Fca, la nuova Maserati a Cassino e Torino
IL PIANO
ROMA Che la Maserati fosse al primo posto fra i nodi da sciogliere di Fca in Europa non è una novità. Ma da ieri sappiamo che Mike Manley, il successore di Sergio Marchionne alla guida del costruttore italo-americano, ha mantenuto la promessa pronunciata sei mesi fa, quando agli analisti disse che a partire dall’ultimo trimestre 2019 Maserati sarebbe tornata in carreggiata. Né poteva essere diversamente dopo un anno orribile che ha visto la casa modenese inanellare perdite considerevoli, superiori ai 100 milioni di euro nel solo trimestre aprile-giugno, mentre per il 2020 è previsto il ritorno all’attivo. Si tratta di un’ottima notizia non solo per i lavoratori Fca ma per l’intera economia italiana che da quando l’automotive arranca, sull’onda della pesante frenata tedesca, non riesce a schiodarsi da quota zero nella crescita del Pil.
La prestigiosa casa del Tridente assorbirà da sola buona parte dei 5 miliardi di investimenti previsti dal piano lanciato da Manley lo scorso autunno. Complessivamente nei prossimi tre anni usciranno dieci modelli Maserati tutti anche in versione elettrica o ibrida e soprattutto tutti molto avanzati sul fronte della guida autonoma e connessa sulla quale Marchionne strinse una importante intesa con la Bmw.
IN PRIMA LINEAMolto importante la suddivisione geografica degli investimenti. Circa 800 milioni arriveranno a Cassino dove dal 2021 uscirà un piccolo Suv Maserati che si affiancherà alle raffinate Giulia e Stelvio dell’Alfa Romeo che già oggi fanno dello stabilimento laziale la punta di diamante mondiale della produzione premium del gruppo. Altri 800 milioni saranno investiti nell’area di Torino ovvero nei due stabilimenti di Grugliasco e Mirafiori che oggi marciano al 50% delle loro possibilità. Qui saranno prodotte già nei prossimi mesi le prime Maserati ibride, con il modello Ghibli di cui l’altro giorno è stato sfornato l’esemplare numero 100.000, un record per un’auto made in Italy venduta fra gli 80 e i 100.000 euro a pezzo. Sempre a Torino arriveranno due nuove vetture che andranno a sostituire la Gran Turismo e la Gran Cabrio che erano il fiore all’occhiello della piccola fabbrica di Modena.
E proprio nello storico stabilimento della Motor Valley emiliana è atteso a breve il parto del primo modello della nuova Maserati profilata da Manley: una supersportiva di cui i tecnici riferiscono un gran bene sia per le prestazioni sia per la versione totalmente elettrica. Tanto che qualcuno si spinge a parlare di Maserati come vera alternativa alla Tesla americana.
Non si conosce l’entità dell’investimento Fca a Modena. Ma qui sarà creato anche un laboratorio di personalizzazione delle auto ed è già iniziata la costruzione di una linea che consentirà ai clienti Maserati di assistere alla verniciatura della propria auto.
Il decollo del piano Maserati comunque non elimina tutti i nuvoloni all’orizzonte del settore perché i motori elettrici, più semplici di quelli endotermici, bruceranno molti posti di lavoro. Nei giorni scorsi il neoministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, ha aperto un tavolo di confronto presso il ministero.
Diodato Pirone