Rifiuti da Roma: giorni decisivi per la proroga
Atteso il provvedimento della Regione che riguarda l’impianto di Colfelice
I cassonetti sono pieni, la situazione peggiora di ora in ora e l’emergenza rifiuti a Roma entra nel vivo. Tutto ciò vuol dire che gli impianti già precettati a luglio scorso, compresa la Saf di Colfelice, sono stati messi in preallarme e, nelle prossime ore, potrebbero essere chiamati a dare nuovo sostegno alla Capitale. Attualmente, sulla scorte di una precisa ordinanza regionale, in Ciociaria, all’impianto di Colfelice, arrivano 150 tonnellate di rifiuti al giorno, ma l’impianto non è a pieno regime, ciò vuol dire che potrebbe dare la propria disponibilità ad accogliere ulteriori tonnellate di rifiuti. Certo è che da giorni si parla dell’imminente proroga dell’ordinanza regionale (attualmente valida fino a ottobre), fino al 31 dicembre 2019. Altrettanto certo è che quella appena iniziata sarà una settimana decisiva sul fronte dell’emergenza rifiuti a Roma perché potrebbe arrivare proprio la decisione del presidente Zingaretti sulla proroga dell’ordinanza emessa a luglio scorso. Un’ordinanza che impone (senza margine di trattativa), agli impianti Tmb delle Province Laziali di lavorare i rifiuti dell’emergenza Capitolina per il successivo trasporto in discarica a Colleferro. I rifiuti, quindi, arrivano sui territori (compreso l’impianto Tmb di Colfelice), vengono lavorati e poi ripartono. Ma il problema più che organizzativo, legato agli impianti, e di natura politica, vale a dire, arrivare a un nuovo piano regionale dei rifiuti e rendere la Capitale perfettamente autonoma nella gestione dei rifiuti. Almeno questo viene chiesto a gran voce dai sindaci e dal territorio. I CONTRARI La possibile proroga fino a dicembre agita il territorio, sindaci e comitati ambientalisti. Venerdì sera c’è stato un primo incontro in piazza a Colfelice tra i sindaci, i cittadini e il coordinamento interprovinciale ambiente e salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liriè e non si escludono manifestazione. Presenti il Sindaco di Colfelice, Bernardo Donfrancesco, il Vicesindaco di Colfelice, Gabriella Protano, il sindaco di Pastena, Arturo Gnesi, il consigliere di Colfelice Oscar d’Agostino e il consigliere di San Giovanni Incarico Umberto Zimarri. «Abbiamo discusso in luogo aperto per sentire le ragioni di chi è costretto a vivere quotidianamente, con le polveri e miasmi. Abbiamo voluto sottolineare che la dignità delle persone viene prima del business e che la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini prima del profitto e degli affari legati allo smaltimento di rifiuti», hanno spiegato dal coordinamento dei rifiuti. E’ stato ribadito, all’unisono, il secco “no” a qualsiasi coinvolgimento della Ciociaria, della Valle del Liri nell’emergenza romana. «Noi – ha aggiunto il sindaco di Pastena Arturo Gnesi – siamo quelli che parlano un altro linguaggio e usano un altro metro, quello della difesa della qualità della vita e della dignità delle persone. Troppo poco per evitare che queste zone diventino l’immondezzaio del Lazio». A chiedere la svolta politica, con il nuovo piano dei rifiuti, è stato anche il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, del gruppo Toti -Cambiamo. «Non si può più aspettare, è necessario che la Regione Lazio approvi, una volta per tutte, un piano rifiuti, invece, puntualmente, rinvia questo tema di grande importanza che porta solamente ad un esborso da parte dei cittadini per trasportare i rifiuti in altre regioni d’Italia», ha esordito Ciacciarelli. «C’è bisogno di un piano serio, ed alla svelta perché le province del Lazio non possono sopperire ogni volta alla totale disorganizzazione in materia di Roma capitale. La nostra comunità non può pagare sulla sua pelle l’incompetenza. Zingaretti abbia il coraggio di compiere delle scelte risolutive. La gente – ha concluso – è stanca della puzza, degli odori nauseabondi: non siamo una pattumiera. La Ciociaria non può essere presa in considerazione solamente quando si tratta di smaltire i rifiuti romani». Vincenzo Caramadre
Roccasecca/Ampliamento discarica fino all’estate 2020
In piena operatività anche la discarica di Cerreto a Roccasecca, non coinvolta, finora nell’emergenza romana, perché lo scarto dei rifiuti lavorati in Saf tornano a Roma. La discarica è stata, invece, al centro dell’attenzione, la primavera scorsa, per l’ampliamento in sopraelevata, concesso dal Governo dopo l’opposizione del Comune di Roccasecca. L’ex esecutivo giallo-verde, in un Consiglio deiMinistri notturno, diede l’ok a tempo per 14mesi e unmassimo di 10 metri d’altezza per evitare l’emergenza in Ciociara e nei territorio che portano i rifiuti a Cerreto. Ci fu anche il ricorso al Tar del comune di Roccasecca,ma non fu accolto. «Nel bilanciamento dei contrapposti interessi – scrissero imagistrati del Tar di Roma – si ritiene che debba essere tutelato in via d’urgenza quello di scongiurare il danno per la salute collettiva»
Cassino/Lavori cimitero, oggi Centro storico caso alla Corte dei Conti
La Procura regionale per il Lazio della Corte dei Conti vuol vederci chiaro sul caso dei lavori di ampliamento del cimitero di via san Bartolomeo di Cassino bloccati a luglio 2018 per irregolarità urbanistiche. E per oggi ha convocato a Roma la segretaria comunale Rita Riccio per avere informazioni circa l’iter della procedura seguita. Probabilmente poi toccherà all’ex dirigente dell’area tecnica che ha gestito progetto e appalto dei lavori. Lavori per un importo per i due lotti di oltre due milioni di euro. Il primo lotto per costruire centinaia di loculi è fermo per le difformità tecniche rispetto al progetto approvato e riscontrate dal genio civile. Ed ora i giudici amministrativi stanno verificando tutti i documenti. E da maggio scorso hanno inviato tre comunicazioni al comune per l’invio di tutte le carte. «Tali documenti – scrive il vice procuratore generale – occorrono al fine di valutare la sussistenza di eventuali profili di danno erariale e connesse responsabilità». E comunque l’eventuale danno erariale procurato al comune verrebbe risarcito dai tecnici incaricati all’esterno per il mancato controllo mentre la ditta costruttrice dovrebbe adeguare i lavori a proprie spese. E poi ci sono le spese per le prove del materiale utilizzato dalla ditta affidate a due laboratori. Un importo non rilevante. E già in una determina comunale il danno erariale è stato posto a carico dei responsabili. Per le lungaggini giudiziarie sul primo lotto il sindaco Enzo Salera ha annunciato che tra breve sarà approvato il progetto del secondo lotto per un milione e 300 mila euro (soldi in gran parte versati dagli acquirenti) per costruire circa 700 loculi. (…)