Tutte le modifiche al l’Atto aziendale I sindaci valutano
La conferenza dei sindaci ha iniziato la valutazione dell’Atto aziendale della Asl. La seduta di ieri è stata aggiornata fra due settimane, per l’a p p r ovazione. È passata la linea di Nicola Ottaviani, primo cittadino di Frosinone, per dare la possibilità a tutti di approfondire il documento. All’appello hanno risposto 31 sindaci su 91, pochi ma sufficienti perché si era in seconda convocazione (quando ne bastano 18). Poi si è arrivati fino a quota 38. In ogni caso tantissime assenze. Battesimo del fuoco per il direttore generale Stefano Lorusso, che ha spiegato come il termine del 15 novembre (per inviare l’Atto alla Regione) non sia perentorio. Il manager della Asl ha ribadito il concetto espresso nell’intervista rilasciata a Ciociaria Oggi. E cioè che la sanità ciociara potrà effettuare il salto di qualità soltanto se diventerà maggiormente “a t t r a t t iva”. Rilevando: «Abbiamo predisposto concorsi per assumere 20 anestesisti, ma hanno risposto in pochissimi. Stesso discorso per cardiologi, pediatri e altre specializzazioni». In ogni caso però il clima di ieri è stato di grande apertura dei sindaci nei confronti del nuovo direttore generale. «Siamo ancora in luna di miele», ha commentato qualcuno. Stefano Lorusso ha detto che in questa fase ha voluto effettuare una fotografia dell’e s istente, ricordando che il nuovo Atto aziendale verrà varato entro ottobre 2020. Ma in ogni caso le modifiche proposte alla Regione per quest’anno sono significative: 1) suddivisione del Dipartimento ospedaliero in Dipartimento Scienze Medi che e Dipartimento Scienze Chirurgiche; 2) riattivazione dell’Unità operativa complessa Affari generali e supporto all’attività legale; 3) istituzione dell’Unità operativa complessa di lungodegenza a Sora; 4) rafforzamento del Presidio ospedaliero di Sora come polo Tutte le modifiche al l’Atto aziendale I sindaci valutano Sanità Ieri la conferenza dei primi cittadini: 38 presenti Il direttore generale Lorusso: «C’è bisogno di attrattività» oncologico della provincia. L’Atto aziendale 2019 prevede 56 Unità operative complesse ospedaliere (55 nel 2016), 29 Unità operative complesse non ospedaliere (30 nel 2016), 30 Unità operative semplici dipartimentali (31 nel 2016). Il Dipartimento ospedaliero viene sdoppiato: Scienze Mediche e Scienze Chirurgiche. Tra le novità del nuovo Atto aziendale «l’implementazione delle attività di studio e valutazione delle correlazioni tra salute e ambiente all’interno del Dipartimento di prevenzione». Prevista l’istituzione dell’Unità operativa semplice dipartimentale “Percorso diagnostico terapeutico assistenziale” a valenza interdistrettuale. Tra le proposte anche l’a b r o g a z i one delle Unità operative complesse Assistenza Sanitaria di Base e delle Unità operative (…)
«Il Basso Lazio ha bisogno di rappresentanza»
Con oltre 45.000 preferenze, nella circoscrizione dell’Italia Centrale è risultato secondo nella lista di Fratelli d’Italia. Dietro Giorgia Meloni, che però ha optato per un’altra circoscrizione. Nicola Procaccini è europarlamentare, con una robusta esperienza da amministratore locale alle spalle. Fino a luglio scorso è stato sindaco di Terracina, carica incompatibile con quella di parlamentare europeo. Adesso però a Terracina è assessore all’attuazione del programma. Un ruolo che gli consente di mantenere quel legame conil territorioche rappresentala sua forza. Nato nel 1976, è stato militante del Fronte della Gioventù, poi di Azione Giovani e di Alleanza Nazionale. Quindi nel Pdl. Poi aderito a Fratelli d’Italia fin dallafondazione. «Unavitapolitica sempre e tutta a destra», dice. Lo abbiamo intervistato nella nostra redazione di Ciociaria Oggi. Allora Procaccini, Fratelli d’Italia vola nei sondaggi. E la Lega è su livelli enormi. Ormai è questo il centrodestra? O la destra sovranità, come dicono? Detta in altri termini: pensate di avere ancora bisogno di Forza Italia e di altri alleati? «Il giochino centrodestra o destra sovranista non mi appassiona. I cittadini ci premiano (nel voto reale oltre che nei sondaggi) perché sia noi che la Lega siamo capaci di dare risposte serie e concrete. Ma non sfuggo alla domanda: noi crediamo nel centrodestra come coalizione, che è molto radicata nel Paese. Anzi, probabilmente è più radicata nell’elettora – to che nei vertici dei vari partiti. Poi è evidente che ognuno avrà un proprio ruolo e che i numeri peseranno. Ma questo nulla toglie al valore aggiunto della coalizione». In questo momento poi c’è anche “l’effetto Giorgia”. Perfino a ritmo di rap. Però a pensarci bene, anche questo dimostra la forza mediatica e politica di Giorgia Meloni. «Giorgia Meloni è il valore aggiunto, in questo momento credo superiore perfino a Matteo Salvini.GiorgiaMeloni usaunlinguaggio diretto, schietto, coerente. La gente percepisce la verità di questo tipo di impostazione politica. E le aggiungo una cosa: il cosiddetto remix sul discorso pronunciato dalla Meloni sul palco di piazza San Giovanniarriva ad una fascia di elettorato che solitamente non è molta attenta alla politica. Un ulteriore valore aggiunto quindi». Insomma, alla fine vi hanno fatto un favore. «E pure grosso». Senta Procaccini, al Governo però ci sono Pd, Cinque Stelle, Renzi e Leu. E la nostra rimane una Repubblica parlamentare. «Bisogna mettersi d’accordo. Se l’obiettivo è non andare a votare senza violare la Costituzione, alloraètutto aposto.Cimancherebbe. So pure io che la nostra è una Repubblica parlamentare. Ma questo non significa che è la cosa migliore da fare per il Paese. Di fatto la coalizione giallorossa non governa,litiga sututto. Sononemici, neppure avversari. Si vergognano di far parte dello stesso Governo. La crisi dell’Ilva è emblematica. L’Italia può andare avanti così? Non può. Di fatto da una parte c’è il Parlamento e dall’altra il Paese reale che vota in massa per il centrodestra. E il paradosso è che se uno chiede di andare a votare si sente dare del… fascista. In Spagna si è votato quattro volte in quattro anni. In Italia però il rischio è anche un altro». «Il Basso Lazio ha bisogno di rappresentanza» L’intervista Parla Nicola Procaccini, europarlamentare di FdI «Frosinone e Latina meritano la Regione delle Province» Cioè? «L’ ingovernabilità. Nel senso che vedo il rischio che possano fare una nuova legge elettorale con l’obiettivo di rendere ancora più difficile governare il Paese. Ci siamo abituati». Lei è parlamentare europeo? Cosa pensa dell’Unione Europea? «Che ha un’impostazione corporativa. La situazione economica dell’Italia non è migliorata, anzi. Ma c’è maggiore flessibilità, probabilmente perché l’attuale ministro dell’economia viene considerato uno di loro. E chiudono un occhio e mezzo. È normale, non mi scandalizzo. Basta che ammettiamo tutti che alla fine le valutazioni politiche vengono effettuate anche dai burocrati di Strasburgo e Bruxelles. Il centrodestra non è simpatico, il centrosinistra sì. D’altronde, basta pensare che il presidente del consiglio è rimasto lo stesso. A proposito: Giuseppe Contehaguidato dueGovernidiametralmente opposti, uno con la Lega e l’altro con il Pd. Basterebbe questo per descrivere l’anomalia politica italiana di questo momento». E per il resto che clima si respira in Europa nei confronti dell’Italia? «Non percepisco un’Europa ostile. Semmai astratta. Il punto è che non c’è un collegamento tra le massime autorità europee e l’ele – zione diretta. Mi riferisco in particolare alla Commissione Europea e al presidente della Commissione. Inoltre, il ruolo del Parlamento è molto limitato. Quando invece dovrebbe essere centrale, considerando che è l’unico organismo eletto». Veniamo alle province di Frosinone e Latina. Esisterà mai una vocazione del Basso Lazio? Perché i temi non mancano e neppure le eccellenze (pensiamo al chimico-farmaceutico). Ma non si riesce mai ad andare a dama con un gioco di squadra. «Il sottoscritto ha un vantaggio competitivo: Terracina è l’anello di congiunzione tra la Ciociaria e la provincia pontina. Un anello di congiunzione geografico, culturale, storico, turistico. Detto questo, con il senatore (e amico) Massimo Ruspandini ragioniamo spesso del Basso Lazio. La soluzione è obbligata: bisogna superare l’attuale impostazione romanocentrica.Le province di Frosinone e Latina esprimono un milione di abitanti. Hanno bisogno della Regione delle Province. Allo stesso modo Roma ha bisogno di Roma Capitale. Ci sarebbero vantaggi enormi. Oggi il tema principale dei nostri territori è quello della rappresentanza. Si fa fatica ad essere presenti laddove le decisioni vengono prese. Su questo punto dobbiamo insistere. Unterritorio cheha unmilione diabitanti nonpuò nonessere rappresentato degnamente». Fratelli d’Italia sta crescendo molto in Ciociaria e in provincia di Latina. «Le adesioni sono in vertiginosa ascesa. In provincia di Frosinone il lavoro che sta facendo il senatore Massimo Ruspandini è eccezionale. Il tratto distintivo è che la crescita è sia verticale (gli amministratori) che orizzontale (le persone normali, i militanti che si avvicinano al partito). Fra l’altro vorrei sottolineare una cosa: abbiamo degli amministratori preparati, radicati, bravissimi. E questo è il tratto distintivo di Fratelli d’Italia. Noi siamo un partito fortemente radicato sul territorio e da sempre sostenitoridel federalismo municipale. Crediamo nei Comuni insomma. Abbiamo una classe dirigente locale che viene da lontano e che al tempo stesso è stata capace di aprirsi ad altre esperienze».l
Piano scolastico, ecco le scelte
La Provincia di Frosinone, all’esito della fase di consultazione con i dirigenti scolastici, i sindaci e le sigle sindacali, ha definito la proposta di Piano di dimensionamento scolastico da sottoporre all’approvazione della Regione Lazio, nel rispetto delle linee guida indicate dalla Pisana. Il piano, curato dal consigliere delegato Alessandra Sardellitti con il supporto del responsabile del servizio Alberto Cerilli, ha seguito l’obiettivo di assicurare agli studenti la molteplicità di servizi che solo le unità adeguatamente dimensionate consentono di offrire, ovvero: garantire un’offerta formativa sempre più funzionale ad una efficace azione didattico, educativa e formativa sul territorio; innalzare il complessivo livello di prestazione del servizio; realizzare nelle pari opportunità l’uguaglianza sociale e di genere; realizzare il diritto all’apprendimento e successo formativo; evitare l’eccessiva frammentazione dell’offerta formativa; ridurre il disagio degli studenti; assicurare nel tempo continuità e stabilità dell’organizzazione della rete scolastica. L’atto di indirizzo della Regione Lazio stabilisce i parametri di riferimento per la definizione delle istituzioni scolastiche au tonome, precisando, in linea prioritaria, che, per acquisire o mantenere l’autonomia, le stesse devono avere un numero di alunni, consolidato e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compreso tra 600 e 1.200, con tendenza regionale di 900 alunni, salvo il diverso li mite di 400 alunni previsto per le condizioni di particolare isolamento e per i comuni montani (quelli che hanno sede legale al di sopra dei 600 metri). «Il piano – come si legge nella relazione a firma di Sardellitti e Cerilli – nella sua globalità è il risultato di uno studio caratterizzato da una serie di scelte puntuali, comunque, propedeutiche ad una visione generale del territorio, in quanto inteso come una “programmazione di area vasta” tesa ad omogeneizzare l’offerta del servizio dell’istruzione in tutto l’ambito provinciale». Per quanto riguarda gli istituti di primo grado si chiede: il mantenimento dell’Istituto Comprensivo a Guarcino in quanto comune montano; l’istituzione dell’Istituto Comprensivo Piglio-Serrone in quanto il comprensivo di Serrone risulta sottodimensionato; il mantenimento degli istituti comprensivi di Monte San Giovanni Campano considerata la vastità del territorio del comune nonostante il secondo attualmente risulti sottodimensionato; il mantenimento dell’istituto comprensivo di Sant’Elia Fiumerapido nonostante sia sottodimensionato poiché con i suoi attuali 585 alunni potrebbe a breve superare quota 600. Tra gli istituti di secondo grado si chiede il mantenimento del Liceo Classico al Filetico di Ferentino nonostante sia sottodimensionato, il mantenimento dell’I.I.S. Marconi di Anagni perché si prevede un aumento degli alunni con l’attivazioni di nuovi progetti e l’accorpamento dell’I.I.S. “Brunelleschi – Da Vinci” di Frosinone, sottodimensionato, all’I.I.S. “Angeloni” del capoluogo
«Su Aia e Aua la Provincia si sta impegnando molto»
«L’Amministrazione provinciale sta profondendo un grande sforzo, in un ambito così delicato e importante per il territorio e per la vita delle comunità, per rivitalizzare un settore che da anni registra carenze croniche di personale adeguatamente formato». Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Provincia Pompeo al grido di allarme dei sindacati che hanno sottolineato i tempi biblici per ottenere Aia e Aua, circostanza che potrebbe far fuggire gli investitori e potrebbe far perdere posti di lavoro. «In primo luogo – dice Pompeo – èdoveroso, daparte mia,sottolineare quali sono state le azioni portate avanti dall’Ente nel settore ambiente, partendo dai due concorsi pubblici banditi per la copertura di altrettante posizioni occupazionali (una a tempo indeterminato, l’altra a tempo determinato), oltre all’avvio e alla conclusione dell’iter per la selezione di un dirigente. E, questo, in un momento in cui, per le Province, è quanto mai attuale e strenua la battaglia dell’Upi per estendere a questi Enti, a partire dalla manovra 2020, la disciplina per le assunzioni prevista nell’articolo 33-bis del decreto “Crescita”. Ad oggi è ancora aperta la questione delle competenze ambientali da riassegnare nel progetto di revisione della Legge Delrio. Più volte abbiamo rappresentato alla Regione Lazio le difficoltà incontrate nello svolgimento dei servizi di natura ambientale, in assenza di una norma regionale. Per questo abbiamo inviato alla stessa Regione un’ennesima richiesta scritta per la riapertura del tavolo tecnico in cui riaffrontare la questione delle convenzioni. Nonostante carenze logistiche e legislative di tale portata, la Provincia ha continuato a svolgere, con grande senso di responsabilità nei confronti di cittadini e imprese, anche i servizi non espressamente delegati; ha cercato di colmare le lacune di personale avvalendosi del supporto della società in house, con una delibera del Consiglio provinciale. Va da sé, dunque, che pur riconoscendo l’importanza e l’impellenza della richiesta di ridurre le tempistiche per il rilascio di autorizzazioni ambientali, quale quella avanzata dalle sigle sindacali unite, preoccupate anche per la perdita di investimenti sul territorio, altro non possiamo ribadire se non l’assoluta necessità di una collaborazione concreta e fattiva con la Regione Lazio, proprio per superare le emergenze che rallentano lo sviluppo del nostro territorio e l’opportunità di nuovi insediamenti produttivi». «LaProvincia- prosegueilpresidente Pompeo – non si è mai sottratta al confronto con le associazioni di categoria e con i sindacati: alcontrario, hasempre sottolineato l’importanza strategica del gioco di squadra, nel rispetto delle leggi e delle competenze di ciascuno. A ciò si legano anche quelle che,da sempre, sonole mission del nostro Ente: da un lato la priorità del tema ambiente, anche e soprattutto in considerazione dell’alto tasso di inquinamento registrato in numerose aree del territorio, che devono fungere da monito per tutti – istituzioni, politica, imprese – affinché si metta in atto una seria e mirata azione comune di contrasto a un fenomeno estremamente preoccupante». «Dall’altro – conclude Pompeo l’impegno concreto affinché, di pari passo con la tutela e il risanamento dell’ecosistema, si metta in moto anche un percorso di sviluppo del territorio, attraverso l’insediamento di nuove realtà produttive, imprescindibile da un’azione di contrasto a una burocrazia lenta e farraginosa che, al contrario, ne impedisce la crescita».lPie. Pag.
In Ciociaria cresce il “p o p o l o” delle partite Iva
Aumenta il numero delle partite Iva in Italia e in provincia di Frosinone. Il dato di sintesi emerge dalla periodica analisi condotta dall’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, su dati dell’O s s e r v atorio delle Partite Iva del ministero delle Finanze. Sul podio per l’incremento maggiore registrato nei primi sei mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 figurano, nell’o r d ine, le province di: Cuneo con 3.959 iscrizioni nel periodo con un incremento pari al 28,62%; Cosenza con 4.060 iscrizioni e un incremento del 18,61% e Lodi 1.025 iscrizioni con un aumento del 16,21%. La Ciociaria si piazza al 52º posto con 2.802 partite Iva e un aumento percentuale del 5,22%, ultimo tra i territori del Lazio. Le province nelle quali è diminuito il numero delle partite Iva, in misura crescente, nel periodo gennaio giugno 2019 rispetto allo stesso periodo del precedente anno sono state (indichiamo il numero delle iscrizioni e tra parentesi il decremento rilevato): Palermo 5.683 (-0,05%); Pordenone 1.286 (-0,23%); Siracusa 1.974 (-0,40%); Udine 2.304 (-0,43%); Catanzaro 1.938 (-0,46%); Massa Carrara 1.075 (-0,65%); Viterbo 1.926 (-0,87%); Trapani 2.225 (-1,72%); Terni 1.189 (-1,74%); Lecce 4.576 (-2,89%); Novara 1.586 (-2,94%); Salerno 6.250 (-6,03%); Chieti 2.134 (-6,40%); Ascoli Piceno 1.084 (-7,82%); Gorizia 489 (-10,44%); Avellino 2.315 (-10,51%) e Benevento 1.573 (-26,53%). Complessivamente, nel secondo trimestre del 2019 sono state aperte 136.323 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno si registra un aumento del 3,9%. Dall’analisi emerge chiaramente che la distribuzione per natura giuridica mostra che il 73,5% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 20,5% da società di capitali, il 3,3% da società di persone; la quota dei non residenti, in sensibile aumento, e quella delle altre forme giuridiche rappresentano complessivamente il 2,7% del totale delle nuove aperture. Rispetto al secondo trimestre del 2018, si registra un apprezzabile incremento di avviamenti per le persone fisiche (+7%), mentre le forme societarie mostrano significative flessioni (-9% le società di capitali e -15,6% le società di persone). Riguardo alla ripartizione territoriale, circa il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il In Ciociaria cresce il “p o p o l o” delle partite Iva Economia La provincia di Frosinone al 52º posto Le nuove registrazioni hanno quasi toccato quota 3.000 21,8% al Centro e il 35% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente mostra apprezzabili incrementi di avviamenti in provincia di Bolzano (+19,1%), Lombardia (+13,3%) e provincia di Trento (+12,4%). Tra i pochi territori in calo la Basilicata (-5%), il Friuli Venezia Giulia (-4%) e le Marche (-3%). In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 19,7% del totale, seguito dalle attività professionali (16,8%) e dall’agricoltura (10,6%). Rispetto al secondo trimestre del 2018, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nell’istruzione (+23,1%), nelle attività professionali (+17,8%), nell’edilizia e nelle attività finanziarie (+10,7%). La flessione più consistente si osserva nell’agricoltura (-15,5%), mentre cali più modesti si registrano nelle attività manifatturiere (-1,5%) e nell’alloggio e ristorazione (-0,5%). Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per genere mostra una prevalenza della quota maschile, ora pari al 62,7% del totale. Il 44,4% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 32,8% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, tutte le classi di età registrano incrementi di aperture: il più consistente è il +14,6% della classe da 51 a 65 anni. Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 17,8% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero. «Ci preme sottolineare – ha detto il presidente nazionale dell’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, Celestino Bottoni – come sia particolarmente rilevante l’i n c i d e nza, tra coloro che hanno richiesto l’iscrizione di nuove partite Iva, della scelta del regime forfetario. Nel periodo in esame, infatti, sono stati in Italia ben 66.126 i soggetti che hanno aderito al regime forfetario, pari al 48,5% del totale delle nuove aperture, con un forte aumento che in termini percentuale si è tradotto in +35,8% rispetto allo stesso periodo del 2018». «L’aumento – ha chiarito – è da attribuirsi alle modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2019 che hanno elevato a 65.000 euro il limite di ricavi per poter aderire al regime forfetario. I contribuenti chiedono una normativa stabile nel tempo. Pertanto, ci auguriamo che nella legge di bilancio 2020 ci sia la riconferma di quanto ha ben funzionato».
Sotto l’albero 102 giorni di cassa
Sfondato il muro dei cento giorni di cassa integrazione nel 2019. Nella giornata di ieri la dirigenza Fca ha comunicato che i cancelli dello stabilimento di Piedimonte San Germano resteranno chiusi il 9, 12 e 13 dicembre. E questi tre giorni di cassa sotto l’al – bero vanno ad aggiungersi a quelli già programmati per il 15, 22 e 29 novembre e il 2 e 6 dicembre. Cig e par, operai a casa Come se non bastassero i giorni di cassa integrazione, ieri la produzione si è interrotta alle 14 e il turno pomeridiano (14-22) non ha lavorato. L’azienda ha fatto ricorso ai Par, ovvero i permessi dei lavoratori, perchè, a causa della mancanza di un componente, la catena di montaggio non ha potuto produrre. Ma la comunicazione agli operai è arrivata in ritardo, quando molti erano già quasi arrivati e hanno dovuto fareinversione. E la Fiom-Cgil con il segretario Gatti accusa: «Abbiamo toccato il fondo». Tornando invece alla cassa integrazione, ben sette sono i giorni distop incalendario che,sommati alla giornata di domani, e ai 94 “subiti” dal primo gennaio ad oggi, fanno sì che si sfondi il muro dei cento giorni annui di cassa integrazione. Siamo a quota 102, un record negativo, con il fermo produttivo a tripla cifra, che non si toccava ormaida alcunianni eche riporta la fabbrica nei periodi più bui, ovvero agli anni che hanno preceduto l’avvio del piano Alfa e durante i quali si temeva che lo stabilimento di Cassino potesse essere chiuso o accorpato. Ad oggi questa preoccupazione non c’è, in quanto il piano industriale per il sito è in continua evoluzione ed è previsto, nel 2021, l’avvio della produzione del Suv Maserati, il cosiddetto Levantino. Ma la preoccupazione per il presente e per l’imminente futuro è però sempre più crescente: nel corso del 2020 dovrebbe difatti terminare la produzione della Giulietta e sulle linee resterebbero solo Giulia e Stelvio con le versioni ibride. Stop agli interinali e sos esuberi Gli “ammortizzatori” stanno invece terminando per l’indotto che ormai da tempo ha esaurito anche la cassa straordinaria a causa delle pochecommesse diFca: gli interinali che erano stati assunti negli anni scorsi, quando rombavano i motori del Biscione, sono stati mandati a casa ormai da tempo in quanto i contratti nel corso del 2019 non sono stati più rinnovati. Ed ora c’è il rischio di mobilità e di esuberi anche per gli operai contrattualizzati. L’export su cui scommetteva Marchionne per Cassino, non ha portato il valore aggiunto che tutti attendevano e non essersi fatti trovare pronti con l’elettrico potrebbe avere certamente influito. Incognita fusione con Peugeot Per questo ora Fca, dopo aver tentato invano l’alleanza con Renault, ha stipulato la fusione sempre in terra francese, ma con Peugeot. Il gruppo Psa potrà certamente supportare Fca nell’elettri – co, ma secondo alcuni sindacati e analisti la fusione potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di qualche stabilimento. Ed avendo il gruppo francese la compartecipazione statale all’interno,a differenza di quello italiano, potrebbe avere qualche tutela in più. Se il presente fa paura, insomma, anche il futuro è ricco di scommesse. Non tutte facili da vincere
Acqua nella Casa della salute
La pioggia penetra e bagna la Casa della Salute di Ferentino. C’è necessità di un intervento rapido per la sistemazione della vecchia copertura dell’edificio. Le forti piogge degli ultimi giorni hanno messo a nudo le carenze che attanagliano lo stabile e se, come confermato dall’assessore comunale alla sanità Franco Martini, non si interverrà subito per il consolidamentodel tetto, la situazione non potrà che peggiorare e sarebbero dolori, sia per l’edificio che per la popolazione. Ieri mattina è stata trovata acqua piovana sia al secondo che al terzo piano. I danni peggiori si evidenziano nel terzopiano, ubicato sotto tetto. Il pavimento della sala di attesa del servizio vaccinazioni, affiancato dal consultorio familiare, era in parte coperto dall’acqua; parte dei pannelli del soffitto sono venuti giù e continuava a sgocciolare (nonostante la tregua, momentanea, del mal tempo ieri mattina), pertanto si è reso necessario sospendere le vaccinazioni rimandate ad altro giorno. Venuto a conoscenza del problema l’assessore Martini ieri ha fatto un sopralluogo nella Ca sa della Salute, per rendersi conto di persona della situazione. All’uscita dalla struttura era particolarmente amareggiato Martini. Ci ha riferito della problematica legata al tetto dello stabile di cui, a suo dire, la Asl sarebbe a conoscenza: «Non si può non intervenire immediatamente su una struttura restaurata quale è la Casa della Salute di Ferentino. Oggi stesso (ieri, ndr) parteciperò a Frosinone, alla conferenza dei sindaci per il nuovo atto aziendale, e solleciterò l’intervento da apportare al più presto sulla copertura dell’ex presidio ospedaliero. Questa struttura è costata fior di quattrini e deve essere funzionante, anzi con nuovi servizi, come ci avevano assicurato. Ma oggi la prima cosa da fare è intervenire sul tetto per non mandare tutto in rovina. Chiederò di questo temporeggiare, piuttosto che iniziare i lavori». Eppure ci sono servizi nella Casa della Salute di Ferentino efficienti e produttivi per la Asl, su tutti Radiologia, ma anche Fisioterapia, gli ambulatori, il servizio vaccinazioni.