Mauro Buschini: «Apriamo il partito sul territorio»
«Dopo la scissione si apre una nuova stagione. Di fronte alle enormità dei problemi davanti a noi, le crisi aziendali, la paura delle persone, la richiesta di futuro, abbiamo bisogno di più Pd per costruire una forza “cuore pulsante”delle diversità». Lo ha detto Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio, al termine della riunione della direzione nazionale del Pd. La prima dopo lo strappo di Matteo Renzi, la prima per fare il punto della situazione sull’alleanza con il Movimento Cinque Stelle in vista delle regionali in Umbria. Continua Buschini: «Saranno i mesi del rilancio della funzione del Partito Democratico sul territorio, per produrre nuove politiche ed avvicinare tante persone che mai si erano avvicinate». E ancora: «È necessario rifondare un patto per una politica nuova. Il Pd è la vera autentica forza riformista, dove tutti possono e debbono sentirsi a casa». Posizione perfettamente sintonizzata sulla lunghezza d’onda del segretario nazionale Nicola Zingaretti. Il quale ha detto alla platea Democrat: «Faremo scelte straordinarie perché al cambiamento del governo corrisponda una rinascita della società e una nuova forma di democrazia. C’è un nuovo Pd da costruire». Quindi, nell’annunciare che la seduta della direzione è aggiornata a martedì 1 ottobre, Zingaretti ha spiegato «che in quella sede potrebbero essere votate delle scelte». Tira aria di cambiamento. Sempre Zingaretti ha rilevato: «Siamo un partito respingente che non riesce ad aggregare, anche i sindaci denunciano questa difficoltà. In fretta dobbiamo mettere mano a noi stessi, trovare le forme per discutere. Il deficit di cultura politica è questo, dicevamo che bisognava discutere, ma non riuscivamo ad abbattere le gabbie». Argomenta Mauro Buschini: «Apriamo porte e finestre, dal 3 al 6 ottobre apriamo un’iniziativa di banchetti, volantinaggi e dibattiti in tutte le piazze del Paese e della nostra provincia. Per ascoltare e per parlare dei veri problemi delle persone. Dobbiamo mettere in campo la forza riformista partendo dalle idee e dal lavoro quotidiano dei nostri amministratori, che rappresentano il “cuore” della nostra forza di cambiamento. E per questo non vanno lasciati soli. Soltanto il Partito Democratico può esse re la grande forza del cambiamento. Per questo, soprattutto nei territori, non vogliamo chiuderci, ma aprire il partito a tutte quelle realtà sociali, associative, civiche, che vogliono contribuire con noi a questo grande processo politico che intende mettere al centro i problemi delle persone». Mauro Buschini: «Apriamo il partito sul territorio» L’analisi L’intervento dopo la riunione della direzione: «Dopo la scissione adesso inizia una nuova stagione» Dicevamo dell’importanza politica della riunione di ieri del Pd. Una direzione molto affollata. In prima fila il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Non è passata inosservata la presenza di Rosy Bindi, che è tornata a partecipare dopo un lungo periodo di assenza. C’era il commissario agli affari economici dell’Unione Europea Paolo Gentiloni. Il quale ha detto: «Le linee di faglia tra destra e sinistra non sono state mai così nette. Quelle linee di faglia sono attuali e mai state così profonde: sono sotto attacco in tutti i campi, a cominciare dal tema ambientale. L’argine a questo scontro nello scenario politico italiano è uno solo e si chiama Partito Democratico». Sono intervenuti, tra gli altri, tanti esponenti vicini a Renzi nel recente passato. Che però hanno voluto rimarcare la loro scelta di restare nel Pd. Da Anna Ascani a Dario Nardella. E il neo ministro della difesa Lorenzo Guerini. Il quale ha rilevato: «Sono molto a disagio ad affrontare questa direzione e a svolgere l’intervento. Credo che questa scissione sia un errore imperdonabile. L’ho detto fin dall’inizio. Sbagliata perchè non ne capisco le ragioni politiche, sbagliataperché indebolisce il nostro campo e un errore perché trovo sbagliata una divisione deicompitiche vacontrolanatura e l’identità stessa del Pd. Ha avuto effetti che forse non si sono ancora dispiegati del tutto, in particolare sui territori». Il vicesegretario delPd Andrea Orlando ha detto: «Non si sentiva la necessità dell’ennesima scissione nel Pd. Abbiamo parlato di scelta incomprensibile con un po’di retorica; in realtà è comprensibile ma non è motivata da processi storici o politici, bensì da malesseri personali o da legittime aspirazioni personali e collettive». Nicola Zingaretti ha tirato le somme. Affermando: «La scissione come liberazione? Per me è il contrario. Il Pd è il luogo del riformismo». Quindi l’apertura alle minoranze. Ha notato Zingaretti: «Le mozioni congressuali che si sono confrontate sei mesi fa si interrogavano su come costruire un’alternativa ai gialloverdi. Ora questoscenario è stato superato in positivo. Siamo proiettati in un’altra fase. Abbiamo bisogno delle minoranze. Vedremo con quali modalità riorganizzare il dibattito interno». Poi ha concluso: «Sulla legge elettorale non c’è stato nessuno scippo degli organi dirigenti. La scelta l’ho fatta io per chiudere l’accordo di governo. Con i gruppi approfondiremo per evitare che si facciano scelte che tradiscano la natura del Pd. Dobbiamo fare una scelta corale. Si devono verificare tutte le possibilità di allargare il nostro campo, a partire dai territori. Ora serve un Pd a vocazione maggioritaria per costruire un progetto forte e credibile».
Il centrodestra del futuro è già… arrivato
«Condivido le parole del senatore Ruspandini. Oggi abbiamo i numeri e le persone necessarie e competenti per poter portare avanti le battaglie storiche della provincia di Frosinone». Lo afferma Antonello Iannarilli, in prima fila alla tre giorni di Atreju di Fratelli d’Italia. Con lui Mattia Santucci (responsabile del gruppo giovanile di Alatri), Alessia Savo e Maria Teresa Graziani. Massimo Ruspandini ha tracciato la rotta, dicendo che Fratelli d’Italia è nelle condizioni adesso di poter assumere il ruolo di partito guida del centrodestra in provincia di Frosinone. Continua Iannarilli: «Noi, uniti al nostro senatore Ruspandini, sapremo lottare e riportare in auge il nome della nostra provincia. Quindi si “ricomincia” concretamente e più forte che mai a tornare nelle piazze, nei Comuni, per le strade. Per spiegare gli “inciuci di palazzo” e soprattutto per prendere impegni concreti con il nostro elettorato e con tutti i cittadini. L’obiettivo è progettare un futuro migliore per i nostri cittadini. Siamo presenti in Regione, in Parlamento, in Europa e possiamo e dobbiamo portare a compimento le nostre istanze. Siamo pronti su tutti i fronti per lavorare sulle future sfide amministrative, regionali e nazionali». Continua Iannarilli: «Siamo tutti soddisfatti del risultato ottenuto dalla manifestazione. Siamo ancora più soddisfatti della scelta politica compiuta. Abbiamo un leader serio che condivide le nostre idee e porta avanti i progetti con serietà ed onestà intellettuale. Non è facile essere credibile nel contesto politico attuale. La costanza e l’intraprendenza di Fratelli d’Italia, unita al nostro ingresso nel partito prima delle elezioni europee, ha fatto sì che oggi siamo il secondo partito provinciale del centrodestra. Raggiungendo tutti gli obiettivi fissati dal nostro leader, tra i quali il quorum per ottenere i parlamentari europei». Un tema importante quello toccato da Iannarilli. Perché gli assetti del centrodestra, anche provinciale, sono molto cambiati. A Fratelli d’Italia si sono avvicinati molti ex big “azzurri”: dallo stesso Antonello Iannarilli ad Alessia Savo. Ma pure Alfredo Pallone, che ha “traghettato” l’intera componente di riferimento. Poi naturalmente c’è tutta la “vecchia guardia” del partito: il senatore Massimo Ruspandini, il segretario provinciale Paolo Pulciani, il presidente del consiglio provinciale Daniele Maura, ma anche Alessandro Foglietta. “Ventre a terra” anche la Lega. Il deputato e coordinatore regionale Francesco Zicchieri dice: «Con 35.000 firme raccolte in tutto il Lazio, nonostante il maltempo e qualche “disturbatore” seriale, possiamo dire con grande soddisfa zione che abbiamo centrato un risultato straordinario contro il governo delle poltrone, dei maggiordomi di Bruxelles, delle tasse e dell’invasione». Nella coalizione ci sono pure Forza Italia e Cambiamo di Giovanni Toti. L’uno contro l’altro armati finora. Come i secoli del Manzoni.l
Piacentini rientra in FI e si leva qualche sassolino
«Un rientro? Beh, non proprio. In realtà non sono mai andato via da Forza Italia». Così Adriano Piacentini, presidente del consiglio comunale di Frosinone. Spiega: «Nei mesi scorsi avevo preso le distanze perché non condividevo le modalità del congresso provinciale. I fatti mi hanno dato ragione: alla fine sono andato via tutti quelli che si erano costruiti il congresso su misura». Chiaro il riferimento a Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli, Danilo Magliocchetti, Tommaso Ciccone. Rileva Piacentini: «FI resta centrale, punto di riferimento per moderati, cattolici e liberali. Sono sempre dalla stessa parte, quella del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Ringrazio lui e il vicecoordinatore regionale Gianluca Quadrini. Al Comune di Frosinoneabbiamo ungruppodi tre consiglieri e un capogruppo come Riccardo Masecchia. Aggiungo pure che al partito si stanno avvicinando tanti giovani. Su piano provinciale dico a tutti di restare in Forza Italia, che resta una certezza contro “avventure” dal fiato corto». Poi Piacentini aggiunge: «Per quanto riguarda il Comune di Frosinone, il sindaco Ottaviani ha ribadito che si voterà fra tre anni, alla scadenza del mandato. Credo che nel centrodestra chiunque voglia legittimamente candidarsi a sindaco debba accettare di sottoporsi alle primarie. Senza fughe in avanti. Il sottoscritto? Darò il mio contributo»
Motorizzazione, ancora ritardi
«Abito vicino alla motorizzazione. Sono andato lì cinque volte, ma non sono riuscito a prenotare la revisione». È la protesta di un cittadino di Frosinone per i ritardi nell’evasione delle pratiche alla motorizzazione civile di Frosinone. Una protesta, peraltro, non nuova e che parte da lontano. Da quando cioè l’inchiesta Pay to drive condotta dalla squadra mobile di Frosinone nel 2016 per le patenti facili ha di fatto decapitato gli uffici frusinati. «Sono più di venti giorni che cerco di avere l’appuntamento per larevisione, ma niente -si sfoga al telefono l’uomo – Eppure ho pagato il bollettino da 45 euro che, ora, rischio di perdere. Anche perché il mio problema è che la revisione mi scade lunedì. Lo dicano chiaramente però che non riescono a servire tutti, così uno sa cosa fare. È un comportamento scorretto verso gli utenti. Mi hanno detto che devono dare i numeretti, ma possibile che in cinque volte nemmeno la prenotazione sono in grado di garantire?». Analoghe proteste, peraltro, si erano registrate anche negli ultimi tre anni. Sin dal settembre del 2016, infatti, utenti ma anche agenzie lamentavano forti disagi per l’adempimento delle pratiche. Dalla motorizzazione hanno cercato di ovviare con una serie dsessioni apposite con personale in trasferta da Roma, ma evidentemente gli sforzi non sono stati sufficienti per venire incontro a tutte le richieste dell’utenza. Con il risultato che molti cittadini si rivolgono direttamente ai privati per lerevisioni in mododa bypassare attesee burocrazia. Nonè infrequente, infatti, vedere file di mezzi, soprattutto pesanti, in attesa della revisione sostare a lungo all’esterno del complesso di via Monti Lepini con conseguenze anche sul deflusso delle auto da via Calvosa. Nel 2016 i titolari delle agenzie si lamentavano di «non poter consegnare carte di circolazione, acquisire nulla osta dal reparto merci in tempi certi, non avere riferimenti relativamente a collaudi e revisioni». E ancora a giugno del 2017 nuove proteste per i ritardi nellosvolgimento delleattività era stato richiesto anche l’intervento delle forze dell’ordine. A giugno del 2018 c’era stata una manifestazione di protesta dei professionisti che ruotano attorno a mobilità e trasporti, di titolari di agenzie di pratiche auto e autofficine con tanto di sollecitazione all’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.
Arr iva la superfotocamera: riconosce ogni tifoso allo stadio
Una fotocamera capace di “pescare”, riprendere e riconoscere un volto tra quello di decine di migliaia di persone. In uno stadio o magari in strada. Come spiega il Global Times, in Cina è stato sviluppato un sistema di fotocamere e videocamere ad altissima risoluzione in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale per raccogliere dati ed elaborarli. Lo strumento è il prodotto di un progetto che ha coinvolto i team della Fudan University di Shanghai e dell’Accademia delle scienze di Changchum. Secondo i ricercatori i sistemi potranno essere utili in campo militare e per la pubblica sicurezza. Il pensiero, inevitabilmente, corre anche alle questioni relative alla privacy. Questa nuova camera, con i suoi 500 megapixel, garantirebbe immagini con una risoluzione pari a cinque volte quella percepita dall’occhio umano. La camera sarebbe in grado di immortalare decine di migliaia di tifosi, presenti in uno stadio, i loro volti sarebbero perfettamente riconoscibili e distinguibili uno dall’altro. Ma proprio la capacità di scattare foto a “distanza ultra-lunga”, con un’altissima definizione, e la possibilità di incrociare queste foto con sistemi di riconoscimento facciale stanno destando, in Cina e all’estero, serie preoccupazioni sul fronte della privacy e dell’uso improprio di sistemi di questo tipo.
In Rwanda per sé e per gli altri
Un’opportunità di crescita individuale che permette anche di entrare in contatto con altre culture e stili di vita. Un’esperienza unica che permette di aiutare, anche soltanto con un sorriso, con una stretta di mano, una parola di conforto, chi è meno fortunato di noi: ragazzi che vivono in strada, orfani o vedove che hanno perso i loro cari vittime del genocidio. Un aiuto che arriva dalle persone che, grazie al servizio civile nazionale “Amici del Rwanda – Frosinone”, hanno deciso di dedicare il proprio tempo al prossimo. Parliamo di giovani volontari. Il 10 ottobre scadrà il termineper il prossimo bando, mentre nei giorni scorsi sono ripartiti, per completare la loro esperienza, Gianmarco Giannetta, 19 anni di Amaseno e Matteo Gardellin, 22 anni, di Vicenza. Li abbiamo incontrati nella sede della Caritas della diocesi di Frosinone. Sono tornati per alcune settimane per raccontare la loro esperienza, come da prassi nel corso del progetto. Per Matteo Gardellin l’espe – rienza vissuta in Bosnia come volontario anni prima, il volontariato già svolto in Caritas nella sua città e il “passa parola” di chi ha già partecipato a un simile progetto, lo hanno spinto a inviare la domanda alla Caritas di Frosinone. «Un’esperienza molto utile – sottolinea Matteo – Utile per me stesso e per gli altri. Come ho potuto vedere anche in Caritas, più aiuti te stesso, più puoi aiutare gli altri». L’esperienza che si vive è occasionedi informazionee presadi coscienza da parte della comunità, riguardo ai disagi del territorio e ai valori del servizio civile. Matteo e Gianmarco ci raccontano anche dell’incontro con un ragazzo di strada«aveva ildesiderio diandare a scuola – ci dice Matteo – siamo riusciti a realizzarlo e ad iscriverlo a un college». E Gianmarco ci racconta anche le emozioni belle che trasmettono ibambini con i loro abbracci, le loro strette di mano. «Ci guardano incuriositi. Per me è la prima esperienza e sono contento di aver fatto questa scelta che mi ha permesso di conoscere posti nuovi, persone con usi e costumi diversi. Ci rende felici sapere che in qualche modo possiamo essere di aiuto. Mi sono reso conto che aiutare i bambini e ragazzi ad andare a scuola, oppure fermarsi a parlare con le vedove, gli anziani, è una bella cosa». Ogni parrocchia haun progetto da seguire. Anche in base alle necessità del territorio in cui si trova. Ogni giorno si vive alla giornata, ma sempre con la consapevolezza di essere di aiuto a chi è in difficoltà, a chi ha bisogno di vedere porgere l’altra mano. L’espe – rienza di Matteo Gardellin e Gianmarco Giannetta terminerà a gennaio. Intanto sono tornati in Rwanda, pronti a continuare il loro percorso soprattutto di crescita personale, convinti che quando faranno rientro in Italia sentiranno lamancanza di tuttele persone che hanno incontrato, aiutato. Di chi ha condiviso con loro questa esperienza, degli altri ragazzi volontari conosciuti, di chi li ha accolti nelle parrocchie e seguiti, di chi li ha accompagnati ed è stato con loro all’inizio del loro viaggio anche per aiutarli ad ambientarsi. Intanto, per loro, altri quattro mesi da vivere in Rwanda e un messaggioa tuttiiragazzi:«vale lapena svolgere il servizio civile con la Caritas. Un’esperienza davvero unica».
Cassino – Emergenza casa, si interviene
Dopo l’ok in commissione al progetto deltaxi sociale,che abreve sarà al vaglio del consiglio, l’as – sessore Luigi Maccaro di concerto con il primo cittadino Enzo Salera è impegnatoanche nell’affrontare l’emergenza abitativa con un nuovo progetto di housing sociale. Anzitutto è riuscito a evitare lo sfratto che era in programma oggi, dopodiché ha avviato una serie di azioni volte a risolvere l’emer – genza casa. Alcuni risultati si vedranno a breve-medio termine, per altri servirà più tempo. Questa mattina l’assessore farà un sopralluogo con il dirigente in alcuni appartamenti in via Casilina nord: sia per questa struttura, sia per quella di via Casilina sud (frutto di una lottizzazione abusiva che il tribunale ha affidato la scorsa settimana al Comune) l’idea è quella di fare un progetto di housing sociale. Ma mentre per gli appartamenti di via Casilina nord l’iter sembra più veloce, per il bene confiscato in via Casilina sud occorre prima completare la costruzione del manufatto in cemento armato. Dunque, i tempi si annunciano certamente più lunghi. L’assessore lavora in piena sinergiaconil sindacoEnzoSalerae si pensa a come completare tutto il progetto dell’housing perché, come spiega bene Maccaro, «il tetto non basta: serve un percorso educativo che aiuti queste persone ad emergere dalla situazione di bisogno». Sempre per quel che riguarda l’emergenza casa, c’è poi il lavoro avviato con l’Ater e infine, spiega con determinazione l’assessore alla coesione sociale, «faremo una ricognizione su tutti gli immobili occupati abusivamente perché io sono il primoche vuole solidarietà nei confronti delle persone che hanno bisogno ma la solidarietà deve camminare di pari passo con la legalità e l’occupazione abusiva degli immobili pubblici è un’azio – ne illegale. Se vogliamo fare solidarietà in un regime di legalità io sono in prima fila, altrimenti – conclude Maccaro – viene meno qualunque dialogo».
Stazione, benvenuti all’i n fe r n o
Stazione ferroviaria nel degrado più assoluto; il fai da te del barista ed il sorriso della cassiera servono a poco, di fronte ai tragici effetti dell’i ncuria più assoluta ed alle responsabilità dell’a m m i n i s t r azione comunale e di Trenitalia. Parlare di degrado è addirittura riduttivo, riferendosi ad una stazione ferroviaria denominata Anagni-Fiuggi Terme e per questo deputata a ricevere visitatori e turisti, oltre che pendolari per lavoro e per studio. Le corriere, o circolari, che ritardano sistematicamente quando, e capita spesso, proprio arrivano lasciando a piedi i poveri viaggiatori. Il piazzale, che quando piove si allaga, mostra il 90% dei corpi illuminanti non funzionanti. La sporcizia la fa da padrone, e per fortuna che il barista si arma di pazienza e sacchi neri eliminando le sozzure. Il parcheggio comunale a due piani, inaugurato una decina di anni fa, è ormai in una situazione desolante: pavimentazione dissestata, pali dell’illuminazione divelti o in bilico; elementi del sistema di antincendio distrutti, dissuasori con chiodi e bulloni vera trappola per le automobili e gli automobilisti; la scala di collegamento off limits, con i resti della defecazione selvaggia ed altro di innominabile. Passando alla stazione vera e propria: la biglietteria non funzionante, e la macchina erogatrice automatica “v a n d alizzata” ma nessuno la ripara o sostituisce (quando è chiuso il bar, vietata viaggiare); la passerelle per aiutare i disabili a salire sul treno eliminata e mai sostituita; i bagni pubblici, addirittura, con le porte murate!! Ce n’è d’altro, ma per ora accontentiamoci di questo. Insomma un quadro desolante che da tempo denunciano i frequentatori.
Ferentino – Il Comune investe sulla sicurezza nelle scuole
Attenzione rivolta agli istituti scolastici della città. Sono già stati approvati dalla giunta comunale tre studi di fattibilità relativamente agli interventi da realizzare e per ogni progetto è già stata avanzata richiesta di finanziamento al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca da parte dell’Ufficiotecnico comunale,settore lavori pubblici e progettazione. Per quanto riguarda l’edificio che ospita lascuola capoluogo (infanzia e primaria) del Comprensivo 1 in via Circonvallazione, è previsto l’intervento di messa in sicurezza, perciò il Comune ha fatto istanza del finanziamento per circa 3.000.000 di euro. Il progetto, come gli altri due, è inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2019-2021. Stesse attenzioni per l’istituto capoluogo del Comprensivo 2 che accoglie la scuola media Giorgi. In tal caso si dovrà realizzare l’intervento di adeguamento antisismico, per cui l’ente locale ha richiesto un finanziamento di circa 3.000.000 di euro. Ha invece undestino diverso la scuola dell’infanzia e primaria Colle Silvi del Comprensivo Ferentino 1. Per essa si evince dall’oggetto della delibera di giunta l’intervento di demolizione e ricostruzione della scuola ubicata in località Campo sportivo, proprio accanto allo stadio comunale. La spesa complessiva dell’intervento è di circa 2.000.000 di euro. Pertanto il Comune ha fatto richiesta di finanziamento di tale somma al Ministero. Va ribadito che il ministro dell’istruzione ha firmato a maggio scorso undecreto che consente la messa in sicurezza degli edifici scolastici, destinandovi 120 milioni per la messa in sicurezza, l’adeguamento antisismico eperla nuovacostruzionediscuole in quattro regioni italiane ricadenti in zone sismiche 1 e 2 fra cui il Lazio. In caso di demolizione la scuola Colle Silvi verrà ricostruita da zero in altro posto ma nello stesso quartiere.