Pigliacelli: «Il turismo soffre? Troppe le occasioni perdute»
Piccoli tesori sparsi sul territorio, a macchia di leopardo. La Ciociaria è ricca di testimonianze antiche (come le mura ciclopiche di Alatri), di prelibatezze (le salsicce di Castro come i formaggi di Picinisco) ma soprattutto di fede (dalla scala Santa di Veroli alle abbazie di Montecassino, Casamari e Trisulti). Ma ogni territorio gestisce (e male) i suoi tesori turistici. Per cui se cerchi un itinerario, o chiedi un calendario delle manifestazioni, resterai deluso. Da qui la sonora bocciatura certificata dai dati di Infocamere, Siae e Istat che hanno relegato la provincia di Frosinone agli ultimi posti in Italia (103esima su 107 province) per offerta turistica. «Il dato – commenta il presidente della Camera di Commercio, Marcello Pigliacelli – è un importante campanello d’allarme su cui riflettere attentamente. E mi spiego: la Ciociaria, per la sua strategica posizione geografica, centrale tra Roma e Napoli, ma soprattutto per la ricchezza di testimonianze storiche, le bellezze paesaggistiche, la cordialità e l’ospitalità del suo popolo, risulta essere una delle mète privilegiate da quei turisti che intendono unire in un’unica vacanza cultura, natura, enogastronomia e benessere del corpo e della mente. Ebbene, la Camera di Commercio, tramite la sua Azienda Speciale ha ideato “Welcome to Frosinone”, una rivista cartacea delle attrazioni più significative della Ciociaria. Sul sito dell’Aspin, poi, basta consultare le pagine de “La Ciociaria Terra dei Cammini” per avere decine di suggerimemti». (…)