Valle del Sacco, primo cantiere
Avviata la prima operazione di bonifica di un sito contaminato. Il ministro Costa sul posto con il governatore Zingaretti «Giornata storica». In Ciociaria dieci i siti da recuperare
Al via la bonifica della Valle del Sacco con la messa in sicurezza permanente degli ex siti industriali che dagli anni Settanta avvelenano il territorio tra le province di Roma e Frosinone. Avete letto bene, a distanza di quindici anni dallo scoppio dell’emergenza da betaesaclorocicloesano che ha trasformato la Valle dove scorre il fiume Sacco in Valle dei veleni, la bonifica è finalmente partita. A decretare la “storica giornata” vissuta ieri a Colleferro sono stati il ministro Sergio Costa e il governatore Zingaretti. (…)
Cassino – Tassi rinegoziati Il Comune risparmierà 400 mila euro
Approvati dal consiglio comunale di Cassino il bilancio consolidato riferito alle aziende partecipate (Cosilam, Saf e Consorzio dei servizi sociali del cassinate) e la rinegoziazione dei mutui. Il bilancio delle tre società che hanno chiuso in attivo è stato motivo di scontro tra maggioranza e minoranza. I 5 consiglieri di minoranza (Petrarcone, Mignanelli, Fontana, Fardelli, Bevilacqua) hanno votato contro sostenendo che il bilancio andava approvato entro il 30 settembre scorso (per legge) e non ad ottobre con il rischio di non poter fare assunzione di personale comunale. Il sindaco, però, ha spiegato che la norma penalizzante per i comuni decade non appena viene approvato il documento. «E poi -ha chiarito Salera (foto in alto) – il comune di Cassino non può fare assunzioni fin quando il ministero dell’interno non approva il bilancio riequilibrato. E ci vorrà ancora tempo perché la commissione ministeriale ancora non si è riunita». E dopo le polemiche il bilancio è passato con 17 voti favorevoli (compreso quello di Franco Evangelista della Lega), 5 contrari ed uno astenuto (Renato De Sanctis). E’ passato, invece, alla unanimità il punto sulla rinegoziazione dei mutui. Il sindaco ha informato che il comune aderendo alla proposta del ministero delle finanze potrà risparmiare in cinque anni ben 400 mila euro di interessi. Infatti sei mutui rientrano in questa norma per un totale di oltre quattro milioni di euro con scadenza 31 dicembre 2023. Gli interessi scenderanno da 4,50% a 0,097%. Insomma un tasso d’interesse minimo conveniente per tutti i comuni. All’inizio della seduta il sindaco ha presentato la nuova segretaria comunale Rosanna Sanzone proveniente dal comune napoletano di Poggiomarino ed ha ringraziato la dottoressa Rita Riccio che è stata la dirigente della segreteria generale per circa due anni. Il consigliere comunale del Pd Tommaso Marrocco ha illustrato una mozione sulla Siria tesa a far terminare la guerra. Il documento è stato firmato da tutti i consiglieri. (…)
Bonifica Valle del Sacco: aperto il primo cantiere
Al via la bonifica della Valle del Sacco con la messa in sicurezza permanente degli ex siti industriali che dagli anni Settanta avvelenano il territorio tra le province di Roma e Frosinone. Avete letto bene, a distanza di quindici anni dallo scoppio dell’emergenza da betaesaclorocicloesano che ha trasformato la Valle dove scorre il fiume Sacco in Valle dei veleni, la bonifica è finalmente partita. A decretare la “storica giornata” vissuta ieri a Colleferro sono stati il ministro dell’ambiente e della tutela del territorio Sergio Costa e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che hanno visitato il cantiere di bonifica dell’area Arpa 2 in occasione dell’avvio dei lavori di messa in sicurezza permanente dei siti. Al sopralluogo era presente anche Roberto Nasi, amministratore unico dell’immobiliare Se.Co.Sv.Im., che ha messo a disposizione risorse economiche per accelerare la valorizzazione delle proprie aree industriali dismesse. L’INTERVENTO La loro presenza a Colleferro ha sancito l’avvio ufficiale della bonifica della Valle del Sacco, a sette mesi dall’accordo che Costa e Zingaretti avevano sottoscritto a marzo nella Prefettura di Frosinone, quando erano avversari politici. Ieri, invece, Costa e Zingaretti si sono ritrovati insieme a svolgere un sopralluogo nell’area dalla quale si spera possa ripartire la riqualificazione di un territorio che si trova in provincia di Roma ma i cui effetti devastanti dal punto di vista dell’inquinamento si sono riversati – è proprio il caso di dire – in tutta la Ciociaria, procurando una ferita ambientale ancora aperta. E’ stato annunciato che quello che verrà messo in atto è un importante progetto di riqualificazione ambientale del comprensorio industriale di Colleferro. Il sito interessato dall’intervento si estende per circa un ettaro e mezzo. In un’area dove potrebbero essere ritrovati ordigni bellici della seconda guerra mondiale saranno rimossi 157mila metri cubi di terra e rifiuti contaminati. IL PROGETTO Il progetto definitivo di riconversione è stato redatto dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e prevede la messa in sicurezza permanente del sito mediante la creazione di una vasca di confinamento definitivo, da realizzarsi per fasi successive e dotata di fondo, di pareti e di copertura impermeabili, in grado di ricevere tutti i materiali contaminati e/o inquinati, attualmente presenti nel sito Arpa 2 e ulte riori terreni contaminati provenienti da altre aree del comprensorio industriale di Colleferro, incluso il sito Caffaro Chetoni Fenilglicina. Il valore complessivo dell’intervento supera i 4 milioni di euro. Il cronoprogramma prevede che i lavori vengano ultimati entro 470 giorni (circa 16mesi). I COMMENTI Il ministro Costa ha voluto sottolineare la sintonia tra gli attori della bonifica: «Mi piace che per la Valle del Sacco la Regione, un privato (Se.Co.Sv.Im., proprietario dell’area ndr.) e il ministero siano uniti da un percorso assieme. Abbiamo messo al centro il benessere dei cittadini. Quando abbiamo firmato l’accordo di programma per la bonifica della Valle Sacco, attesa da vent’anni, significava proprio fare questo percorso». Quello odierno «è il primo step, e il 12 marzo è ‘ieri’, ed è molto vicino rispetto ai decenni precedenti. La prima cosa che ci siamo detti quando negoziammo l’accordo, e ricordiamo che il governo era diverso, era mettere al centro non i colorima il territorio. Ci dicemmo: dobbiamo fare presto – ha aggiunto Costa – Abbiamo stilato delle linee guida per semplificare. Semplificare non è semplicismo: abbiamo indicato gli obiettivi e siamo (…)
Stalking, indagato tecnico informatico
Ancora due casi di violenza sulla donne. Ancora due compagni di vita accusati di aver fatto del male alle persone che dicevano di amare. Il primo caso ha riguardato L.T. un tecnico informatico di 47 anni di Frosinone che adesso è indagato per sostituzione di persona e stalking. Il 47enne è accusato di aver creato un falso profilo per poter diffamare la sua ex su Facebook. La vicenda risale ad alcuni mesi fa quando la compagna, una impiegata di 40 anni che aveva già alle spalle un matrimonio fallito, avendo notato atteggiamenti molto aggressivi nei confronti del fidanzato ed una gelosia che non la lasciva respirare, aveva deciso di troncare quella relazione. Lei che già ne aveva passate tante con l’ex marito aveva voglia di un rapporto sereno. E il nuovo compagno proprio per quel carattere cosi autoritario ed aggressivo non poteva renderla felice. Quella decisione però ha scatenato la rabbia dell’uomo che ha cominciato a perseguitare l’impiegata ed a minacciarla anche di morte. Per non parlare dei messaggi che le inviava sul telefonino dal tenore offensivo e minaccioso. IL TELEFONO ROSA La 40enne ha cercato in tutti i modi di tenerlo a bada facendogli capire che la loro storia non avrebbe più avuto un seguito. Ma quando lui ha creato un falso profilo facebook a suo nome, facendola passare per una donna di facili costumi, si è recata presso l’associazione del Telefono Rosa di Frosinone per chiedere aiuto. La dirigente del centro antiviolenza Patrizia Palombo che ha raccolto lo sfogo della donna, si è subito attivata per fare in modo che la vittima dello stalking presentasse denuncia presso gli uffici della polizia postale. Ciò affinchè oscurassero quel falso profilo dove erano state postate foto pornografiche accompagnate da frasi che facevano passare la donna per una poco di buono. Parole che hanno ferito l’impiegata così profondamente da farla cadere in uno stato di grande depressione. Essendo un tecnico informatico l’uomo sapeva molto bene come creare dei falsi profili, come rubare le sue foto e come, grazie alla sua esperienza sui computer riuscire a mettere la sua immagine accanto a uomini completamente nudi. A seguito di tali fatti il 47enne è stato iscritto sul registro degli indagati. ANAGNI, MALTRATTAMENTI L’altro caso che si è concluso ieri mattina con un rinvio a giudizio per maltrattamenti in famiglia ha riguardato G.M. un operaio di 29 anni residente ad Anagni. Per ben sette anni e precisamente dal 2011 al 2018 l’uomo, che spesso aveva l’abitudine di assumere sostanze stupefacenti, avrebbe minacciato e picchiato la moglie sottoponendola ad un regime di vessazioni fisiche e psicologiche che l’avevano completamente distrutta. Ogni motivo era buono per metterle le mani addosso. Sovente, poi, era stata picchiata alla presenza dei suoi due bambini ancora molto piccoli. Non si era fermato nemmeno quando, al quintomese di gravidanza, aveva afferrato la coniuge prendendola prima per il collo e poi le ha sferrato calci e pugni su tutto il corpo. Più volte la donna ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Ogni volta però che decideva di denunciare il marito ci ripensava e rimetteva la querela. Ma quando l’aveva cacciata di casa perché l’aveva accusata di avere una relazione con un altro uomo e la donna insieme ai figlioletti è stata costretta a chiedere ospitalità presso i genitori, ha detto basta e dopo la denuncia non è più tornata indietro. Nella giornata di ieri l’uomo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La vittima, che si è costituita parte civile, sarà difesa dall’avvocato Mario Cellitti. MarinaMingarell
Il manager Asl: «Per ora niente Pronto soccorso»
La riapertura del pronto soccorso ad Anagni è e rimane impossibile, visto che tutto «dipende dalla Regione». Per il resto invece, appena sarà chiaro il quadro provinciale, si potranno «dare risposte alla zona nord». Questo, in sintesi, il risultato dell’incontro che si è tenuto qualche giorno fa tra il neo direttore generale dell’Asl di Frosinone, dott. Stefano Lorusso, ed una delegazione del comitato «Salviamo l’Ospedale di Anagni». L’incontro era stato chiesto dagli esponenti del comitato subito dopo la nomina del dottor Lorusso. Al quale, durante l’incontro, sono state illustrate tutte le criticità dell’offerta sanitaria della zona nord della provincia, a partire dall’ex ospedale di Anagni. A proposito del quale Lorusso, dopo aver chiarito che per ora di pronto soccorso non si parla, si è detto convinto della necessità di «una radicale riorganizzazione del PAT (Presidio Ambulatoriale Territoriale, la struttura che ha sostituito di fatto il pronto soccorso dopo la chiusura dell’ospedale) con inserimento di personale medico più adeguato in termini di esperienza e professionalità». Il comitato ha poi ricordato che il territorio di Anagni, «nonostante sia compreso nell’ area SIN ( Sito d’Interesse Nazionale ) e subisca le conseguenze di un gravissimo livello di inquinamento ad alto rischio, è privo del Presidio Sanitario previsto dalla normativa per le aree con grandi insediamenti industriali a rischio rilevante». Altro problema sottolineato, quello relativo al fatto che la struttura che un tempo ospitava l’ospedale, e alla quale fanno riferimento anche i comuni limitrofi, continua a subire il taglio dei pochi servizi ancora presenti, come «il laboratorio analisi, radiologia e tutto quello che riguarda la rete emergenziale». Il neodirettore ha concluso l’incontro «riconoscendo la necessità di impegnarsi in concreto con le risorse disponibili per ricostruire gradualmente una equilibrata assistenza sanitaria per l’area Nord della Provincia». Pa. Ca.
Appalto revocato, la Lega: «Ora si rischia un lungo contenzioso»
La decisione della giunta comunale di Ferentino di revocare l’affidamento del project financing alla società affidataria per realizzare l’ampliamento del cimitero Pareti ha scatenato una serie di reazioni. Come noto, il Comune ha riscontrato una serie di inadempienze successive all’affidamento da parte della società aggiudicataria, per cui ora sarà il Comune a gestire la costruzione dei nuovi loculi, a garanzia che vengano ultimati in tempi ragionevoli nell’interesse dei cittadini e del territorio. Il tutto, mentre prosegue l’inchiesta della Procura di Frosinone su un presunto atto corruttivo messo in atto dalla società (gestita da Antonio e Lorenzo Scarsella di Tivoli) nei confronti di due ex amministratori comunali. Ex amministratori comunali (Pio Riggi e Luca Bacchi) già rinviati a giudizio, ed oggi sotto processo a Roma, per presunti contatti con la malavita romana-napoletana contattata al fine di incassare una presunta tangente. LE PREOCCUPAZIONI Al di là di quelle che saranno le conclusioni giudiziarie, oggi le preoccupazioni maggiori riguardano il denaro di chi aveva prenotato su carta i loculi. In tutto, 250.000 euro (versati come anticipo sui lavori) che sono finiti nella società concessionaria. Ieri il sindaco Pompeo ha ribadito che i cittadini non perderanno quei soldi. Sarà il comune a gestire l’ampliamento dopo la revoca dell’appalto “per gravi inadempienze commesse dalla ditta aggiudicataria dell’appalto”. L’OPPOSIZIONE Ma Maurizio Berretta, capogruppo della Lega non è convinto: « Bisogna innanzitutto capire se la risoluzione contrattuale con la ditta appaltante del cimitero avverrà con una risoluzione bonaria o con un contenzioso che potrebbe durare anni. I 250 mila euro versati dai cittadini per l’acconto sono nelle mani dell’impresa privata ed il Sindaco dichiara esplicitamente che le stesse cifre non saranno restituite ai legittimi proprietari ma “cercherà” di farli trasferire nelle casse del Comune». Da qui la proposta di Berretta: «La mia proposta e’ la seguente: il Comune deve restituire le somme alla Cittadinanza, e concedere magari il diritto di prelazione nella scelta dei loculi. E’ stato gravissimo il fatto di autorizzare la sottoscrizione dei contratti per i loculi (di natura privatistica), innanzitutto su un progetto che non era stato approvato, e poi all’interno degli uffici comunali, utilizzando risorse pubbliche. Sui tempi di realizzazione dell’opera ci sono molti dubbi ma dal comune fanno sapere che si realizzerà l’opera, 2500 loculi, cappelle ed edicole funerarie in tempi brevi. Nel frattempo, per evitare l’ emergenza, si realizzeranno 80 loculi nella parte vecchia del cimitero. Si spera poi di avere il nuovo cantiere in primavera. Si potrebbe anche dividere l’opera in lotti e dare in concessione i loculi per 99 anni». LA DECISIONE Dal canto suo il Comune, con una nota, ha precisato che «i cittadini che hanno versato la quota dei loculi non perderanno nulla, ma avranno garantito quanto stabilito con il pagamento. Con la revoca dell’appalto il Comune ha voluto chiarire la situazione e fare luce rispetto all’iter di un’opera attesa dalla città, ribadendo ancora una volta un operato che si basa da sempre sul rispetto della legge». Emiliano Papillo