Pompeo scuote ancora i Democrat: cambiare sul serio
«Certo che resto sulla mia posizione. E confermo la richiesta al segretario nazionale Nicola Zingaretti (che ho sostenuto con convinzione alle primarie)di creare le condizioni affinché tutti si sentano a casa nel Pd». È netto il giudizio di Antonio Pompeo, presidente della Provincia, dell’Upi Lazio e sindaco di Ferentino.Spiega Pompeo: «Va benissimo l’iniziativa di Bologna per fare il punto della situazione nella tre giorni dal 15 al 17 novembre. Va bene anche la prospettiva congressuale per i primi mesi del 2020 che Zingaretti non ha escluso, anche se francamente ho perso il conto delle primarie e dei congressi effettuati in questi ultimi anni. Il punto vero, però, è che tutto questo poi va declinato nel concreto e sui territori. Per esempio, in provincia di Frosinone è assolutamente necessario e urgente celebrare il congresso. Da troppo tempo c’è una fase quasi commissariale, nel senso che il segretario eletto, Simone Costanzo, si dimise nel gennaio 2018 per partecipare alle regionali. Subentrò l’allora presidente provinciale del partito Domenico Alfieri, con un ruolo di facente funzioni. Adesso però il congresso va celebrato. Se poi si vuole perseguire davvero la strada unitaria, allora a mio giudizio c’è bisogno di un passaggio ulteriore: la previsione di una fase precongressuale che accompagni il partito al congresso. Ergo, va creato e costituito un organismo ad hoc, che accompagni il partito al congresso vero e proprio. Ed è assolutamente normale che in questo periodo ci sia una gestione condivisa del partito a livello provinciale». Il ragionamento politico di Pompeo è una risposta all’apertu – ra arrivata da Francesco De Angelis (leader dell’area Pensare Democratico), ma con un paletto: la gestionecondivisain unafaseprecongressuale riconosciuta. Chiosa Pompeo: «Questo naturalmente se c’è davvero una volontà di condivisione». In altri termini: il presidente della Provincia vuole evitare di trovarsi di fronte ad una candidatura alla segreteria non condivisa.Quindi, spostandoildiscorso sul piano nazionale, Antonio Pompeo argomenta: «Dicevo che vanno bene le iniziative annunciate da Zingaretti, a cominciare da quella di Bologna. Chiaro L’orizzonte arriva a febbraio, Alfieri “c uce” IL PUNTO “Tutta un’altra storia”. È questo il tema della tre giorni che il Partito Democratico terrà a Bologna dal 15 al 17 novembre. Quando il segretario nazionale Nicola Zingaretti darà indicazioni nette e precise per quello che sarà il futuro del partito. Contemporaneamente in provincia di Frosinone la stagione congressuale dovrebbe iniziare presto per concludersi a febbraio. Una partita importante. Francesco De Angelis ha avviato una serie di incontri, sia con il segretario Domenico Alfieri (incaricato di sovrintendere e guidare questo momento), sia con il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Ma bisognerà attendere vari passaggi per capire quello che potrà succedere. Il nome in pole position per la segreteria è quello di Luca Fantini, leader regionale dei Giovani Democratici, peraltro vicinissimo al segretario nazionale Nicola Zingaretti. Però è evidente che sarà importante l’equilibrio che troveranno le componenti di Francesco De Angelis (della quale fanno parte anche Mauro Buschini e Sara Battisti) e Antonio Pompeo. Poi naturalmente c’è il fattore Renzi. Nel senso che all’i n t e rno dell’area del presidente della Provincia in diversi guardano con attenzione nella direzione di Italia Viva. Pure questa è un’incognita destinata a pesare, in un senso o nell’altro. A febbraio comunque l’ora della verità.l C or.Tre. Il segretario p rov i n c i a l e dei Democrat Domenico A l fi e ri Tra i nomi in pole per la successione c’è quello di Luca Fantini Pompeo scuote ancora i Democrat: cambiare sul serio L’analisi Il presidente della Provincia fissa i paletti: «Voglio restare, ma i matrimoni si portano avanti in due» però che vanno riempite di contenuti. La sconfittadell’Umbria è un segnale forte sul quale dobbiamo riflettere, ma allo stesso tempo dobbiamo dare una prospettiva e una progettualità al partito. Se il cambio del nome può aiutare? Sì, può anche aiutare, però è importante stabilire un percorso chiaro. Dobbiamo dirci le cose come stanno:laveritàè cheèvenutomenolo spirito fondativo del Pd, quello alimentato dai Ds e dalla Margherita. Quando si arrivò ad una sintesi importante e fondamentale. Quello spirito è sfumato, quasi azzerato. Dobbiamo chiederci se intendiamo continuare ad avere un contenitore del genere, con due sensibilità politiche enormi sul piano storico, culturale e sociale. È su questo punto che insisto quando dico che nel Pd si devono sentire a casa tutti. Non solo quelli provenienti da una parte. Perciò insisto nell’affermare che la sconfitta dell’Umbria fa male, ma passa in secondo piano rispetto alla prospettiva che vogliamo darci. Cioè dobbiamo decidere cosa fare, dove andare e con chi vogliamo andarci». Chiediamo a Pompeo: non è un segreto però che su di lei e sulla sua area ci sia un pressing molto forte di Italia Viva di Matteo Renzi. E neppure che lei abbia contatti con i renziani rimasti nel Pd (almeno per ora): Andrea Marcucci e Luca Lotti in primis. Dichiara Antonio Pompeo: «Intanto è importante che io mi muova sempre in un’ottica di centrosinistra. Battuta a parte, tutti conoscono la mia storia e la mia provenienza politica. Provengo dalla Margherita e sono tra i fondatori del Pd. Nel Partito Democratico intendo restare, però i matrimoni si fanno e si portano avanti in due. Ma certo il cambiamento è necessario. Occorrono condizioni diverse da quelle attuali. A Zingaretti rinnovo l’invito ad ascoltare il grido d’allarme che arriva dal territorio e che chiede risposte efficaci e rapide su temi come la sanità, l’ambiente e l’occupazione. Ripeto: tutti devono sentirsi a casa nel Pd». Ma all’accordo sistematico e ad ogni livello con i Cinque Stelle Pompeo crede? Rileva il presidente della Provincia: «Con loro c’è stato un accordo per il Governo nazionale per scongiurare alcune emergenze. Per il resto è complicato, soprattutto se da parte loro la risposta è sempre no. Noi però andiamo avanti lungo la strada della crescita e dello sviluppo, non accontentiamoci».
L’orizzonte arriva a febbraio, Alfieri “c uce”
“Tutta un’altra storia”. È questo il tema della tre giorni che il Partito Democratico terrà a Bologna dal 15 al 17 novembre. Quando il segretario nazionale Nicola Zingaretti darà indicazioni nette e precise per quello che sarà il futuro del partito. Contemporaneamente in provincia di Frosinone la stagione congressuale dovrebbe iniziare presto per concludersi a febbraio. Una partita importante. Francesco De Angelis ha avviato una serie di incontri, sia con il segretario Domenico Alfieri (incaricato di sovrintendere e guidare questo momento), sia con il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Ma bisognerà attendere vari passaggi per capire quello che potrà succedere. Il nome in pole position per la segreteria è quello di Luca Fantini, leader regionale dei Giovani Democratici, peraltro vicinissimo al segretario nazionale Nicola Zingaretti. Però è evidente che sarà importante l’equilibrio che troveranno le componenti di Francesco De Angelis (della quale fanno parte anche Mauro Buschini e Sara Battisti) e Antonio Pompeo. Poi naturalmente c’è il fattore Renzi. Nel senso che all’i n t e rno dell’area del presidente della Provincia in diversi guardano con attenzione nella direzione di Italia Viva. Pure questa è un’incognita destinata a pesare, in un senso o nell’altro. A febbraio comunque l’ora della verità.
«Condivido in pieno l’analisi di Zicchieri»
«Condivido nei minimi dettagli la posizione espressa dall’onorevole Francesco Zicchieri, coordinatore regionale della Lega. Perché è la stessa posizione di Forza Italia». Così Gianluca Quadrini, vicecoordinatore regionale e consigliere provinciale di Forza Italia. A Ciociaria Oggi Francesco Zicchieri aveva dichiarato: «Lo dico a scanso di equivoci: chi non vota la sfiducia a Zingaretti, per il sottoscritto è fuori dal centrodestra. Punto e basta. Stesso discorso in Ciociaria: chi vuole stare nel centrodestra, non può sostenere o fare da stampella al presidente della Provincia Antonio Pompeo. Non è possibile una cosa del genere». Rileva Gianluca Quadrini: «È un punto importante, che fra l’altro conferma quello che vado sostenendo da tempo e cioè che il centrodestra è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda anche in Ciociaria. Come d’a ltronde lo è sul piano nazionale». Aggiunge Gianluca Quadrini: «La Lega è il primo partito della coalizione e quindi è perfino normale che prenda l’i n i z i ativa. Però è altrettanto chiaro che esiste una dimensione territoriale da rispettare, oltre che da tenere presente. In provincia di Frosinone Forza Italia esprime più di dieci sindaci e tantissimi amministratori locali. Noi chiediamo di essere tenuti in considerazione. Poi è evidente che non si può prescindere dalla coalizione. Anzi, probabilmente la coalizione è molto più radicata sul territorio che nelle alchimie dei partiti. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia vengono percepiti come alleati. Ed è giusto che sia così. Tornando alla Provincia, sono perfettamente consapevole che parliamo di un ente di secondo livello e che su temi importanti l’approccio amministrativo è sicuramente fondamentale. Infatti non ci siamo mai tirati indietro e mai lo faremo. Però è vero pure che stiamo attraversando un momento politico delicato e fondamentale nel Paese. Nel quale le considerazioni politiche vanno fatte. Se si profila la possibilità di mettere in evidenza che il centrosinistra non ha la maggioranza in consiglio, perché non approfittarne? Le elezioni per il rinnovo dei consiglieri le ha vinte il centrodestra lo scorso aprile. A dimostrazione che siamo più radicati anche nelle Amministrazioni locali. Infine, alla guida della Provincia c’è Antonio Pompeo, che è un big del Partito Democratico. Insomma, il risvolto politico sarebbe fondamentale. Per quanto concerne la Regione Lazio, sulla mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti il centrodestra non può scherzare. Gli effetti sul piano nazionale sarebbero enormi»
Cervaro – Netturbini senza stipendio
Sembra un incubo senza fine l’emergenza differenziata a Cervaro. a giorni ormai il servizio viene effettuato a macchia di leopardo, in alcune zone i rifiuti si sono ammucchiati per giorni. I residenti sono avviliti e furiosi, chiedono interventi e chiarimenti che stentano ad arrivare. Nel frattempo più di 8 operatori ecologici sono senza stipendio da quattro mesi. «È questa la situazione che stanno affrontando i netturbini che prestano servizio per il Comune di Cervaro – fa sapere in una nota Liliana Errante, AslaCobas di San Giorgio Liri alla quale si sono rivolti i lavoratori – Dopo la decisione della Tac Ecologica Srl, azienda titolare dell’appalto per la raccolta rifiuti solidi urbani, nel Comune di Cervaro, di rescindere il contratto di appalto, i lavoratori, che da 4 mesi non percepiscono lo stipendio, sono ormai sospesi dal lavoro e dalla retribuzione da circa 10 giorni. Nel frattempo il commissario prefettizio del Comune di Cervaro, per sopperire all’emergenza rifiuti, ha incaricato la Super Eco Srl per effettuare la raccolta. L’Asla Cobas di San Giorgio a Liri ha richiesto, con una nota del 30 ottobre scorso, al commissario prefettizio Monica Ferraminolfi, di convocare con urgenza le parti per procedere al passaggio di cantiere e consentire ai dipendenti di essere assunti dalla Super Eco srl e riprendere l’attività lavorativa. Nel frattempo la Tac, che ha sospeso i dipendenti a seguito di recissione del contratto, non ha ancora licenziato i lavoratori – spiega Errante – non permettendo agli stessi di essere assunti con la nuova società. La situazione è drammatica, le famiglie degli operatori ecologici non hanno nemmeno più i soldi per comprare i generi essenziali per la sopravvivenza». Ieri il sindacato ha inviato una ulteriore pec alle parti per procedere con urgenza al passaggio di cantiere. L’Asla Cobas si appella al commissario prefettizio affinché si adoperi, al più presto, a convocare le parti per risolvere questa drammatica situazione
«Scelta doverosa per il territorio»
La mozione per l’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle vittime delle marocchinate si prepara ad approdare sul tavolo del Presidente della Repubblica e dei Presidenti di Camera e Senato. L’iter della proposta lanciata dal consigliere comunale di Pontecorvo Moira Rotondo prosegue il suo percorso incassando nuovi e importanti appoggi. «La campagna per l’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle marocchinate sta pervadendo comeprevedevamo tutto il territorio al di là degli steccati politici –ha affermatoilconsigliere MoiraRotondo – Dopodue anni di studio e riflessione nel maggio di quest’anno, in occasione del settantacinquesimo anniversario dei tragici fatti del 1944, ho deciso di mettere nero su bianco e portare dentro le aule consiliari di ciascun Comune, nel cuore delle istituzioni, questotema. Scrivendoin un certo senso la storia, come ha detto Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione nazionale “Vitti – me delle Marocchinate”, cui devo molto, come pure a Damiana Leone e al resto del paese. Quanto dolore ancora oggi a distanza di 75 anni». Un dramma che non colpì solo la Ciociaria, ma anche altre regioni italiane. «Era giusto che questa azione di sensibilizzazione e riscoperta della memoria storica partisse proprio dalla Ciociaria, terra martire universalmente riconosciuta anche grazie al film premio Oscar –ha aggiunto la Rotondo – E da Pontecorvo, lo stesso luogo in cui subito dopo la guerra queste alla compagnia “Errare Persona”, che ha splendidamente ricostruito, in uno spettacolo che riproporremo per le scuole di Pontecorvo e non solo, quanto accaduto a tre donne ciociare, che idealmente vogliono rappresentare le migliaia di vittime di questo genocidio ancora troppo sconosciuto.