IL CASO RIFIUTI
Ampliamento della discarica di Roccasecca: il Tar di Roma ha bloccato, con la sospensione del provvedimento di autorizzazione del Governo, lo stoccaggio dei rifiuti a Cerreto, ma Saf conferisce, parzialmente, a Colleferro e i sindaci non abbassano la guardia e chiamano a raccolta il territorio.
Il tutto in attesa del 16 aprile prossimo, quando al Tar di Roma si giocherà la partita più importante: inizierà il giudizio di merito che vede contrapposto il Comune di Roccasecca (rappresentato dall’avvocato Massimo Di Sotto), la Regione e soprattutto il Governo.
Per ora, quindi, nessuna emergenza perché la parte dei rifiuti proveniente dai Comuni Ciociari che finisce nell’impianto Saf dopo la lavorazione viene portata già da qualche mese nell’impianto di Colle Fagiolara a Colleferro.
«Il Tar ha bloccato un provvedimento che, sin dall’inizio, abbiamo ritenuto ingiusto, ma la battaglia è appena iniziata, per questo siamo pronti a continuare nel solco della contrapposizione giudiziaria all’ampliamento della discarica», ha spiegato il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco.
IL TOUR AMBIENTALISTA Nel frattempo prosegue il tour dei sindaci e dei comitati in tutti centri del sud della Provincia. Adesso mai più, questo il titolo del tour. Nell’ultimo fine settimana ci sono stati incontri a San Giovanni Incarico e A Pontecorvo, dove sono intervenuti gli amministratori locali e i coordinatori del tour, tra i quali Maddè Guglielmo.
«Siamo al fianco del comune di Roccasecca – ha spiegato il sindaco di San Giovanni Incarico, Paolo Fallone – che, in accordo con tutti noi, ha avviamo una precisa strategia: combattere l’ampliamento per via giudiziaria. Il primo risultato è arrivato, ma non molliamo ora». A Pontecorvo c’è stato l’intervento del vice sindaco Nadia Belli e del presidente del comitato cittadino, Gabriele Zonfrilli, il quale ha bacchettato i concittadini assenti. «Non abbiamo colori politici, non siamo leoni da tastiere, ma basta lamentarci e poi nasconderci. Nonostante ciò – ha detto Zonfrilli – siamo determinati nel combattere, legalmente, l’ampliamento della discarica Mad. Questo territorio ha già dato, questo territorio non ce la fa più a sopportare le puzze».
UNA BOMBA ECOLOGICAMa, se per l’ampliamento di una discarica, c’è la mobilitazione del territorio, per un’altra, chiusa da anni, è stata la Procura della Repubblica di Cassino ad attivarsi per la bonifica. Parliamo dell’ex discarica di Facciano a Pignataro Interamna. Una bomba ecologica per tutto il bacino del Liri sequestrata lo scorso anno su richiesta del pubblico ministero Alfredo Mattei. Ora la Regione, su preciso input dell’autorità inquirente -che emesso il provvedimento di sequestro con prescrizione di bonifica – ha esercitato i poteri sostituitivi nei confronti del Comune. Proprio il Comune, infatti, con le casse vuote ha chiesto la costituzione di un tavolo regionale per la bonifica e in questi giorni la fumata bianca: il Gip ha autorizzato la procedura sostitutiva per la bonifica. L’ex discarica di Facciano, infatti, è stata negli anni 90 sede di stoccaggio delle ecoballe di rifiuti dell’ex Reclas, poi rimosse, ma le recenti analisi di Arpa hanno evidenziato pericolosi livelli di agenti inquinanti nelle acque circostanti e nelle falde del fiume Liri che dista solo qualche centinaio di metri.
Vincenzo Caramadre