Scambio delle scuole, il “Brunelleschi”: «Noi siamo contrari»
La Provincia va avanti nel valutare la possibilità di scambiare le sedi del liceo “Severi” e dell’istituto tecnico economico e per geometri “Brunelleschi-Da Vinci”, c’è però un dettaglio, non proprio trascurabile: tutta la comunità scolastica del “Brunelleschi-Da Vinci” è contraria al progetto. A ribadirlo, senza equivoci, è il dirigente dell’istituto, la professoressa Monica Fontana, in una lettera inviata a Il Messaggero che nell’edizione di ieri ha dato conto dell’incarico affidato nei giorni scorsi dalla Provincia a un professionista, l’ingegnere Biagio Di Nitto, per redigere uno studio di fattibilità per l’eventuale scambio delle sedi. La questione, per riassumere, è la seguente: per risolvere il problema del sovraffollamento del liceo “Severi” nell’attuale sede di viale Europa, si è fatta strada l’ipotesi di trasferire quest’ultimo nella sede di via Piave del “Brunelleschi-Da Vinci” e viceversa. Il progetto, nei mesi scorsi, era stato dato addirittura come fatto. La realtà invece si è rivelata più complessa. E per un particolare non da poco: una delle due parti non è d’accordo. «In qualità di dirigente scolastico pro tempore del Brunelleschi Da Vinci – scrive la Fontana – ho più volte sottolineato la contrarietà di tutta la comunità scolastica nelle sedi istituzionali in cui è stata chiamata ad esprimersi». LE NORME SULLA SICUREZZA Contrarietà ribadita nel corso dell’incontro che si è svolto lo scorso 20 gennaio nell’ente di piazza Gramsci. In quell’occasione, spiega la Fontana, «sono state rappresentate diverse criticità rispetto al cambio di sede, fermo restando che si ritiene inopportuno tale trasferimento». In primo luogo è stato fatto presente che la nuova sede del “Brunelleschi-Da Vinci” dovrebbe essere conforme a tutta una serie di norme sulla sicurezza che nella nuova destinazione, sottolinea la Fontana, «non ci risulta siano del tutto coerenti con la normativa». I LABORATORI Poi c’è la questione dei laboratori: «L’eventuale spostamento dell’IIS Brunelleschi-Da Vinci – spiega il dirigente – comporterebbe lo smantellamento di 6 aule d’informatica, di 6 aule specialistiche e dei laboratori ove sono presenti attrezzature informatiche e topografiche di gran valore, con impianti e reti dati, frutto di oculato reperimento di risorse di questa istituzione scolastica, con costi di riallestimento che superano i 60.000 euro e con un possibile danneggiamento delle attrezzature nel loro spostamento». LA TEMPISTICA Punto quest’ultimo ampiamente illustrato negli incontri in Provincia, così come è stato posto il problema della tempistica: «In caso di spostamento – scrive la Fontana – risulta inverosimile che si possano riallestire i laboratori, le biblioteche e le attrezzature didattiche entro l’inizio del prossimo anno scolastico (15 settembre 2020). Di conseguenza gli alunni ed i docenti si troverebbero impossibilitati a svolgere la necessaria attività didattica, cosa che comporterebbe una violazione del diritto di studio per i nostri alunni». Per questo è stato chiesto alla Provincia un cronoprogramma di un eventuale trasferimento che comunque, ribadisce il dirigente, «è una strada poco percorribile». AULE INSUFFICIENTI Anche perché, numeri alla mano, la soluzione prospettata rischia di essere inadeguata: «La nostra sede di via Piave – conclude la dirigente – non è sufficiente per ospitare tutti gli alunni del Liceo Scientifico (risulta che siano oltre 927 e con una popolazione che è in crescita) stante il numero totale delle aule dell’IIS Brunelleschi-Da Vinci e le loro ampiezze, come ampiamente dimostrato con la relazione tecnica già prodotta all’amministrazione provinciale». Pierfederico Pernarella
Verifiche sull’antenna 5G, il prefetto: «Pronto ad ascoltare i cittadini»
Settimana decisiva per l’installazione della prima antenna a tecnologia 5G a Frosinone. Da domani, infatti, riprenderanno le lavorazioni in via Capo Barile, zona Forcella nella parte sud del capoluogo che dovrebbero terminare con l’installazione di questo nuovo impianto della società di telefonia mobile Iliad. Dopo la riunione di giovedì sera i cittadini della zona, riuniti nel comitato la Forcella, hanno avanzato alcune richieste al sindaco e ai rappresentanti politici intervenuti. Oltre alla richiesta di un’ordinanza che possa sospendere i lavori per il nuovo impianto tecnologico hanno avanzato la proposta di interessare della questione la massima autorità presente sul territorio provinciale: il Prefetto, Ignazio Portelli. Ieri, durante l’inaugurazione del carnevale ai nostri taccuini sia il Prefetto (intervenuto per i saluti di rito) che il primo cittadino sono tornati sull’argomento. «Sono pronto a ricevere le istanze del comitato e ascoltare le problematiche che vorranno illustrarmi i cittadini residenti in quella zona – ha dichiarato Portelli – . Su questa materia anche in passato si sono sollevate molte perplessità. A quanto mi risulta in Italia già sono state installate tante antenne di questa tipologia». Anche il primo cittadino ha ribadito l’attenzione sulla materia pur riconoscendo i mezzi limitati a disposizione: «La normativa attuale per gli impianti con la tecnologia 5G – ha dichiarato Nicola Ottaviani – non consente, purtroppo ai sindaci di intervenire in via preventiva, se non dopo la verifica della tipologia delle emissioni di carattere elettromagnetico, competenza rimessa all’Arpa e al Ministero della Salute. Se per 120 piccoli comuni in Italia è stata attivata una sperimentazione, questa non è prevista per le città superiori a 30.000 abitanti e per i comuni capoluogo, che sono costretti ad attendere solo l’esito delle verifiche disposte dalle autorità ambientali». Solo dopo, quindi, il sindaco in qualità di primo garante della salute pubblica potrà eventualmente prendere in considerazione l’eventualità di emanare un’ordinanza che blocchi la funzionalità dell’antenna. L’unica materia dove si può intervenire resta quella urbanistica e cioè le autorizzazioni in campo edilizio che la società ha dovuto presentare per l’apertura del cantiere. Per quanto riguarda le onde elettromagnetiche, va detto che i limiti sono quelli previsti da una normativa vigente dal 2001 e validi per gli impianti tuttora funzionanti per la reti 2G, 3G e 4G. La copertura delle antenne 5G avviene alle stesse frequenze, 700Mhz, oggi utilizzate per le trasmissioni televisive Gianpaolo Russo