Coronavirus – Il primo morto è di Ceprano
«Si comunica che presso il Santa Scolastica di Cassino è avvenuto un decesso di un paziente ricoverato per Coronavirus. L’evento si è verificato nella nottata». Poche righe. Lo stretto essenziale. Così l’Asl di Frosinone ha informato, ieri, mattina, l’opinione pubblica ciociara del primo decesso in provincia per il Coronavirus. La vittima è Mario Ippoliti, 85 anni, ex dipendente Anas di Ceprano, sposato, padre di tre figli, conosciutissimo in paese per la sua partecipazione alle attività die gruppi anziani. La nota dell’Asl ha poi aggiunto che «immmediatamente tutte le procedure e le precauzioni sono state messe in atto secondo le disposizioni regionali e delle stessa azienda sanitaria ed è stata attivata la sorveglianza epidemiologica. Inoltre si rende noto che presso l’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone risultano sottoposti a terapia intensiva due pazienti risultati positivi al Covid-19». Situazione sotto controllo, ma è stato predisposto tuto in attesa di ogni evento. Ieri mattina sono stati trattati alla tenda del pre-triage di Frosinone alcuni dipendenti di una ditta che hanno lavorato al Nord. Non avevano sintomi e sono stati rima fati a casa. Ma, in queste ore, molte persone che studiano o lavorano al Nord, una volta avuto notizia delle anticipazioni del decreto del presidente del consiglio dei ministri, sono scese nei rispettivi paesi di origine. E questo è fonte di ulteriore allarme tra la popolazione. Ippoliti era ricoverato nel reparto di pneumatologia del Santa Scolastica di Cassino unitamente alla moglie, risultata anche lei positiva al Covid-19, che in realtà è stata la prima ad accusare problemi respiratori. Dopo il decesso dell’uomo è stato disposto il trasferimento della moglie in terapia intensiva allo Spaziani di Frosinone. La donna versa in gravi condizioni. I coniugi nei giorni scorsi erano giunti all’ospedale di Cassino con problemi respiratori, la donna era stata la prima a manifestare dispnea,. I familiari ora sono in isolamento domiciliare, saranno sottoposti ai controlli necessari, intanto si ricostruiscono i contatti che hanno avuto i due coniugi prima di sentirsi male e nei giorni scorsi le persone a loro vicine.
Paura del contagio Rivolta in carcere
Una settantina di reclusi del carcere di Frosinone ha inscenato una protesta contro le disposizioni per il Coronavirus. Circa76 personesono uscitedal reparto di appartenenza (due sezioni di media sicurezza) ed è salito sui muri. Nella struttura penitenziaria si registrano danni a cose in due sezioni detentive (si vedeva del fumo) e in alcune celle, ma nessunagente dellapolizia penitenziaria è rimasto ferito. Sono stati richiamati altri agenti della polizia penitenziaria (di altre strutture, a riposo o in ferie come riferito dalla Cisl Fns), mentre un elicottero della poliziasorvolava il carcere. In via Cerreto anche polizia e carabinieri. Sono accorsi la direttrice della struttura, il provveditore e il garante dei detenuti delLazio StefanoAnastasia, ilprefetto Ignazio Portelli, il questore Leonardo Biagioli e il tenente colonnello Andrea Gavazzi dei carabinieri. I detenuti chiedevano la sistemazione delle celle, chiarezza sui colloqui e rassicurazioni sulle misure per il Cononavirus, stante il sovraffollamento (+94 oltre la capienza). «Sto andando a Frosinone, dove stanno arrivando anche la direttrice e il provveditore. Non ci sono atti di violenza contro cose e persone, né c’è in atto un’evasio
ne», precisa il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia che ha smentito la falsa notizia diffusasi nel pomeriggio relativa alla fuga di alcuni detenuti. Il garante aggiunge: «protestano per questa disciplina sui colloqui (video e telefonici, ndr), contenuta nel decreto del presidente del consiglio. Nei giorni scorsi sono uscite anticipazioni di un decreto in cui sarebbe disposto lo stop ai colloqui sul territorio nazionale fino al 31 maggio». Mauro Lombardo, coordinatore del garante dei detenuti del lazio, chiarisce in serata: «Abbiamo interloquito con i detenuti che ci hanno consegnato alcune rivendicazioni da leggere ai media. La loro condizione per far rientrare la protesta. Protestanoper laqualità della vita dell’istituto. Il carcere è sovraffollato e sono molto preoccupati per il rischio di contagio, al momento non presente». A quel punto la protesta è rientrata. Per MassimoCostantino, segretario generale aggiunto della Cisl Fns «il motivo della protesta pare il limite dei colloqui con i familiari,dovutialla situazioneinambito nazionale per contenere il contagio da Coronavirus. La situazione è sotto controllo. La protesta dei detenuti si è verificata anche ieri sera (sabato, ndr) nell’istituto di Cassino». Analoghe proteste a Modena, Napoli, Alessandria, Foggia e Vercfelli come riferito dal sindacato Osapp che dice «si devono individuare nelle proteste in atto gravi carenze nell’organizzazione e nella catena di comando tra amministrazione centrale e gli enti periferici». Solidarietà e provvedimenti per gli agenti del carcere di Frosinone chiedono per la Lega il senatore Gianfranco Rufa e i deputati Claudio Durigon, Francesca Gerardi e Francesco Zicchieri.
«Uniti ce la faremo»
«Grazie dello sforzo titanico. Il sistema sanitario unito ce la può fare. Stiamo mettendo in campo il numero più alto di posti letto di terapia intensiva dedicati a Covid 19 nell’intero Paese». Lo ha scritto su twitter l’assessore regionale alla sanità e all’integrazione sociosanitaria Alessio D’Amato. Un concetto che ha ribadito al termine della riunione in videoconferenza della task force regionale per il Covid-19. Summit al quale erano presenti i direttori generali di tutte le Asl del Lazio. L’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone era rappresentata dal manager Stefano Lorusso. Intanto alla Regione Lazio tutti i membri della giunta sono risultati negativi al tampone. Come anche il presidente del consiglio regionale Mauro Buschini, al quale è stato comunicato l’esito ieri mattina alle 9.30. Una notte, quella tra sabato e domenica, che Buschini ha trascorso all’insegna della discrezione. Con una comprensibile preoccupazione. Ieri mattina è stato lui stesso a dichiarare: «Sono risultato negativo al test del tampone per il Coronavirus, effettuato in via precauzionale. Continuerò a seguire le indicazioni stabilite dal Governo e dall’o rdinanza della Regione Lazio ed invito tutti i cittadini ad osservarle, anche se queste possono causare una temporanea modifica alle abitudini di vita: comportamenti non idonei mettono a rischio la parte più fragile della nostra comunità. Un abbraccio al presidente Nicola Zingaretti e un pensiero di sincera vicinanza alle persone colpite dal virus. È un momento complicato, ma usando la testa e seguendo la scienza, grazie anche al nostro sistema sanitario, ne usciremo». Tutti negativi al tampone gli assessori della giunta Zingaretti e i membri dello staff più stretto del presidente della Regione Lazio. Ha avuto esito positivo, invece, un tampone effettuato sulla segretaria di Zingaretti al Partito Democratico. È stata inoltre immediatamente avviata la sanificazione di tutti gli uffici della Regione Lazio, operazione che dovrebbe concludersi domani, martedì 10 marzo. «E comunque – come recita una nota – fino al completamento dell’intera sanificazione gli uffici della Giunta di via Cristoforo Colombo e quelli del consiglio regionale di via della Pisana rimarranno chiusi per tutti i dipendenti». Poi si aggiunge: «Nei prossimi giorni sarà programmata la sanificazione di tutte le sedi regionali». Si legge altresì nel comunicato: «La giunta regionale e lo staff continueranno ad operare seguendo scrupolosamente le prescrizioni mediche. La Regione Lazio proseguirà comunque nella sua attività garantendo anche in questi giorni l’ordinaria amministrazione tramite smart working e gli uffici decentrati». Spiega il vicepresidente della giunta Daniele Leodori: «Il lavoro della Regione e della giunta va avanti con ancora più energie e determinazione, in costante raccordo con il presidente Zingaretti. Voglio ringraziare i sindaci, le strutture ospedaliere, i tanti professionisti, dalla scuola alla sanità, alle forze dell’ordine, che in questi giorni stanno lavorando in modo straordinario per la serenità dei cittadini e per affrontare queste giornate particolari con un forte senso di comunità che ci farà uscire da questa emergenza. Grazie ai volontari delle associazioni laiche e cattoliche che hanno moltiplicato le energie per dare forza alla nostra rete di solidarietà. A tutti è richiesta una serena ma forte responsabilità a seguire le indicazioni e le prescrizioni igieniche. Usiamo la testa e vinceremo»
E alle lauree di marzo non più di tre parenti presenti
Non più di tre parenti per i laureandi della sessione di marzo. Parliamo dell’U n i v e r s ità di Cassino. La comunicazione arriva direttamente dal rettore Giovanni Betta. Il dipartimento di Lettere di via Zamosch, infatti, ha comunicato ai laureandi della sessione di marzo di portare non più di tre parenti. Al Campus Folcara tutte le sedute di laurea si svolgeranno in aula magna e saranno trasmesse in streaming. Festeggiamenti vietati al termine della discussione della tesi all’interno dell’Unicas. Per quel che riguarda invece le lezioni, in una nota si legge: «Stiamo lavorando per riprendere durante la prossima settimana l’a t t ività didattica attraverso soluzioni telematiche basate su l’App Meet di Google». «I Dipartimenti – spiega il rettore Giovanni Betta – provvederanno a comunicare in modo tempestivo e chiaro, attraverso i canali informativi in uso, tutte Giovanni Betta, re tto re dell’U n i ve rs i tà di Cassino e del Lazio Mer idionale le informazioni relative alla didattica telematica attivata e alla ripresa delle normali attività in presenza. Invece per gli esami, a discrezione del docente saranno svolti in modalità telematica (assicurando le misure necessarie a garantire le forme di pubblicità previste dalla legge) o in presenza, adottando le precauzioni di natura igienico sanitaria ed organizzative». Oggi è prevista un’ulteriore riunione per definire quelle che saranno le modalità delle lauree a marzo. Un altro aspetto importante legata all’e m e rgenza determinata dall’epidemia Coronavirus.
Posti nei reparti di terapia intensiva
Ecco la priorità L’analisi Allo Spaziani compiuti degli spostamenti Nicola Ottaviani: accelerare sulle riconversioni
La priorità, in tutta Italia, è quella di garantire i posti nei reparti di terapia intensiva. Presso l’ospedale di Frosinone a questo si è lavorato sabato pomeriggio. Nel corso della riunione in videoconferenza della task force regionale si è fatto il punto della situazione. E in una nota ufficiale è scritto che «alla Asl di Frosinone sono stati attivati 7 posti di terapia intensiva e 6 posti aggiuntivi di malattie infettive». Proprio per il trattamento dei malati di Coronavirus. Il manager Stefano Lorusso e il direttore sanitario Patrizia Magrini stanno seguendo costantemente la situazione. Per quanto riguarda le operazioni messe in atto per ricavare i posti aggiuntivi allo Spaziani, da sottolineare altresì la costante collaborazione tra Mauro Vicano (direttore sanitario dell’ospedale di Frosinone e coordinatore dei nosocomi provinciali) e i dottori Katia Casinelli, primario del reparto di malattie infettive, e Fabrizio Cristofari, responsabile del Pronto Soccorso. Nicola Ottaviani, primo cittadino di Frosinone e presidente della conferenza dei sindaci della provincia di Frosinone, chiede al Governo e alla Regione «di promuovere, immediatamente e senza indugio, la riconversione di alcune cliniche e dei reparti dismessi, di chirurgia generale e di medicina, in posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, prima che l’emergenza delle rianimazioni si sposti dal Nord all’I t alia centrale». Rileva Nicola Ottaviani: «Ormai, dobbiamo affrontare, pur in mezzo a tante criticità, l’argomento “principe”, davanti al quale tutto il resto passa in secondo piano. Dopo aver visto che in Lombardia, in un giorno, il numero dei contagi è aumentato del 20%, e quindi, di converso, scende proporzionalmente del 20% la disponibilità attuale dei posti letto in terapia intensiva, non ci vuole un matematico per capire che in quelle zone si arriverà velocemente al sold out, proprio nel settore delle rianimazioni». Aggiunge: «Sul Lazio, per ora, grazie al cielo, non abbiamo i numeri della Lombardia e, allora, abbiamo qualche settimana in più per agire, senza perdere, però, neppure un giorno per attrezzarci. In questi giorni ho interpellato alcuni esperti di edilizia sanitaria, sia pubblica che privata. In 20/25 giorni, le imprese migliori del settore sono in grado di riconvertire un posto letto di medicina o di chirurgia generale in un posto di terapia intensiva o sub intensiva, con un costo medio di 60/70.000 euro per letto, secondo la doppia opzione di intervenire sugli ospedali pubblici, parzialmente dismessi, o sui reparti omologhi delle cliniche private. A ciò, naturalmente, dovremmo aggiungere il costo, sempre per posto letto, di 1.300/1.500 uro al giorno per il personale (ossia la stima attuale della Regione Lazio), per anestesisti, operatori sanitari, tecnici di laboratorio e di radiologia ed infermieri. Del resto, sul Lazio vi sono almeno 3 o 4 cliniche convenzionate sulle province ed una quindicina su Roma, con reparti in grado di essere riconvertiti velocemente. I macchinari, però, vanno acquistati subito ed i lavori non si possono effettuare dalla sera alla mattina, magari solo quando i virologi o gli infettivologi dovessero formalizzare le richieste in urgenza». Per Ottaviani l’operazione «potrebbe essere attivata, eventualmente anche come compensazione dei letti riconvertiti, negli ospedali parzialmente dismessi (ad esempio Anagni, Pontecorvo, Atina e tanti altri nel Lazio)». Il vicecoordinatore regionale di Forza Italia Gianluca Quadrini si rivolge al direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale Stefano Lorusso, chiedendo di valutare «l’o p p o r t unità di dedicare l’ospedale di Alatri all’emergenza del Covid-19». Specifica Gianluca Quadrini: «La mia vuole essere semplicemente una proposta di carattere operativo e funzionale che può servire a gestire l’emergenza di questa delicatissima fase»
Regione – Il “Collegato” visto al microscopio
Le misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione Il consiglio regionale ha tracciato la rotta per una reale riorganizzazione territoriale
Il Consiglio regionale del Lazio, come noto, ha approvato la proposta di legge n.194 relativa alle “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”, il cosiddetto Collegato, un provvedimento che interviene in diversi ambiti dal paesaggio e urbanistica, alla cultura e allo sport fino ai servizi alla persona e a interventi per la crescita e per ridurre gli oneri amministrativi per i cittadini, le imprese e gli enti locali. Ecco il dettaglio. Sviluppo: viene creato un Consorzio unico industriale che andrà a sostituire gli attuali cinque consorzi industriali del Lazio e si occuperà di attrarre gli investimenti, creando una sinergia per l’u t ilizzo dei Fondi europei, di internazionalizzazione, valorizzazione e riutilizzo dei siti dismessi. Il Consorzio sarà un interlocutore unico con i Comuni. Paesaggio e urbanistica. Maggiore trasparenza e semplificazione amministrativa per favorire lo snellimento delle procedure in materia urbanistica. Vengono introdotte modifiche sul controllo degli abusi edilizi e le sanzioni pecuniarie, sui poteri sostitutivi e la nomina dei commissari ad acta. In particolare, la Regione stanzierà 4 milioni di euro per i prossimi due anni a titolo di anticipazione per le società di costruzione, cooperative edilizie e consorzi con l’obiettivo di completare gli interventi programmati e soddisfare le esigenze dei cittadini per la realizzazione e consegna degli alloggi previsti. Beni demaniali e non demaniali: è previsto un riordino anche sui procedimenti amministrativi relativi alle concessioni sui beni demaniali e non demaniali regionali con l’obiettivo di concentrare i procedimenti e le competenze e rafforzare la delega ai Comuni per le funzioni amministrative sull’utilizzazione e le concessioni dei beni del demanio marittimo e quelle relative alla gestione delle infrastrutture insistenti sulle aree portuali lacuali. Agricoltura e ambiente. Si istituisce il sistema autorizzativo regionale. L’obiettivo è di semplificare e ridurre le tempistiche relative alle procedure di comunicazione, segnalazione e autorizzazione relative alle attività rurali aziendali. Cultura, sport e servizi alla persona. Con le modifiche alla legge regionale sullo spettacolo dal vivo e la promozione culturale, si prevede la realizzazione e lo sviluppo di una rete di teatri efficiente, diversificata, distribuita in maniera equilibrata sul territorio, per favorire l’integrazione sia tra i teatri sia con il contesto sociale e con i servizi per la mobilità. Con le modifiche al testo unico in materia di sport, sono previsti interventi in favore delle famiglie in condizioni di disagio economico, attraverso appositi contributi e buoni sport. Sociale. Norme per la razionalizzazione, l’innovazione e il potenziamento della rete di offerta di servizi e interventi sociali. Vengono definiti i servizi erogabili dai “Centri per l’autonomia” che riguardano la riabilitazione e l’abilitazione delle persone con disabilità grave e gravissima. Gli obiettivi dichiarati: ospitalità residenziale e semiresidenziale, rieducazione e assistenza psicologica all’utente post-comatoso e alla sua famiglia; programmi mirati di riqualificazione lavorativa e risocializzazione; reinserimento scolastico/lavorativo attraverso attività formative e laboratoriali. Specifici servizi per una didattica inclusiva, con la stipula di accordi di servizio tra la Regione Lazio ed il Centro Regionale S. Alessio – Margherita di Savoia per i Ciechi, attraverso i quali la Regione ha garantito assistenza tiflodidattica agli studenti disabili visivi di tutte le scuole di ogni ordine e grado e degli asili nido presenti nel territorio regionale negli anni scolastici 2018-2019 e 2019-2020. Si prevedono risorse pari a 50mila euro per ciascuna annualità 2020-2022. Contrasto al gioco d’a zzardo. Si modifica la legge regionale n.5 del 2013 relativa alla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP). Sostituendo il termine “distanza” con “raggio” si va a garantire una lontananza maggiore degli esercizi con slot machine rispetto ai luoghi sensibili.
Ferrovie, un piano da 20 miliardi
Attraverso la realizzazione di infrastrutture strategiche l’azienda potrà risollevare l’economia nazionale Decisive le scelte dell’amministratore delegato Gianfranco Battisti per superare la crisi determinata dal Covid-19
Un ingente piano di investimenti da portare a termine entro l’anno per risollevare l’e c onomia italiana, messa in ginocchio dall’epidemia di Coronavirus. E’ la risposta che Ferrovie dello Stato intende dare all’emergenza con oltre 20 miliardi di gare d’appalto, che il Gruppo prevede di bandire entro il 2020 per realizzare importanti infrastrutture su tutto il territorio nazionale. Questa imponente spinta per il rilancio della nostra economia si deve soprattutto alle scelte strategiche di chi guida il gruppo, l’Amministratore delegato e Direttore dell’azienda ferroviaria, Gianfranco Battisti. Un manager le cui radici affondano in Ciociaria, precisamente a Fiuggi di cui l’Ad è originario, e che pertanto possiamo considerare a buon diritto una nostra “eccellenza”. Ma vediamo subito che tipo di investimenti riguarderanno la nostra regione. Il Gruppo Ferrovie Italiane farà arrivare nel Lazio, entro il 2023, 72 nuovi treni treni. Si tratta di 65 treni “Rock”, 3 bimodali e 4 dell’Alta Velocità (200 km/h) che potranno formare una flotta giovanissima, abbassando l’età media dei convogli a 6 anni, vale a dire fra le più giovani in Italia e in Europa. A livello genera le, nel piano da 20 miliardi le opere infrastrutturali strategiche saranno pevalenti. Infatti, 14 miliardi di euro andranno alle infrastrutture ferroviarie, mentre altri 6,5 a quelle stradali. Si partirà con infrastrutture per circa 600 milioni di euro, già realizzate e contabilizzate nei primi due mesi del 2020. Altri interventi per circa 6 miliardi di euro, con rapida cantierizzazione, Rete Ferroviaria Italiana prevede di avviarli nei primi sei mesi di quest’anno. Si tratta di stazioni, ponti, sottopassaggi, strade e ferrovie: opere indispensabili per migliorare la qualità della vita e per la crescita dell’economia nazionale, soprattutto nel mo mento critico che l’Italia sta attraversando con l’emergenza sanitaria da Covid-19. Dunque, è un impegno già messo nero su bianco con il Piano industriale 2019-2023 varato dall’Ad Battisti. E che adesso assume maggiore importanza per lo sviluppo della mobilità, oltre che dell’intera dell’economia italiana. Ma non basta. I 58 miliardi di euro previsti nei prossimi cinque anni dal Piano industriale fanno di Rfi il primo Gruppo in Italia per investimenti. Di questa stratosferica somma, 42 miliardi verranno impegnati nelle infrastrutture (28 per le opere ferroviarie e 14 per le strade); 12 miliardi saranno riservati all’acquisto di nuovi treni e bus, 2 miliardi per le metropolitane, 2 miliardi per i servizi di “Information Technology”. In totale, sono oltre 6 i miliardi destinati a tecnologie e digitalizzazione. Infine, grande attenzione è stata dedicata dall’azienda al Sud. Il Meridione riceverà 17,5 miliardi di investimenti, pari al 35% del totale, per le infrastrutture ferroviarie, stradali, la mobilità integrata, l’i n n o v azione e la rigenerazione urbana. Fondamentali saranno le opere strategiche che permetteranno l’avanzamento di grandi progetti ferroviari come le linee Napoli-Bari e Catania-Messina-Palermo. E’ la conferma che il Piano industriale 2019-2023 ha segnato per le Ferrovie dello Stato un cambio di filosofia gestionale, che mette al centro le persone e le loro esigenze. In tale prospettiva, l’obiettivo è portare l’alta velocità nei trasporti delle Regioni. Intanto, sono già realtà i nuovi treni regionali “Rock” e “Pop”. Mentre un investimento complessivo di 6 miliardi per oltre 600 nuovi treni, permetterà nei prossimi cinque anni, di rinnovare all’80% la flotta di Trenitalia.l
Giulio Cesare protagonista a Copenaghen Un viaggio che ha “s fi d ato”i secoli
La testa di Gulio Cesare trovata durante una dell ultime campagne di scavo nel sito aercheologico di Aquinum, è stata esposta a museo Glyptoteket di Copenaghen. L’importante reperto e molti altri provenienti da tutto il mondo, sono protagonisti della meravigliosa esposizione “Heads Up! New Discoveries from the Roman Empire” visitabile fino al 15 marzo 2020. I dettagli dell’evento si trovano on line all’i ndirizzo http://bit.ly/HeadsUp_Glyptoteket Ma è possibile anche ripercorrere il momento della scoperta, i protagonisti e il viaggio verso Copenaghen, trovate il racconto sul blog del sito archeologico di Castrocielo. Dai responsabili del sito arrivano i ringraziamenti al team italo-danese per l’e s t r ema professionalità nell’o r g anizzazione dell’esposizione, Sine Saxkjær per le foto e Giovanni Murro di ARS srls mediatore di questa impresa internazionale. Un viaggio che attraversa secoli e chilometri e che vince su tutto.