Industria: via libera al Super Consorzio «Grande occasione»
Il Tar del Lazio (rigettando i ricorsi dei Comuni di Frosinone, del Sud Pontino, dei consorzi Cosind e Roma-Latina) di fatto ha spalancato le porte al Super Consorzio Industriale del Lazio. I giudici, infatti, hanno stabilito un principio fondamentale, ossia che «la materia dell’industria, che ricomprende la tematica dei Consorzi Industriali, compete in via esclusiva alle Regioni». Mentre, dall’altro lato, i ricorsi prendevano di mira l’articolo 40 della legge, nel punto in cui ha istituito il Consorzio unico per tutta la Regione, con la soppressione di quelli esistenti al momento dell’attivazione del nuovo ente. Dunque, superato ogni dubbio, ora si corre per l’istituzione del Super Consorzio Regionale che il governatore del Lazio ha affidato al commissario Francesco De Angelis, scelto per le sue alte capacità di mediazione ma soprattutto per la sua vasta esperienza (come eurodeputato e come ex assessore regionale alle Attività Produttive ed all’Internazionalizzazione). I TEMPI «Spero di portare a termine la fusione entro l’estate – spiega Francesco De Angelis -, con l’approvazione (da parte delle assemblee dei soci degli attuali 5 Consorzi) del progetto di integrazione e fusione». E l’attuale sede dell’Asi di Frosinone? «Resterà qui, nella nuovissima sede, come struttura operativa; per cui il nostro territorio – prosegue De Angelis – ne uscirà fortemente rafforzato visto che qui si potranno mettere a punto tutte le iniziative industriali che competono al nuovo Consorzio» puntualizza De Angelis. Competenze che, di fatto, aprono un ventaglio di possibilità enormi per la Ciociaria. E vediamole, allora, queste possibilità (inserite nella Legge Regionale del 27 febbraio scorso): – ricerca di investitori nazionali ed esteri, valorizzazione delle realtà produttive e delle eccellenze regionali; – promozione e gestione di progetti strategici di innovazione industriale concernenti il recupero delle aree industriali dismesse, la logistica e il rispetto dell’ambiente; – supporto alla Regione nell’esercizio della funzione di punto unico di contatto e nella valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali delle iniziative di investimento; – cooperazione alla realizzazione di opere per la fornitura di servizi; – sostegno alla diffusione di reti di telecomunicazioni alle imprese; – promozione della costituzione di Aree produttive ed ecologicamente attrezzate; – sviluppo di sinergie di tipo distrettuale; – erogazione di servizi ad alto valore aggiunto per le imprese; – gestione di incentivi e contributi a favore delle imprese; – predisposizione di una mappatura analitica delle aree disponibili; – supporto alle imprese nella partecipazione ai bandi di finanziamenti regionali ed europei. «Dunque, come si vede – spiega il commissario De Angelis – non più la gestione del piano regolatore e l’assegnazione delle aree industriali (tipiche dell’odierna attività dell’Asi), ma una nuova “mission” con obiettivi di alto profilo». I DUBBI DEL SINDACO Nonostante queste permesse, però, il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, già pone dei paletti e (alla luce della bocciatura del Tar) dice: «Se la visione del Consorzio unico dovesse risultare in contrasto con gli interessi dei singoli territori, in special modo del Capoluogo, procederemo alla costituzione di una differente formula per un nuovo ente pubblico-economico, che rispetti effettivamente i principi della autonomia e del federalismo locale. Del resto – conclude il sindaco -, nel corso degli ultimi anni, il criterio di Roma “asso pigliatutto” non solo non ha funzionato, ma ha contribuito addirittura a drenare le risorse delle province verso la capitale». L’ASSO PIGLIATUTTO Ma questa volta, in verità, è proprio il Frusinate a giocare il ruolo di «asso pigliatutto» perchè, dopo la fase commissariale, è facile immaginare che De Angelis sia confermato come Presidente del Super Consorzio (una sorta di Super Assessorato). Un presidente che (nominato direttamente dal Governatore) durerà in carica 4 anni. «Perdere questo treno – prosegue De Angelis – significa perdere una grande occasione: non dimentichiamo che appena 15 giorni fa la Regione ha stanziato 4 milioni per le infrastrutture della nostra area industriale. E a breve, posso anticipare, ci saranno importantissime novità che annuncerà lo stesso Zingaretti qui a Frosinone. Quindi, chi è dentro ci guadagna; chi resterà fuori perderà una grande occasione per il territorio e per le imprese». E, dopo un attimo di riflessione, De Angelis conclude: «Ma sono certo che Nicola Ottaviani, da grande sindaco quale è, non perderà questa occasione».
Saf, iniziati i lavori del parco fotovoltaico
«Il costo del servizio di raccolta e smaltimento della frazione organica dei rifiuti è una delle problematiche alle quali presto daremo una risposta concreta, risolutiva e definitiva; anche perché parliamo di uno dei costi più gravosi tanto per le casse dei comuni consorziati, quanto per le nostre». Lucio Migliorelli, presidente della Saf, rompe gli indugi. Entra nel vivo delle novità del piano industriale che trasformerà radicalmente la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in provincia di Frosinone, proiettandolo nella dimensione della circolarità. In verità Saf ha sospeso da oltre un anno la lavorazione dei rifiuti organici: quelli che provengono dalle cucine, dallo sfalcio delle erbe. È la parte che fermenta e produce cattivi odori. Lo stop è scattato per avviare la modernizzazione del ciclo di lavorazione, passando ad un sistema che abbatta il problema per il quale la popolazione che abita intorno all’impianto di Colfelice si è sempre lamentata. Mandare fuori provincia quei rifiuti ha determinato ovviamente un’impennata nei costi. Oggi infatti la frazione umida viene inviata in impianti al Nord Italia. Per ogni tonnellata di «organico» oggi si spendono 140 eu ro. Una tonnellata di indifferenziato , invece, costa 160 euro: 139 per la lavorazione più altri 21 euro di benefit ambientale a favore dei Comuni che ospitano gli impianti. E cioè Colfelice (Saf), Roccaecca (la discarica gestita da Mad) e San Vittore del Lazio (il termovalorizzatore Acea). «In ogni modo – percisa Migliorelli – la Saf anche in questo caso, per calmierare le tariffe a carico delle amministrazioni ha ridotto di 7 euro l’importo complessivo in tariffa, per cui ogni tonnellata costa 153 euro invece di 160». Il rifiuto indifferenziato, che, dopo la lavorazione, in parte va in discarica e in parte al termovalorizzatore di San Vittore, costerà nel tempo sempre di più. Ecco perché una raccolta differenziata sempre più estesa sul territorio è la soluzione più efficace per ridurre sia gli impatti ambientali, sia i costi del servizio a carico dei cittadini. Ed è del tutto evidente che la provincia di Frosinone deve dotarsi anche di impianti per trattare le tonnellate di umido provenienti dalla raccolta differenziata. «Quella tipologia di rifiuto è una ricchezza. Dalla sua lavorazione si ottiene bio metano e ciò che ne resta diventa compost prezioso per gli usi agricoli». Non solo, ma la fermentazione degli scarti di cucina genera «bio metano» con il quale è possibile alimentare anche le automobili, i camion, gli impianti industriali. Insomma: una risorsa. Una risorsa (come hanno sottolineato tecnici e docenti universitari) che potrebbe produrre grandi benefici per il territorio. «Il fatto che spediamo questo materiale (l’umido) fuori provincia – dice Migliorelli – comporta una spesa per il trasporto e un mancato guadagno che potremmo invece ricavare con la disponibilità di uno o più piccoli impianti insediati in Ciociaria. Parlo di impianti a emissioni pari allo zero, a elevatissima sostenibilità ambientale, come quelli di Padova e Trento che garantiscono lavoro e alimentano l’economia locale senza impattare sulla qualità dell’aria e sul territorio». L’INDIFFERENZIATO Ma il piano industriale, fortemente innovativo, inciderà anche sull’indifferenziato. Con la trasformazione dell’impianto di Colfelice in «Fabbrica dei Materiali». In settimana è arrivata la prima autorizzazione della Regione Lazio agli interventi che riguardano gli edifici dove si svolge la fase della «bio – stabilizzazione» del rifiuto per investimenti pari a un milione di euro. L’autorizzazione della Regione Lazio è un passaggio estremamente importante per il futuro dell’attuale impianto della Saf. «E’ il primo passo della profonda trasformazione del sito di Colfelice – spiegaMigliorelli – dove, al posto del Tmb (trattamento meccanico biologico), entreranno in funzione le nuove linee di selezione e separazione dei rifiuti. Saremo presto in grado di recuperare percentuali altissime di plastiche, carta, cartone dal rifiuto indifferenziato conferito in stabilimento. Intanto sono partiti i lavori per la realizzazione di un parco fotovoltaico di 8.000 metri quadrati. Questi primi interventi costeranno 2 milioni di euro a fronte di una spesa complessiva di 12 milioni che – precisa Lucio Migliorelli – usciranno unicamente dalle casse della Società Ambiente Frosinone, senza alcun onere per i comuni soci». VIRUS, LE PRECAUZIONI Infine Saf – in linea con le direttive del piano nazionale di emergenza coronavirus – ha dotato il personale di mascherine e altri dispositivi di protezione. «Rientriamo nella categoria dei fornitori di servizi pubblici essenziali – conclude Migliorelli – per cui dobbiamo prestare la massima attenzione alla tutela della salute dei lavoratori e alla difesa della regolarità di un servizio che, in caso di interruzione, precipiterebbe la provincia di Frosinone in un drammatico contesto di doppia emergenza». Nel sito sono state adottate tutte le misure indicate dalle autorità nazionali. Posizionati dispenser distributori di igienizzante, potenziati i servizi di sanificazione degli edifici e dei mezzi in entrata e in uscita e introdotte limitazioni alle attività di front office.
Coronavirus, la provincia si ferma
La paralisi o quasi è arrivata. Anche la provincia di Frosinone, il giorno dopo l’emanazione dell’ultimo decreto della Presidenza del consiglio dei ministri, è finita ostaggio del coronavirus. Ieri è stato il primo giorno di chiusura delle scuole, ma anche quello in cui sono arrivate a raffica le comunicazioni di rinvio o di cancellazione di tutti i principali appuntamenti culturali, di quelli religiosi, di buona parte delle iniziative in programma per la festa della donna. Da oggi si ferma anche l’attività dei tribunali. Un effetto a catena tra le solite contraddizioni, a causa delle interpretazioni, non univoche, dell’ormai noto “metro di distanza di sicurezza” da rispettare nei luoghi pubblici. BANCHI IN ORDINE SPARSO E così ieri mentre a Sora il mercato settimanale è stato sospeso, nel capoluogo si è svolto tranquillamente. Banchi aperti anche domani a Cassino su espressa richiesta della Confcommercio. Nessuno stop ad Anagni, ma ieri ilmercato non si è svolto a Fiuggi e così fino al 15 marzo. Idem ad Alatri per il mercato settimanale del venerdì e a Pontecorvo. Sul caso è intervenuta la Prefettura che ha invitato a soppesare l’adozione dei provvedimenti verificando caso per caso il rispetto delle disposizioni del decreto. Tanti altri Comuni però sono orientati a sospendere il mercato settimanale. E gli ambulanti insorgono (vedi box a lato). Confusione anche nella gestione delle attività sportive, soprattutto quelle frequentate dai più piccoli. LA RESISTENZA DEI CINEMA Ieri intanto è stato un susseguirsi di avvisi di cancellazione o rinvii di eventi, compresi quelli per la festa della donna, ma anche in questo caso le decisioni appaiono tutt’altro che univoche. Mentre l’Atcl (l’associazione dei teatri dei comuni del Lazio) ha annunciato la sospensione di tutti gli appuntamenti, compreso lo spettacolo con Enzo Decaro previsto per lunedì al “Nestor” di Frosinone, l’Anec (l’associazione nazionale esercenti cinema) ha fatto sapere che come atto di resistenza, nel rispetto delle prescrizioni del decreto, le sale cinematografiche del Lazio resteranno aperte. NIENTE FESTA PER S. BENEDETTO Tra le cancellazioni più eclatanti quella dei festeggiamenti per “I Giorni di San Benedetto” in programma all’Abbazia di Cassino dal 13 al 21marzo. Gli eventi sono stati rinviati all’11 luglio. Mentre, il 21 marzo, si terrà la messa celebrata dall’abate Donato Ogliari. Da oggi parte l’astensione degli avvocati, come deciso dall’Organismo congressuale forense, che quindi sospenderà le attività anche nei tribunali di Frosinone e Cassino. Già ieri, nel capoluogo, i giudici hanno disposto che in aula fossero presenti solo gli imputati e i difensori.