio delle buste paga. Tra le cause l’introduzione dell’ecotassa da parte del governo e il ritardo di Fca per i motori ibridi ed elettrici. E a risentirne in particolare è lo stabilimento di Cassino dove l’Alfa Romeo produce Giulietta, Giulia e Suv Stelvio. L’ALLARME E quindi l’allarme dei sindaci del cassinate e dei sindacati che si sono rivolti alla regione. E oggi in Consiglio regionale sarà presentata una risoluzione che affianca la richiesta dei sindaci per la convocazione al ministero dello sviluppo economico, alla presenza di Fca, per capire le intenzioni di investimento dell’azienda e l’applicazione del piano industriale. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini al termine del tavolo alla Pisana con i sindacati e i sindaci del territorio dello stabilimento Fca. Al tavolo hanno preso parte i sindaci di Cassino Enzo Salera con il consigliere Franco Evangelista, di Piedimonte Gioacchino Ferdinandi, di Villa S. Lucia Antonio Iannarelli, di Aquino Libero Mazaroppi e di Pignataro Benedetto Murro. E i segretari di Cgil, Fiom, Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl. I COMMENTI «Il tavolo è andato molto bene – ha detto Buschini – è stato un confronto durato circa due ore con i sindacati, i sindaci della Consulta del Basso Lazio guidata dal presidente, il sindaco di Cassino Enzo Salera. Presente anche l’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino. C’è grande preoccupazione sul territorio, e alcuni argomenti li affronteremo nella risoluzione, dall’istituzione di una nuova area di crisi complessa fino agli ammortizzatori sociali che sono un elemento di preoccupazione per il sindacato». Buschini ha anche detto che verrà chiesto al governo di fare marcia indietro sull’ecotassa, mentre la regione provvederà al rifinanziamento della legge 46 che finanzia anche l’indotto della Fca. Per Buschini «la Regione vuole raccogliere la preoccupazione che arriva dal territorio. Il Cassinate si regge almeno per il 70 per cento su Fca. Il mercato delle immatricolazioni da giugno dello scorso anno a giugno di quest’anno è calato dell’11%». Su richiesta dei sindaci Buschini sarebbe disponibile a convocare in prima persona l’azienda qualora il Mise non rispondesse alla richiesta di un incontro. Per il segretario di Fim Cisl Fabio Bernardini: «Occorre che gli investimenti previsti si realizzino nel più breve tempo possibile per ridare un futuro e una concreta prospettiva di ripresa al mondo Fca e a tutto l’indotto collegato e occorrono certezze, tempi e modalità definite con chiarezza». Il segretario provinciale di Ugl Enzo Valente ritiene positiva l’iniziativa di Buschini di dare voce alle istanze della consulta dei sindaci del cassinate e delle organizzazioni sindacali e ascoltare le difficoltà dello stabilimento Fca. Conclude:«Chiediamo che la stessa sinergia e unità d’intenti dimostrata da istituzioni e sindacati per la zona nord della Provincia venga applicata anche per il cassinate affinché si possano governare i processi e tutelare i lavoratori in questo difficile momento». Domenico Tortolano
Roma-Cassino, agosto di disagi per i pendolari
Per i pendolari della Roma Cassino si prospetta un agosto bollente. A preoccupare le migliaia di persone che, ogni giorno, dalle province di Roma e Frosinone raggiungono il posto di lavoro utilizzando la linea ferroviaria FL6 è la chiusura per lavori, da sabato 3 agosto a domenica 1 settembre, della tratta compresa tra Ciampino e Colleferro. Rfi (Rete ferroviaria italiana) informa che la sospensione è necessaria “per realizzare la prima fase dell’adeguamento della linea, per consentire il transito dei nuovi treni merci High Cube, sull’itinerario Scandinavia – Mediterraneo via Cassino e per il Sud Italia”. “Saranno aumentate – precisa Rfi – le dimensioni delle gallerie Colonna, Olmata e Docciarello, rinnovati otto chilometri di binari fra Valmontone e Colleferro, adeguati alcuni cavalcavia ed eseguiti lavori di mitigazione del rischio idrogeologico. Ai lavori di tipo civile si accompagneranno attività di rinnovo dei binari e di potenziamento degli apparati tecnologici”. Un intervento complessivo da circa 14 milioni di euro che l’azienda si impegna a completare in un mese grazie all’impiego di ben 300 operai. Una notizia che, però, getta nel panico migliaia di pendolari consapevoli che il tragitto casa-lavoro si trasformerà in un viaggio della speranza, con tempi di percorrenza di gran lunga maggiori visto che, dal 4 al 14 agosto, sarà chiusa per manutenzione anche la metroA da Anagnina a Termini. Per tutto il mese, infatti, dovranno usufruire del servizio sostitutivo con navette in partenza da Colleferro, Valmontone e Zagarolo ed arrivo a Ciampino (e Roma), senza fermate intermedie. Pesa, come un macigno, l’incognita sui tempi che, considerando la viabilità di accesso verso la Capitale, serviranno per raggiungere Roma nonché per il collegamento tra Colleferro a Ciampino. Per gli utenti provenienti dalle altre stazioni è, invece, previsto il mantenimento degli stessi treni di sempre (con le medesime fermate) con la sola differenza che la corsa si interromperà nelle due stazioni agli estremi del cantiere e, da lì, i passeggeri dovranno scendere e continuare con le navette. Tra gli interrogativi che troveranno risposta soltanto al primo giorno di chiusura della tratta, quello sul numero effettivo delle navette che verranno impiegate: secondo Rfi verrà garantito il dimensionamento del treno a pieno carico, ma sembra difficile immaginare (anche in termini di spazi) 22 bus sostitutivi attestati a Colleferro e Ciampino per ogni corsa. Massimo Sbardella