Codici di emergenza nel Lazio Rivoluzione per la sanità locale
Addio al codice rosso, così come al giallo, poi il verde e il bianco. Ora i pronto soccorso del Lazio ragioneranno su cinque livelli di emergenza, che saranno rappresentati dai numeri. In ordine decrescente, il codice 1 sarà l’emergenza più alta mentre il codice 5 rappresenterà la non urgenza. Una vera e propria rivoluzione per la Regione, tra i primi enti di tutta Italia ad approvare il manuale operativo per la trasformazione del triage ospedaliero dai codici a colore ai codici numerici. A presentare la novità è l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che parla di «un passaggio che non è un semplice adempimento o spacchettamento del sistema dei codici a colori, ma rappresenta un nuovo processo di codifica nel quale si ridefiniscono i tempi massimi di attesa, la definizione clinica del paziente e i parametri vitali per l’a t t r i b uzione finale del codice numerico». Infatti, come spiegato dall’assessore, «è stato svolto un lavoro molto complesso, che ha coinvolto oltre 100 operatori di tutte le strutture pubbliche e accreditate e voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al compimento di un’opera monumentale che cambierà radicalmente la presa in carico dei pazienti nella rete dell’emergenza e la catena di responsabilità. Ora sono in corso i lavori per l’a d e g u a m e nto informatico dei sistemi dei Pronto soccorso che andranno completati entro l’anno e le Asl, le Aziende Ospedaliere e i policlinici universitari di tutte le sedi di Ps stanno predisponendo la formazione del personale entro il prossimo 31 ottobre. Sarà assicurata inoltre la massima divulgazione del manuale operativo tra gli operatori, il personale infermieristico e i cittadini. Ora scatta il conto alla rovescia poiché dal prossimo anno si dovrà adottare il nuovo sistema. Nel Lazio negli ultimi dieci anni vi è stata una progressiva e graduale diminuzione degli accessi totali nei Pronto soccorso che sono diminuiti di 200 mila unità, ma al tempo stesso vi è stato un aumento della complessità in particolare per quanto riguarda i codici gialli e i codici rossi»
Pd e Cinque Stelle, replica al vetriolo Esplode la bagarre
Dibattito infuocato dopo il durissimo attacco di Massimo Ruspandini al Movimento Cinque Stelle e al Partito Democratico. Il senatore di Fratelli d’I t alia è intervenuto nel confronto sulla fiducia al governo Conte bis, sostenuto appunto da Democrat e pentastellati. Ai Cinque Stelle Ruspandini ha detto in aula: «Erano quelli che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Poi, come ha detto la nostra leader Giorgia Meloni, si è scoperto che in realtà loro erano il tonno nella scatoletta. Loro che volevano fare gli incendiari e ne sono usciti pompieri. Loro che volevano combattere il sistema e ne sono diventati la quinta colonna» Quindi, rivolgendosi ai Dem, ha affermato tra l’altro: «Non provate un po’ di imbarazzo politico a sedere sui banchi di chi ha dato la vita per combattere il capitale? I vostri padri fondatori si staranno rivoltando nella tomba nel vedervi ora essere diventati il partito dello spread, il partito che rassicura i mercati. Siete diventato il partito della casta». Luca Frusone è al secondo mandato da deputato del Movimento Cinque Stelle. Replica così a Massimo Ruspandini: «Forse il più contento che questa legislatura continui è proprio lui. Per il resto, che devo dire? L’opposizione è inesistente in Parlamento. Su questo non ci sono dubbi». Una risposta al vetriolo dunque. Presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della Nato, Luca Frusone difficilmente farà il sottosegretario nella delicata partita in corso. Questo perché nel Movimento Cinque Stelle è stato deciso di a candidarmi al consiglio comunale se lui farà altrettanto. Così vediamo chi prende più preferenze». Aggiunge Ruspandini: «Per il resto, Giorgia Meloni è consigliere comunale di Roma e deputata. Dal ruolo di europarlamentare si è dimessa. Inviterei il Pd a documentarsi meglio. Quanto ai risultati ottenuti per la provincia di Frosinone, mi piacerebbe sapere quali sono quelli raggiunti dal Pd in decenni di partecipazione alla vita parlamentare. Anche se per la verità, basta vedere le condizioni della provincia di Frosinone per rendersi conto di cosa ha significato l’azione di governo del centrosinistra. La Ciociaria arretra da anni sotto tutti i punti di vista. So perfettamente che l’Italia è una Repubblica parlamentare, ma so anche che il voto dei cittadini è la massima espressione della democrazia. Comunque le chiacchiere stanno a zero. Al Governo del Paese ci sono i due partiti sconfitti sia alle europee del maggio scorso che alle politiche del 4 marzo 2018. Perché, se la vogliamo dire tutta, allora era stato il centrodestra a vincere le elezioni politiche». Uno scontro a tutto campo quindi. Sarà interessante verificare quello che succederà in Ciociaria pure sul piano delle alleanze. Specialmente tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico. Vale la pena di sottolineare che i quindici mesi di governo non hanno prodotto sul territorio nessuna alleanza politica o amministrativa tra Movimento Cinque Stelle e Lega. Alla fine in provincia di Frosinone è rimasto comunque, pur se tra mille contraddizioni, il modello del centrodestra. Con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Adesso anche in provincia di Frosinone c’è Cambiamo di Giovanni Toti, formazione (…)
Strategie Dem e fattore Leopolda
Ma che succede se alla prossima Leopolda Matteo Renzi dovesse annunciare il via libera ad un suo gruppo parlamentare alla Camera (guidato da Maria Elena Boschi)? Lo scenario c’è e in tanti guardano al prossimo appuntamento di Firenze, in programma dal18 al20 ottobre,con unafortissima attenzione. Per due motivi soprattutto. Intanto perché Renzi non ha mai smentito ufficialmente una simile ipotesi. E poi perché lo stesso segretario Nicola Zingaretti non si sbilancia. Ovviamente le indiscrezioni fioccano. Secondo alcuni il Pd avrebbe offerto a Renzila presidenzadel partito.Opzione che però certo non galvanizza chi è stato segretario per due volte. Inoltre da mesi si parla del nuovo partito di Renzi, centrista, cattolico, moderato. In questa fase però non mancano le preoccupazioni: del premier Giuseppe Conte, dei Cinque Stelle, dello stesso Zingaretti. Specialmente in un’ottica di tenuta del Governo. Perché per i big pentastellati sarebbe complicatissimospiegarealla basechein realtà il futuro del Governo è nelle mani del partito di Matteo Renzi. L’avversario storico di questi ultimi anni. Mentre i Dem di Zingaretti sono più rassicuranti per i Cinque Stelle. A cominciare da Beppe Grillo. Alle mosse di Matteo Renzi guardano anche dalla provincia di Frosinone. Sarà interessante verificare chi andrà alla Leopolda del decennale. Sicuramente Antonio Pompeo, presidente della Provincia, dell’Upi Lazio e sindaco di Ferentino. Proprio la crisi politica di agosto ha dimostrato che, oltre al fattore imprevedibilità, c’è quello dellavelocitàcon laqualeormaici si muove. Nel giro di poche ore si consumano ribaltoni e contro-ribaltoni. Il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti ha tenuto unito il partito in una fase complicatissima. Adesso ha l’esigenza di avere il tempo per poter provare a trasformare l’accordo di governo con i Cinque Stelle in un’alleanza politica sui territori. In vista soprattutto delle prossime regionali. Il 27 ottobre si vota in Umbria, poi sarà la volta di Calabria ed Emilia Romagna. Tra la fine del 2019 e gennaio 2020. La posta in palio è altissima, perché il centrodestra a trazione Lega proverà la spallata al Governo. Zingaretti sa che se Pd e Cinque Stelle non diventano maggioranza nel Paese, l’operazione del Conte bis continuerà ad essere percepita come unamanovradi Palazzo.Eccoperché una scissione di Renzi non lo aiuterebbe in questa fase. Intanto però è apertissima la partita dei viceministri e sottosegretari. Per il ministero dello sviluppo economico (strategico), inpole c’è l’assessore regionale Gian Paolo Manzella, fedelissimo di Nicola Zingaretti. Forse addirittura per il ruolo di viceministro. Ma i Dem indicheranno anche il sottosegretario. Questo perché il ministro dello sviluppo economico è il grillino Stefano Patuanelli. Secon – do affaritaliani.it per il ruolo di sottosegretario sono in corsa il senatore Bruno Astorre (segretario regionale del Pd) e Fabio Melilli. Anche Lorenza Bonaccorsi, assessore regionale, è in piena corsa per un incarico importante. Non necessariamente quello di sottosegretario però. C’è chi è pronto a scommettere che possa seguire il commissario europeo Paolo Gentiloni a Bruxelles. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, il congresso del Pd dovrebbe tenersi entro novembre. Non è un mistero che per la segreteria il nome forte è quello di Luca Fantini, leader dei Giovani Democratici del Lazio, fedelissimo di Nicola Zingaretti. Su di lui c’è già il via libera del leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis e del presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini.
Durigon spegne le candeline: staremo poco all’o pp o s i z i o n e
«Dureranno poco, molto poco». Non ha dubbi Claudio Durigon, deputato della Lega e fino a pochi giorni fa sottosegretario al ministero del lavoro. Martedì scorso ha festeggiato 48 anni. Un compleanno al quale erano presenti tanti amici. A cominciare dal leader del Carroccio Matteo Salvini. Poche ore prima il Conte bis aveva ottenuto la fiducia al Senato. Spiega Claudio Durigon: «Come si riparte dall’opposizione? Benissimo. Ma sono convinto che ci resteremo poco. Li ho visti in grande difficoltà. Mi riferisco ai deputati e ai senatori del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle. Entusiasmo sotto le scarpe. E poi sull’intero quadro incombe il fattore Renzi» In che senso il fattore Renzi? Rileva Claudio Durigon: «Qualcuno pensa davvero che sarà Nicola Zingaretti a gestire politicamente la situazione al Senato? A Palazzo Madama dovranno fare i conti con Renzi. Mi riferisco ai Cinque Stelle, che continuano ad arrampicarsi sugli specchi pur di negare l’evidenza. E cioè che il governo Conte bis dipende dai voti dei renziani. Questa è la realtà». Chiediamo a Durigon: nei prossimi mesi il Governo dovrà effettuare più di 500 nomine. Durigon spegne le candeline: staremo poco all’o pp o s i z i o n e Il retroscena Il compleanno speciale del deputato della Lega «Non dureranno, non hanno né entusiasmo né prospettiva» Complicato pensare che l’alleanza Pd-Cinque Stelle possa andare in crisi subito. Rileva il deputato del Carroccio: «Indubbiamente un elemento del genere rappresenta un collante forte, ma credo che le differenze sono talmente tante e ampie che non potranno non esplodere. Perfino sulle nomine verranno fuori le contrapposizioni. Inoltre ribadisco che le scelte di Matteo Renzi sono una spada di Damocle che pende sulla testa di questo Governo. La Lega non ha alcun prob ema a ripartire dall’opposizione. Non faremo sconti ad un Governo nato da una manovra di Palazzo e composto da forze politiche che si sono letteralmente “massacrate” in questi anni. È una situazione completamente diversa rispetto a quella dell’esecutivo gialloverde. Fra l’altro è emerso in modo chiarissimo il ruolo dell’Europa in tutto questo scenario. Non prendiamoci in giro: il premier Giuseppe Conte ha preparato il terreno per mesi e tutti ricordano l’audio del dialogo con Angela Merkel. Torneremo al Governo e lo faremo vincendo le elezioni. Perché l’elemento che caratterizza gli ultimi anni della vita politica italiana è che la Lega non ha paura delle Fro s i n o n e urne. Mentre tutti gli altri sì. Il Conte bis è lì per il “terrore” che Salvini possa vincere le elezioni». Il senatore Gianfranco Rufa rileva: «In questi giorni abbiamo dimostrato che l’onore, l’orgoglio e la dignità sono elementi che fanno la differenza in politica. Il tempo è galantuomo»
Export, boom della Ciociaria
Cresce l’export. Lo certifica l’Istat nell’indagine sulle esportazioni. E tra le province che fanno registrare una performance positiva c’è anche Frosinone: +27,3%. Una notizia positiva per l’economia del territorio. Così come sottolinea il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «I dati diffusi dall’Istat indicano che nei primi sei mesi del 2019 il Lazio è la prima regione in Italia per crescita dell’export: +26,9% a frontediuna medianazionaledel +2,7%. Nel primo semestre dell’anno – evidenzia Nicola Zingaretti – il Lazio ha esportato merci per 13,9 miliardi di euro, circa 3 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Molto positivi i risultati delle province di Latina (+56,8%) e Frosinone (+27,3%).Settore trainante-spiega – si conferma il farmaceutico (con una crescita del 64,4%), un’industria che nel nostro territorio crea ricchezza e soprattutto nuova occupazione. In forte crescita anche le esportazioni del settore agroalimentare, dell’abbigliamento e dell’elettronica». Per il presidente regionale si tratta per il Lazio di «risultati straordinari poiché sono la conferma di una politica degli investimenti lungimirante che la giunta regionale ha promosso con continuità e convinzione in questi sei anni di governo su tutto il territorio. Ci aspettano sfide difficili, ma il Lazio ha tutte le potenzialità per fare bene e continuare a crescere grazie anche al coraggio e alla determinazione dei nostri imprenditori e a una strategia condivisa con le amministrazioni locali. Dobbiamo consolidare questi risultati e lavorare affinché il nostro tessuto produttivo diventi sempre più dinamico, proiettato sui mercati internazionali e capace di creare nuova occupazione di qualità, soprattutto per i nostri giovani». Sulla stessa lunghezza d’onda Mauro Buschini, consigliere regionale del Lazio in quota Partito Democratico. «L’export del Lazio fa da locomotiva del Paese e in particolare nella nostra regione si contraddistingue con un risultato eccezionale la provincia di Frosinone che fa segnare un +27,3%. Così come Latina che cresce del 56,8%. Entrambe sono in testa tra i territori italiani per crescita delle esportazioni. I progetti, gli strumenti e le politiche messe in campo dalla Regione Lazio, così come le capacità, la lungimiranza e la competitività degli imprenditori che soffrono per la perdita delle agevolazioni industriali – conclude Mauro Buschini – hanno portato a risultati senza precedenti». Nella panoramica nazionale Istat rileva, nel secondo trimestre 2019, una crescita per il Centro (+5%) e per il Sud e Isole (+4%), mentre una lieve diminuzione delle vendite per il Nord-est e Nord-ovest (-0,6%; -0,4%). Nei primi sei mesi dell’anno tra le regioni più dinamiche all’export su base annua si segnalano il Lazio (+26,9%), il Molise (+24,6%) e la Toscana (+17,9%). Nell’analisi provinciale, in conclusione, Istat registra le performance positive, oltreché di Frosinone e Latina, anche di Bologna, Firenze, Milano e Arezzo.
Vertenza Frusinate chiede di accelerare
Proroga della mobilità, risorse, politiche attive. Sono soltanto alcune delle parole chiave su cui ruota la partita dei disoccupati, percettori dell’ammortizzatore sociale, ricadenti nell’area di crisi complessa. Sono 1.600 tra Frosinone, Rieti e Colleferro. Sotto la sigla di Vertenza Frusinate i disoccupati, che saranno protagonisti di un’a ssemblea informativa martedì prossimo (ore 15 all’interno del salone della Provincia di Frosinone), chiedono «di affrontare l’emergenza e di accorciare i tempi» relativamente alle domande per la deroga. Lamentano la mancanza di un’entrata da marzo e sottolineano, anche attraverso uno dei portavoce Gino Rossi, la necessità di trovare le risorse mancanti e rifinanziare la mobilità in deroga anche per il 2020. Ma il tempo, affermano, è stretto. Gino Rossi, nello specifico, si dice preoccupato: l’a ttuale mobilità scadrà il 21 novembre 2019. Sulla questione delle politiche attive i disoccupati chiedono maggiore chiarezza. Su questo punto, nei giorni scorsi, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno tenuto un incontro con Claudio Di Berardino, assessore regionale al lavoro e nuovi diritti. Le stesse sigle sindacali hanno spiegato che «si è tenuto un incontro con l’assessore regionale Claudio Di Berardino per avviare le politiche attive nei territori di area di crisi complessa. Dopo una lunga discussione la Regione Lazio ha deciso, di co certo con le parti sociali, di convocare le associazioni datoriali il 12 settembre». L’incontro programma per la giornata odierna, spiegano ancora Cgil, Cisl e Uil, «servirà per incentivare le aziende ad aprire nuove attività nelle aree di crisi complessa. In tal caso la Regione si impegna a organizzare e finanziare corsi di formazione». Un altro nodo importante da sciogliere, sempre nel quadro della ricollocazione occupazionale, è quello che riguarda coloro i quali hanno superato i cinquantotto anni. «Per quanto riguarda gli over 58 – evidenziano le organizzazioni sindacali – la Regione convocherà il 13 settembre gran parte dei Comuni ricadenti nelle aree di crisi complessa al fine di impegnare tali lavoratori in lavori di pubblica utilità. Infine, si è deciso di verificare se, a fronte dei tanti pensionamenti, ci siano dei residui da utilizzare per prolungare la mobilità in deroga. Le parti hanno deciso di incontrarsi nel mese di ottobre per fare il punto della situazione e assumere le decisioni conseguenti»
Nuova sede per il “Se veri”
Novità in vistaper gli studenti del liceo scientifico Francesco Severi. Il nodo da sciogliere è quello riguardante il sovraffollamento e, a tal proposito, si va verso un cambio di struttura. Dal prossimo anno scolastico (2020/2021), infatti, gli studenti faranno lezione in quella di via Piave, ora occupata dagli alunni del Brunelleschi-Da Vinci (istituto tecnico economico e geometri) che, verosimilmente, si trasferiranno nell’attuale sede principale del Severi, in viale Europa, su cui sono previsti interventi migliorativi. Non ci sarà più, dunque, per lo scientifico la sede succursale di via Grappelli. «Da quanto dichiara la Provincia -spiegano dallaRete deglistudenti medi – il prossimo settembre gli studenti del Severi avranno lo spazio di cui necessitano all’interno di un istituto capace di accoglierli. Infatti il liceo verrà interamente trasferito di sede nella struttura che ora ospita l’istituto Brunelleschi in via Piave, dopo lavori di riqualificazione edilizia con dei fondi ottenuti dall’amministrazione. La Provincia – proseguono dalla Rete dopo l’incontrodiieri -affermainoltreche a gennaio verrà inaugurata la sede ristrutturata dell’agrario in via Fabi che ospiterà 8 classi con laboratori annessi». Soddisfatto Giacomo Felici, coordinatore provinciale della Rete degli studenti Medi. «È un grande passo in avanti per i ragazzi del Severi. La contrattazione sindacale continua a dimostrarsi il miglior mezzo per difendere i diritti degli studenti». Lorenzo Vellone, presidente della consulta provinciale degli studenti, sottolinea che «ora è fondamentale continuarenell’interlocuzione per curare gli ultimi dettagli come l’adeguamento dei laboratori di scienze e informati ca per le classi di scienze applicate e delle strutture per l’attività sportiva per le classi sportive». Alessandra Sardellitti, consigliere provinciale, afferma. «È in corso una razionalizzazione degli istituti superiori del comune di Frosinone che tenga in considerazione l’aumento degli iscritti nel liceo scientifico Severi e dunque la necessità di spazi adeguati. Questo comporterà una rivisitazione della collocazione di altri istituti che è in corso di valutazione da parte degli uffici tecnici di concerto con i dirigenti scolastici. Obiettivo della Provincia è garantire dignità scolastica a tutti gli studenti ed effettuare eventuali risparmi che potranno essere reinvestiti nella manutenzione delle scuole».
Sardel litti e Quadrini: «Buon anno scolas tico»
Con l’imminente riapertura delle scuole e la ripresa delle lezioni, i consiglieri provinciali Alessandra Sardellitti, delegata alla Pubblica Istruzione, e Massimiliano Quadrini, delegato all’Edilizia Scolastica, rivolgono i loro auguri ai docenti e all’intero personale delle scuole. «Con l’inizio del nuovo anno scolastico – affermano Sardellitti e Quadrini – è nostro dovere porgere a Voi tutti, dirigenti scolastici, corpo docente e corpo non docente, in nome della Provincia di Frosinone, il più sincero ringraziamento per il lavoro che Vi attendee chesaprete affrontare con impegno, entusiasmo e dedizione. La nostra scuola, cuore pulsante della società, è costretta quotidianamente ad affrontare difficoltà, spesso per mancanza di adeguate risorse. E in questa condizione, in cui si chiedono a tutti Voi sacrifici, il Vostro impegno quotidiano è quanto di più prezioso possa aversi». «L’Amministrazione Provinciale, in questo nuovo percorso scolastico, si impegna a sostenervi con altrettanto entusiasmo e impegno, avendo come primario obiettivo la sicurezza e la tutela dei nostri ragazzi e lavorerà per mantenere con voi tutti un dialogo aperto, schietto e proficuo. Vi auguriamo – concludono i due consiglieri provinciali – di vivere questo anno con passione e soddisfazione, di lavorare con i giovani e per i giovani, offrendo loro gli strumenti necessari per una realizzazione umana, culturale e professionale. Buon anno scolastico!»
Dalla Ciociaria non si “s c a pp a
Non si “scappa” dalla Ciociaria. L’indagine, rilanciata dalla piattaforma specializzata Truenumbers su dati Istat 2017, evidenzia che quella ciociara, in Italia, è una delle province con il minor numero di emigrazioni all’estero: 1,22 ogni 1.000 abitanti. Paradossale per un territorio che, soprattutto ai giovani, non offre grandi opportunità di lavoro e prospettive di crescita a livello occupazionale. Eppure l’indagine colloca la provincia di Frosinone nella parte bassa della speciale graduatoria. «Prima di tutto è interessante notare come non solo il fenomeno non sia affatto uniforme, ma non risponde neanche a quei tipici modelli che vedono una contrapposizione netta tra Nord e Sud con quest’ultimo protagonista nelle statistiche “negative” – spiegano da Truenumbers – Il primo dato che salta all’occhio, infatti, è che non sono affatto i meridionali ad emigrare di più, nonostante i redditi più bassi». Ai primi posti ci sono due pro vince vicine al confine con uno Stato straniero: Imperia, con 3,76 emigrati per 1000 abitanti, e poi Bolzano, con 3,47. Frontaliera, al settimo posto, c’è anche Trieste con 3 emigrati su 1000, e poi Como, al nono, con 2,80. Al terzo posto c’è Macerata, con 3,3 e, al quinto, Vicenza, con 3,03. Mantova è all’ottavo posto con 3. Tra queste si inseriscono alcune province siciliane: Agrigento al quarto posto ed Enna, al sesto, con 3,22 e 3,03 emigranti per 1000 abitanti. Numeri alti anche per Teramo, Treviso, Sondrio, Verbania, Pordenone, Biella, Varese, Alessandria. Nel Meridione tra le prime venti ci sono anche Siracusa, Sassari, Crotone. Le 10 province con meno emigranti? Soltanto una è settentrionale: Parma che, così come Rieti, occupa l’ultima posizione. Ovvero, ci si sposta meno (lo fanno solo 1,09 abitanti ogni 1000). Ci sono, inoltre, Caserta, Potenza, Taranto, Terni, Foggia, Matera, Frosinone, Napoli con meno di 1,23 emigranti ogni 1000 persone. 1,82 per Roma, 1,41 per Firenze, mentre Milano ha più emigrati di Napoli
Fca, ancora cassa integrazione
Neiprossimi trentagiorni -ovvero da oggi fino a venerdì 11 ottobre – gli operai dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano si recheranno in fabbrica solo tredici giorni. Nel prossimo mese sono ventidue i giorni lavorativi ma nove di questi lo stabilimento resterà chiuso e si farà ricorso alla cassa integrazione. Oltre ai giorni 16, 23, 30 settembre e 1, 2, 3 e 4 ottobre, ieri l’azienda ha comunicato che i motori resteranno spenti anche il 7 e l’11 ottobre. L’annuncio di questo nuovo stop è dovuto al fatto che le immatricolazioni delle vetture a marchio Alfa prodotte a Cassino sono sempre più in calo ma è tutto il comparto auto a soffrire. Sempre ieri sono stati pubblicati i dati dell’Anfia dai quali emerge che la produzione italiana di autovetture è calata del 19%, sia a luglio che nei primi 7 mesi dell’anno rispetto agli stessi mesi del 2018. «Questi numeri andrebbero sommati a quelli sull’aumento della cassa integrazione e sulla perdita di occupazione e salario per i lavoratori» dice Michele De Palma della Fiom-Cgil che chiede, quindi, un tavolo nazionale sull’automotive a Palazzo Chigi con il presidente Conte. Il neo segretario della Fim-Cisl Raffaele Apetino è allo stesso modo determinato, e spiega: «Per Cassino ci sono gli investimenti annunciati a Balocco l’anno scorso, dunque non siamo in assenza di un piano industriale. Chiediamoperò all’aziendadi acceleraree di dare l’ufficialità del nuovo modello perché poi occorre circa un anno e mezzo prima che vada effettivamente inproduzione, quindi la cassa integrazione comunque ci sarà ma almeno si intravede la luce in fondo al tunnel». A chiedere un incontro direttamente all’azienda nella persona di Pietro Gorlier è il consigliere regionale di “Cambiamo”, Pasquale Ciacciarelli. «Una interlocuzione tra Regione, conla competentecommissione consiliare, della quale sono commissario, e Fca, credo sia fondamentale. Per tutti questi motivi, ho richiesto al dottor Gorlier un incontro, allo scopo di avere una visione si spera rassicurante» spiega Ciacciarelli. E intanto in merito alla fusione tra Fca e Renault, l’Ad Bollorè gela tutti: «La proposta non è più sul tavolo»
La strada Asi risorge U n’opera da un milione
Consegnati i lavori per la strada Asi in territorio di Anagni. Ieri mattina all’apposizione della firma tra gli enti e l’impresa erano presenti il presidente del consorzio industriale frusinate Francesco De Angelis, il sindaco di Anagni Daniele Natalia, quello di Sgurgola Antonio Corsi, il presidente del consiglio regionale Mauro Buschini, il consigliere regionale Sara Battisti, il presidente della camera di commercio Marcello Pigliacelli, il consigliere d’amministrazione dell’Asi e membro di Unindustria Frosinone Miriam Diurni, diversi consiglieri comunali e il gotha del Pd anagnino con il segretario Egidio Proietti e i membri del direttivo. I lavori avrannoinizio lunedì 16 settembre e interesseranno circa due chilometri di strada del comprensorio industriale; prevedono la manutenzione completa e il rifacimento del manto stradale. Il Comune di Anagni e l’Asi stanno inoltre lavorando per munire di pubblica illuminazione questo tratto nevralgico. Il sindaco Natalia dichiara: «Ringrazio il presidente De Angelis e la Regione Lazio per aver risposto con sollecitudine alle richieste del Comune e degli operatori economici della zona industriale. La collaborazione tra enti porta a risultati importanti come questo: oggi abbiamo apposto la firma sul documento che sancisce ufficialmente l’inizio dei lavori sulla strada Asi, un’opera importante, da un milione di euro, che serve alle industrie, alla città e a tutto il comprensorio». De Angelis e Buschini hanno sottolineato: «La programmazione dei lavori è stata resa possibile grazie alla Legge regionale 46, uno strumento legislativo importante che ha positive ricadute sui territori interessati dalla filiera produttiva di Fiat Fca». «Un grandissimo risultato – ha aggiunto Sara Battisti – che premia la perseveranza di De Angelis e il lavoro del Consiglio regionale che ha rifinanziato la Legge 46. Ancora una volta si vedono i frutti del lavoro congiunto e della progettualità portata avanti in Regione per tornare a credere nel futuro del nostro territorio». «Conquestointervento -hasottolineato Marcello Pigliacelli – si risolve un problema di viabilità che per anni ha penalizzato la vitalità delle aziende e reso faticosi gli spostamenti degli autotrasportatori, nuocendo allo sviluppo del territorio. Determinante è stato il lavoro del presidente del ConsorzioAsi cheè riuscitoinmeno diun anno dalla richiesta di finanziamento a dare il via ai lavori. Va poi riconosciuto il contributoalla realizzazione del progetto da parte del professor Gino Scaccia, eccellente tramite con il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture».
Biomedica, ancora sulle barricate
I lavoratori della Biomedica Foscama di Ferentino chiusa da mesi, sono di nuovo sulle barricate. Ieri pomeriggio il clima che si respirava davanti alla fabbrica non era dei migliori. Maestranze e sindacati si sono ritrovati in assemblea dopo l’incontro del giorno prima tra le sigle sindacali, la curatela e la Spl che si è aggiudicata la seconda asta (la prima è andata deserta) per rilevare la storica industria farmaceutica. Come spiegato da Antonella Valeriani (Femca Cisl) ed Enzo Valente (Ugl Chimici): «C’era un impegno della Spl, ossia che 30 lavoratori su 74 (oggi in Cig) andavano tenuti, invece vorrebbero tenere solo 4 persone, le altre collocate in Naspi e riassorbite in seguito. Inoltre i lavoratori perdono tutti i diritti acquisiti negli anni. E la curatela chiede mediante un verbale di conciliazione, in sede sinda cale, che i lavoratori rinuncino a impugnare e a chiedere alcunché alla curatela fallimentare. Noi non ci stiamo, vogliamo che vengano ricollocati i 30 lavoratori. Ieri (martedì ndr) siamo stati forzati ancora una volta: o firmate l’accordo o sarà procedura di mobilità. Oggi (ieri) puntualmente siamo stati raggiunti dalla procedura di mobilità da parte della curatela. A questo punto, dopo i ricatti, chiediamo immediatamente l’apertura di un tavolo istituzionale all’assessore regionale al lavoro, al prefetto e al presidente della Provincia. I lavora tori non possono essere maltrattati e sbeffeggiati». Oltre a Valeriani e Valente sono intervenuti Giuseppe Caccianini (Uiltec), Sandro Chiarlitti (Filctem Cgil), tutti pronti a dare battaglia affinché vada a buon fine la delicata vertenza. È intervenuto con una nota anche Antonio Pompeo sindaco di Ferentino e presidente della Provincia: «Esprimo il disappunto per la mancata conclusione positiva della vertenza Biomedica Foscama. Siamo dalla parte dei lavoratori e pronti a sostenere tutte le azioni che le sigle sindacali vorranno mettere in campo. Mi sono confrontato con esse, artefici del presidio davanti allo stabilimento, ribadendo che siamo a disposizione per ogni iniziativa utile alla salvaguardia dei livelli occupazionali. La mia solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. Occorre il contributo di tutte le istituzioni locali per non subire l’e n n e s imo impoverimento del nostro tessuto industriale».
Pompeo a Giulianova a trovare gli anziani in gita
Visita agli anziani di Ferentino, ospiti del soggiorno estivo a Giulianova, da parte del sindaco Antonio Pompeo e del vicesindaco e assessore ai servizi sociali Luigi Vittori. «Come ogni anno, anche per questa stagione – così il sindaco Pompeo – l’amministrazione comunale di Ferentino ha organizzato il soggiorno estivo per gli anziani che meritano rispetto e coinvolgimento. Il soggiorno per anziani è un modo per offrire loro un periodo di sano divertimento, socializzazione e condivisione, confermando l’attenzione che abbiamo per il settore dei servizi sociali». «È una tradizione per i servizi sociali di Ferentino – ha aggiunto Vittori – dare la possibilità ai nostri anziani di godere di un periodo di riposo al mare. Colgo l’occasione per ringraziare gli animatori dell’associazione “Il Gabbiano” che assistono nelle incombenze e nelle richieste i nostri villeggianti»