Sora – Pronto soccorso, un solo medico per 30 pazienti in fila: proteste
Tre codici rossi, trenta persone in fila ed un solo medico. Pronto soccorso al collasso lunedì pomeriggio al Santissima Trinità di Sora. All’indomani della notizia dello stanziamento da parte della Regione Lazio di 17 milioni di euro per la messa in sicurezza e l’ammodernamento del nosocomio di San Marciano, monta la protesta di tanti cittadini che hanno trascorso ore in fila al pronto soccorso sulla cui porta esterna campeggiava un avviso allarmante: «Oggi c’è un solo medico». Ma per chi è bisognoso di cure ed assistenza quell’avviso non ha significato nulla anzi ha sortito un unico effetto, ossia di rendere ancor più estenuante l’attesa. All’interno del pronto soccorso, come hanno riportato social network tanti cittadini, la situazione era incandescente con personale infermieristico che si faceva in quattro per sopperire alle tantissime richieste di pazienti. Purtroppo, però, tanti sacrifici, professionalità e impegno – pur risultando apprezzati – non sono bastati per garantire l’assistenza necessaria ed evitare che persone anziane e doloranti abbiano dovuto trascorrere ore ed ore su barelle, sedie a rotelle e in sala d’aspetto. E la gente si sfoga: «Ieri come oggi. Viva la sanità nel Lazio», commenta la signora Laura e come lei in tanti puntano il dito contro le scelte aziendali. «Devono potenziare il personale, aumentare il numero degli infermieri e dei medici; realizzare impianti nuovi e mettere in sicurezza l’ospedale è importante ma se poi all’interno non si è in grado di garantire livelli minimi assistenziali questi interventi risultano inutili», commentano altri. Purtroppo non è la prima volta che la situazione del pronto soccorso – dove arrivano utenti da un bacino molto ampio che comprende sia la Valle del Liri che la Valle di Comino e dove davvero ci si fa in quattro ogni giorno – finisce al centro delle polemiche e dell’attenzione dell’opinione pubblica. Purtroppo, però, è altrettanto vero che la questione, pur restando attuale, stenta ad avere una risoluzione. Roberta Pugliesi
Frosinone – Segnaletica stradale, la manutenzione resta ancora al palo
La segnaletica stradale a Frosinone è diventata un lusso. Latina ormai da tempo l’opera di rifacimento di strisce pedonali, delimitazioni di posti auto o di carreggiata, frecce di indicazione. Nel capoluogo ciociaro anche rifare tratti di vernice su strada o sostituire la segnaletica verticale oramai scolorita appare un servizio che non ci si può permettere. Eppure si tratta di sicurezza per pedoni ed automobilisti. Basta farsi un giro in città per comprendere la situazione: dalla zona del campo sportivo (vedi foto) al quartiere Scalo, da via Maria al centro storico le strisce di attraversamento pedonale o sono del tutto scolorite o parzialmente, le aree di parcheggio non sono più chiaramente identificabili, la segnaletica indicante l’obbligo di fermata o di precedenza inesistente. In alcuni punti, come in piazza Libertà, via Firenze o allo Scalo, è così da tempo che non si riverniciano le aree di sosta che addirittura sono ricomparse le vecchie strisce blu (creando una sorta di striscia bicolore) da anni eliminate a favore di una sosta libera. Ciò determina confusione tra gli automobilisti non residenti che si chiedono se la sosta sia omeno a pagamento. (…)
Stranieri allo Scalo, un’immigrata: «Intollerabili certi comportamenti»
«I miei genitori sono arrivati qui dall’Africa e pian piano hanno costruito la loro vita, con tanti sacrifici, quindi figuriamoci se sono contraria all’accoglienza. Anzi, sono favorevolissima. Ma dev’essere gestita, così è insostenibile». La pensa così A.A., 42 anni, una donna di origini etiopi che risiede a Frosinone e ogni giorno si reca a Roma per lavoro. Vive la zona della stazione quotidianamente e non fa mistero di essere esasperata rispetto al comportamento dei richiedenti asilo presenti nella zona dello Scalo. IL RACCONTO «Li vedi occupare la carreggiata mentre passano le circolari – racconta – lasciano per terra i rifiuti e, soprattutto, varie volte vengono sorpresi senza biglietto dai controllori, rifiutandosi però di scendere. Quasi sempre poi quando gli viene chiesto un documento, si scopre che non ne hanno. Per non parlare poi delle risse che ogni tanto scoppiano tra di loro per motivi futili, del problema dello spaccio attorno alla stazione ormai noto, e della poca illuminazione nell’area della banchina e in Piazza Pertini (dove si trova la fermata dei bus)». Tutti elementi che preoccupano molto soprattutto le donne costrette a passare lì anche in orari notturni. La testimonianza di A.A. è doppiamente importante: primo perché viene da chi l’integrazione l’ha ottenuta, secondo perché la stessa ha anche studiato profondamente il terzo mondo. La donna è infatti laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo in storia e religione dell’area islamica e ha un master in peacekeeping e security: «Sono sempre stata di sinistra, lontanissima dalle posizioni della Lega, eppure bisognerebbe avere chiaro qual era il contesto e il ceto sociale di chi facciamo entrare, dobbiamo sapere chi può aver avuto legami con le organizzazioni criminali di quei paesi fa cendo più sui rimpatri, che non sono un male». E per agire sulla situazione della stazione, lei ci dice: «Vogliamo un servizio d’ordine fisso all’interno dei mezzi, siccome le autorità non sempre possono intervenire a causa dei diversi livelli di competenza trattandosi di trasporti». I PROBLEMI SUL BUS I timori della donna sono confermati anche da un dipendente Geaf, che ha chiesto di restare anonimo: «I soggetti senza biglietto e documenti sono all’ordine del giorno – spiega – anche per questo ad esempio gli interventi delle forze dell’ordine rischiano di essere vani. Ma questo ci mette in condizione di imbarazzo quando dovremmo multare cittadini, autoctoni e non, con regolare documentazione; ovviamente mi chiedono perché loro devono essere sanzionati o fatti scendere, quando lo stesso trattamento non viene riservato ai migranti che presumibilmente alloggiano nelle cooperative. La situazione è davvero stressante e non sembra poter migliorare». Giampiero Cinelli
Anagni – Laboratorio analisi, timori sulla chiusura
Scoppia sulla possibile chiusura del laboratorio di analisi l’ennesima polemica a proposito dell’ex ospedale di Anagni. A sollevare il caso era stato qualche giorno fa il consigliere comunale di CasaPound Valeriano Tasca, il quale aveva rivelato l’indiscrezione secondo la quale, a partire dal prossimo mese di ottobre, il laboratorio di analisi dell’ex ospedale dovrebbe cessare il suo servizio. La struttura funzionerebbe solo come punto di prelievo, ma le analisi verrebbero effettuate presso l’ospedale di Frosinone. Un’ipotesi che in molti considerano un ennesimo segno del depotenziamento della struttura diventata negli anni sempre meno rilevante, pur rappresentando un bacino di utenza di oltre 80.000 persone. A tutto questo ieri hanno fatto riferimento anche gli altri consiglieri di opposizione del comune di Anagni attraverso una nota. I consiglieri hanno ribadito che «la chiusura del Laboratorio Analisi del presidio ospedaliero di Anagni rappresenterebbe una catastrofe, perché si perderebbe ogni speranza di una riapertura del PPI (punto di primo intervento)». Di qui l’invito al sindaco «a convocare immediatamente gli altri sindaci del comprensorio», per poi recarsi «dal nuovo direttore generale della Asl per chiedere la non chiusura del Laboratorio Analisi e la riapertura del PPI, annullando la vecchia delibera di chiusura in quanto avvenuta in contrasto con l’atto Aziendale». IL SINDACO Alla nota della minoranza ha replicato il sindaco Daniele Natalia: «Se il dialogo con la nuova direzione della ASL di Frosinone dovesse partire da segnali come questo, e se il laboratorio dovesse davvero chiudere, allora la nostra risposta, sia pure senza superare i limiti delle leggi e delle istituzioni sarebbe estremamente ferma. Ci faremmo sentire con tutta la nostra voce». Paolo Carnevale
Cassino – Bonifica Frane, chiesti 5 milioni
Il comune di Cassino ha inviato alla regione Lazio ( i termini scadevano ieri) progetti per la prevenzione idrogeologica e per la riparazione delle frane per un importo complessivo di cinque milioni di euro. I progetti elaborati dagli uffici tecnici sono mirati ad evitare il dissesto idrogeologico nelle zone collinari di Cassino e sono suddivisi per aree, Caira, Montemaggio, Montecassino, S.Angelo, San Michele-S.Antonino ed altre zone dove sono stati segnalati pericoli di cedimento del terreno. E poi sono stati richiesti finanziamenti per mettere in sicurezza alcune frane in atto registratesi a seguito dei recenti fenomeni calamitosi. LA CORSA «E’ stata una corsa contro il tempo – ha detto il sindaco Enzo Salera – per elaborare i progetti e presentarli completi in tutte le sue parti. I tecnici hanno individuato i luoghi soggetti a tali fenomeni». Nel frattempo sono in corso lavori di adeguamento per alcuni fenomeni franosi a seguito di progetti già finanziati. Inoltre gli operai hanno completato ieri il taglio di centinaia di pini di alto fusto divenuti pericolosi nel giardino della scuola di via D’Annunzio. Il drastico taglio ha provocato il malumore di molti cittadini. Il sindaco, però, precisa che quei pini erano diventati un pericolo per tutti durante le giornate di vento o durante le bufere di particolare violenza. «Al più presto – spiega – grazie alla collaborazione con il Parco dei monti Aurunci ci verranno forniti alberi di basso fusto che saranno messi a dimora intorno all’edificio mentre nel giardino sorgerà un orto didattico a beneficio dei ragazzi per lo studio delle specie di piante. Inoltre al prossimo consiglio comunale porteremo all’approvazione il progetto ‘un albero per ogni neonato’, che è una legge dello Stato da moltissimi anni. Il verde pubblico sarà potenziato al massimo». Domenico Tortolano
Alatri – Mensa, incontro in Comune
Mensa e trasporto scolastico, l’assessore all’Istruzione del Comune di Alatri incontra le famiglie. Ad anno scolastico appena iniziato, viste le importanti novità che caratterizzano i nuovi servizi e le regole per la fruizione degli stessi, la d.ssa Tommasina Raponi ha deciso di indire un incontro pubblico nel quale illustrare criteri e modalità organizzative sia del servizio di mensa scolastica che di trasporto degli alunni. La conferenza si terrà lunedì prossimo alle ore 10 presso la Biblioteca comunale Luigi Ceci in piazza Santa Maria Maggiore e sarà rivolta non solo ai giornalisti, ma anche e soprattutto ai genitori degli studenti di Alatri. In particolare, per ciò che concerne il servizio di mensa scolastica, la maggiore novità riguarda il canale per l’iscrizione: da quest’anno, infatti, l’accesso al servizio, sarà subordinato alla registrazione online presso il portale “Novaportal” all’indirizzo web https://alatri.ristonova.it/novaportal, cliccando sulla voce “Iscrizioni online”. Inoltre, sarà a disposizione delle famiglie un’App gratuita per smartphone, grazie alla quale sarà possibile consultare alcune informazioni di servizio, direttamente dal proprio telefonino, senza la necessità di utilizzare un pc. Si potranno inserire le assenze/presenze, segnalare i menù e verificare la situazione dei pagamenti. Per dare una mano alle famiglie e spiegare il funzionamento, gli addetti della Società Ristorazione Servizi Italia saranno presenti nelle due sedi dell’ufficio scuola di Alatri e Tecchiena. L’incontro sarà anche occasione per fare il punto sul trasferimento della scuola elementare Luigi Ceci presso la Dante Alighieri che si è completato nei tempi ma anche sta generando qualche problema di traffico e congestione nell’area adiacente, in coincidenza con l’ingresso e l’uscita degli alunni. A.T.