Pag. 2
Da provinciali a regionali, concluso l’iter di acquisizione delle strade nel Lazio
Con l’approvazione della delibera di Giunta numero 334, la Regione ha ufficialmente concluso l’iter di acquisizione di ben 654 chilometri di strade provinciali. Con il passaggio di competenze, la società che gestisce il servizio regionale, la Astral spa, ha già provveduto ad inviare le lettere di invito per realizzare, entro il mese di giugno, diversi interventi di rifacimento del manto stradale e ripristino della segnaletica dal valore di circa 3 milioni di euro su tre strade in provincia di Frosinone (SP 20 Piglio – Arcinazzo, SP 30 Filettino – Capistrello, SP 275 allacciamento stabilimento Fiat), tre in provincia di Latina (SP 2 Cisterna – Campoleone, SP3 Velletri –Anzio, SP 128 Taverna 50), tre in provincia di Viterbo (SP 8 Verentana-Marta, SP 141 Variante Ronciglione, SP 8 Verentana-Capodimonte) e due in Provincia di Rieti (Raccordo SR 57 svincolo Soratte, SP 69 Selvapiana). «Entro la fine dell’anno – spiega l’assessore Alessandri – la Regione Lazio investirà circa 20 milioni di euro per interventi di manutenzione».
Pag.3
Sbloccacantieri e Crescita L’Ance: misure insufficienti
L’associazione dei costruttori edili contro i decreti Sbloccacantieri e crescita. Per l’Ance Frosinone si tratta di misure «che potrebbero rivelarsi non sufficienti a raggiungere gli obiettivi individuati dal Governo». Se da una parte, l’a s s o c i a z i one dei costruttori edili esprime un generale apprezzamento per l’approvazione di tali decreti-legge che «rappresentano un primo segno tangibile della volontà di mettere il settore delle costruzioni al centro dell’a g e nda politica ed economica del Paese», dall’altra evidenzia «grande preoccupazione, in quanto tali provvedimenti sembrano di fatto essere un correttivo all’attuale normativa in materia di appalti, piuttosto che interviene incisivamente sullo snellimento delle procedure e sulle risorse. Il decreto Crescita, dal canto suo, non sembra inoltre sufficientemente coraggioso per innescare una vera e propria inversione di tendenza». Il presidente di Ancefrosinone Angelo Libero Massaro dichiara: «Solo in parte ci soddisfa la proposta di modifica della disciplina del subappalto, che non risulta ancora in linea con le i principi della normativa Ue. Possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti riguardo la previsione di stanziamenti in favore dei Comuni, il fondo di garanzia per le Pmi ed acquisto prima casa, dagli incentivi Sismabonus, rigenerazione; sebbene anche su questi punti siano stati presenti molti emendamenti al governo dalla nostra associazione nazionale». Secondo Ance, però, forti perplessità permangono ad esempio sulla possibilità di esclusione dalla gara dell’operatore economico per irregolarità fiscali e contributive anche non definitivamente accertate. «L’attività del governo e l’attenzione del legislatore devono essere volte ad evitare di ingessare ulteriormente il mercato delle costruzioni e delle opere pubbliche – insiste Massaro – Condividiamo qualsiasi strada purché si arrivi subito alla soluzione dei problemi che affliggono il nostro settore. Sono anni che sentiamo parlare i politici di semplificazioni, codici, linee guida, sbloccacantieri, mentre le nostre imprese stanno scomparendo sotto il peso della burocrazia, delle inefficienze e della mancanza di investimenti. Mentre in altri Paesi europei si è deciso di ripartire dalla crisi investendo sulle infrastrutture e sull’industria delle costruzioni, in Italia il nostro settore viene mortificato, tanto da somigliare sempre di più ad un malato terminale».
Pag. 5
Domani la cerimonia dei carabinieri Duecentocinque anni dalla fondazione
La cerimonia per commemorare i 205 anni dalla fondazione dell’Arma dei carabinieri si svolgerà domani, alle 10:30, nel parco della villa comunale. Ci sarà la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose provinciali. Sarà schierato un reparto di formazione costituito da un plotone di carabinieri in grande uniforme speciale, un plotone di comandanti di stazione, carabinieri di quartiere, con equipaggiamento per servizi di ordine pubblico e sciatori,nonché forestali e appartenenti all’associazione nazionale carabinieri in divisa sociale e da protezione civile. Schierati,inoltre, igonfaloni dellaProvincia, di Frosinone, di Cassino, decorato con medaglia d’oro al valor militare. Dopo la resa degli onori al comandante provinciale dei carabinieridi Frosinone,colonnelloFabio Cagnazzo, si darà lettura del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Pag. 9
La pioggia raddoppia e manda le campagne ko
A mandare l’agricoltura ko è stata la caduta di oltre il doppio di precipitazioni rispetto alla media in un mese di maggio del tutto anomalo che fa segnare il record mensile da oltre un decennio, con 123,3 millimetri di pioggia. È quanto afferma la Coldiretti sulla base delle elaborazioni di Meteogiornale che ha rilevato peraltro che latemperatura perquesto mese è stata di 1,5° gradi inferiore alla norma del trentennio 1961-90. A causa di una primavera maledetta – sottolinea la Coldiretti – si rischia di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane, dalle fragole alle ciliegie, dalle nespole alle albicocche, dalle pere ai meloni fino ai cocomeri per l’on – data di pioggia, grandine e allagamenti che ha devastato le coltivazioni e ridotto le disponibilità dei primi raccolti nel carrello della spesa. La situazione peggiore si registra sulle ciliegie – spiega la Coldiretti – dove è andato distrutto oltre il 50% del prodotto in prima raccolta per effetto del maltempo che hacolpito leprincipali regioni produttrici, dalla Puglia all’Emi – lia Romagna alla Campania fino al Veneto. Ma pioggia e grandine non hanno risparmiato neppure le pere, le albicocche, le pesche, i meloni, i cocomeri e le fragole ma si i contano pesanti danni anche agli ortaggi – rileva Coldiretti – a partire da insalate e radicchi. Con l’arrivo delsole –sottolinea la Coldiretti – è corsa alle semine primaverili di mais, soia, leguminose e patate, ma anche ai trapianti dipomodoro e melone,per recuperare il tempo perduto a causa delle precipitazioni senza tregua nel mese di maggio. Si punta inoltre alla raccolta delforaggio da destinare all’alimentazione degli animali ma la svolta meteo è importante – continua la Coldiretti – anche per le api in sofferenza con la produzione di miele praticamente azzerata dal maltempo che ha compromesso molte fioriture e impedito la raccolta del nettare L’anomalia climatica, che si è manifestata anche con temporali violenti e grandine, ha colpito l’Italia – sottolinea la Coldiretti – in un momento particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo e le piante che iniziano a fare i primi frutti.
Pag. 14
Oggi si decide il futuro di Fca
ALBERTO SIMONE Il governo francese mette i paletti alla possibile fusione Fca-Renault. Secondo quanto trapelato nella giornata di ieri, in un colloquio con il presidente di Fca John Elkann, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire avrebbe chiesto ulteriori garanzie sull’operazione, allo scopo di evitare tagli occupazionali e difendere l’in – teresse nazionale. Tra queste – ha chiarito un portavoce del ministro – il quartier generale operativo del nuovo gruppo a Parigi, un dividendo straordinario per gli azionisti di Renault e un posto al governo in Cda. Il gruppo Fca per tutta lagiornata di ierinon hanè confermato nè smentito tale ipotesi. Ma è chiaro che la situazione appare difficile, tant’è che ieri è sceso in campo anche il Governo con il ministro del lavoro Luigi Di Maio. Scende in campo il Governo «Sono in contatto con i vertici di Fca. Stiamo seguendo come Governo l’operazione Fca-Renault che, vista la portata – spiega il vice premier Luigi Di Maio – vede il nostro Paese tra i suoi protagonisti. L’obiettivo dichiarato di questa operazione è una partnership tecnologica che permetta lo sviluppo di nuovi prodotti e la crescita del comparto automotive in Europa e in Italia. Stiamo monitorando l’operazione per conoscere il notevole valore aggiunto che dovrà portare all’Italia. Il mio auspicio è che possa creare più lavoro, portando più tecnologia e più crescita al nostro mercato dell’automotive, ma a quanto si apprende pubblicamente, le trattative sono ancora in corso. Diamo per scontato che si salvaguardino prima di tutto i lavoratori e che, piuttosto, attraverso il mantenimento e il potenziamento del piano di investimenti sugli stabilimenti italiani, questi aumentino nel prossimo futuro. Lo Stato ha già supportato e supporta Fca in Italia e lo ha fatto attraverso entrambi i ministeri che ho l’onore di dirigere, sia nell’interesse dei lavoratori che dell’azienda. Lo ha fatto prima di tutto nel rispetto della tradizione di un marchio indissolubilmente legato all’Italia e alla sua storia e che ci auguriamo continui a essere rispettato, perchè – conclude il vice presidente del Consiglio e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio – solo in quel caso staremmo parlando di un’operazione di crescita e sviluppo aziendale come da noi intesa». Nessuno dei tre protagonisti della trattativa, ovvero Fca, Renault e ministero dell’Economia francese, ha voluto commentare le indiscrezioni della Reuters. Fonti attendibili,però, sottolineano che tutti e quattro i nuovi dettagli della bozza d’accordo non sono definitivi e che potrebbero cambiare nelle prossime ore in vista dell’intesa. Intesa che ora sembra ad un passo dall’ufficializzazione. Oggi infatti è prevista la riunione del consiglio di amministrazione della Renault convocato proprio per dare una risposta definitiva all’offerta formulata da Fca una settimana fa. Il solo annuncio dell’’operazione ha creato scompiglio in tutto il mondo dell’autoe non solo perché potrebbe dare vita al terzo costruttore mondiale.
Pag. 14
Alfa resta in Italia Cassino non rischia
Oggi tutti i riflettori sono puntati sulla Francia per saper se ci sarà il via libera alle nozze Fca-renault oppure se la fusione tra i due gruppi automobilistici è destinata a tramontare. Ma anche nel caso in cui si venisse a creare questo mega gruppo, che nel caso di partecipazione di Nissan diventerebbe il più grande al mondo, i due celebri marchi italiani continuerebbero ad essere prodotti solo ed esclusivamente in Italia. L’italianità di Alfa Romeo e Maserati viene considerata come un valore fondamentale e che dunque va salvaguardato. Questi due marchi dunque – secondo quanto si apprende – continueranno insieme a Ferrari ad essere l’emblema del made in Italy nel settore automotive. Per questo lo stabilimento di Cassino che produce tre vetturea marchio Alfa – Giulia, Giulietta e Stelvio – e che presto dovrebbe vedere sulle linee anche un Suv ibrido della Maserati, può trarre solo benefici dall’operazione. Non si intravede assolutamente il rischio di perdita di posti di lavoro, anzi le opportunità potrebbero essere maggiori rispetto ai rischi. I due marchi quindi al pari di tutti gli altri brand che fanno parte del gruppo Fiat Chrysler Automobiles potrebbero beneficiare della fusione. Questo in quanto grazie ad una riduzione dei costi di circa 5 miliardi di euro, la nuova società potrebbe avere la forza di espandere la gamma dei propri marchi in maniera assai più ampia di quanto non possa avvenire in questo momento. Tuttavia non essendoci ancora nulla di ufficiale i sindacati restano cauti e non si sbilanciano. Per ora a Cassino l’unica certezza è la pesante ondata di cassa integrazione. E trapela anche un’altra notizia che potrebbe far aumentare ancora di più il ricorso agli ammortizzatori sociali, in quanto le varianti ibride di Giulia e Stelvio previste per fine 2019 inizio 2020 potrebbero slittare di un anno. Le versioni ibride di Giulia e Stelvio sono, di fatto, le principali novità della gamma dei due modelli per i prossimi anni, ma i lavori di adeguamento dello stabilimento di Cassino, necessari per avviare la produzione delle versioni elettrificate dei due modelli Alfa Romeo, partiranno infatti soltanto nel corso del 2020. Di conseguenza, l’effettivo lancio commerciale di Giulia e Stelvio in versione plug-in hybrid potrebbe essere fissato soltanto per il 2021. A meno di improbabili sorprese, sarà, quindi, necessario attendere circa due anni per registrare l’attesa espansione della gamma di Giulia e Stelvio con il debutto delle nuove versioni ibride che, a conti fatti, potrebbero non essere le prime Alfa Romeo ibride ad arrivare sul mercato.