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Lazio pride, scontro sul patrocinio: il Pd incalza Ottaviani
Il conto alla rovescia è già iniziato. Mancano cinque giorni al Lazio pride, il primo della storia nel capoluogo ciociaro a distanza di cinquant’anni da quello d’esordio organizzato a New York. Il 22 giugno, sabato, la comunità lesbica, gay, bisex e trans, il popolo Lgbt, scenderà nelle strade per sfilare. Non solo: lo farà anche per richiamare l’attenzione sui diritti da loro rivendicati e per mantenere accesi i fari sul fenomeno dell’omofobia e sulle discriminazioni. Il percorso della parata, un serpentone colorato fatto di mezzi e persone festanti, dopo polemiche, veleni e accenni di veti, è stato ufficializzato a seguito del parere positivo della Questura. Alla fine hanno vinto loro, quelli del pride. Il corteo, infatti, dopo un lungo tiro e molla, attraverserà la strada del centro cittadino, quella dello struscio, via Moro. Come avevano chiesto gli organizzatori; una soluzione che ha trovato favorevoli anche i commercianti del centro. Un po’ meno il Comune, che, invece, aveva prospettato l’alternativa di via Adige. Ora resta solo un punto sullo sfondo della querelle a tinte politiche: il Comune del capoluogo dovrà decidere se concedere o meno il patrocinio alla manifestazione. È quello che chiede il consigliere del Pd, Norberto Venturi. È quanto avevano già invocato i portavoce del Lazio pride. I dem, d’altronde, da sempre hanno sostenuto l’iniziativa e il passaggio nella via dello shopping. Ma su questo il governo cittadino a guida Lega ancora non si pronuncia. Attende. Latita. Prende tempo. PRESSING DEL PD Nel frattempo, però, il Pd e Venturi incalzano: «Invito l’amministrazione comunale, nella persona del sindaco Nicola Ottaviani, a concedere il patrocinio. Sarebbe un segnale di grande tolleranza e di distensione verso una manifestazione che innanzitutto sottolinea e tutela dei diritti. Perché di questo si sta parlando», ha spiegato Venturi. L’esponente pd rivolge l’appello a mettere da parte la politica. «La città – ha aggiunto – ha la straordinaria occasione di finire sotto i riflettori nazionali per l’organizzazione di un evento di civiltà. Il Lazio pride è anche una giornata di festa e la parata va inquadrata in tale contesto. Il capoluogo ospita l’evento, sarebbe perlomeno singolare che il Comune non concedesse il patrocinio. E per quale motivo poi?». Da qui la sollecitazione: «Lasciamo per una volta la politica fuori da tutto questo, dimostriamo che in piazza si va per affermare dei diritti o anche per rispettarli. Oltre a orgoglio e tolleranza, c’è un’altra parola che va tenuta a mente: rispetto». Per ora la parata ha incassato il patrocinio di Regione, Provincia, dei Comuni di Alatri, Ferentino, San Donato Val di Comino, Latina, Fiumicino e dell’VIIIMunicipio di Roma. Ieri è stato anche il giorno in cui il Pd ha voluto far sentire il pieno sostegno alla sfilata. «Con orgoglio la Federazione del Pd di Frosinone aderisce e sarà presente. La Federazione intende promuovere il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt, al fine di ottenere la piena uguaglianza dei diritti. Ogni individuo dovrebbe godere della piena libertà di autodeterminarsi: con la manifestazione intendiamo dimostrare che la provincia è portatrice dei valori fondanti della nostra carta costituzionale». Sul fronte dei favorevoli è arrivato anche l’appoggio della Consulta provinciale degli studenti che, con il presidente Lorenzo Vellone, si è pronunciata non solo per il sì all’iniziativa, ma anche per inserire i temi dell’educazione sessuale e del rispetto di genere nei programmi scolastici.
Stefano De Angelis
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Redditi di cittadinanza, allarme Cisl: «Per i navigator ciociari carico pesante»
Un navigator per 490 richieste di reddito di cittadinanza. È la media delle pratiche in capo ad ogni esperto formato ad hoc per lavorare le domande presentate dai cittadini della Ciociaria. La stima è stata elaborata dalla Cisl, che lancia l’allarme: «A Frosinone il carico di lavoro più pesante». A fare il punto della situazione è stato Enrico Coppotelli, segretario generale Lazio del sindacato, che prende in considerazione i parametri distributivi della Regione. «Il ruolo dei navigator è cruciale per la buona riuscita» della misura di sostegno economico, «ma il numero delle persone che dovranno prendere in carico fa tremare i polsi», ha spiegato, in una nota, Coppotelli. Per quanto riuarda il Lazio sottolinea: «I futuri 273 navigator dovranno gestire oltre 93mila richieste di reddito di cittadinanza (dati Inps del 30 aprile 2019). Significa che ogni singolo navigator dovrà prendere in carico, mediamente, 340 domande. I dati provinciali, però, aprono scenari diversi». Coppotelli poi ha analizzato la situazione sul versante ciociaro, da cui sono arrivate 9.973 istanze per usufruire del sussidio, mostrandosi preoccupato: «Ci sarà il carico più pesante, ciascuno dei 21 navigator ne dovrà gestire in media 474,90». Poi, secondo il sindacato, nella classifica seguono Viterbo (5.470 domande e 15 navigator, uno per 364,66 richieste), Latina (10.371 pratiche e 30 operatori, con un calcolo di 345,7 per ciascuno). «Solo a Roma e Rieti è inferiore alla media – ha proseguito Coppotelli -. A Roma, infatti, i 195 navigator hanno in carico 63.985 domande (328,13 a testa), mentre a Rieti i 12 navigator ne hanno 240,75 ognuno (per un totale di 2.889)». Da qui, dunque, i timori dell’organizzazione sindacale: «Per tutti ci chiediamo: come faranno a gestire questa mole di lavoro? Con quali strumenti? Quale tipo di lavori potranno trovare in un tessuto economico regionale asfittico e in stagnazione come quello laziale?», si domanda Coppotelli. Il segretario poi aggiunge: «Da tempo noi della Cisl diciamo che i navigator non creano lavoro se non c’è crescita economica e un rilancio deciso degli investimenti. Per quanto riguarda i centri per l’impiego serve un cambio di passo importante perché sono il nucleo centrale del sistema, devono essere messi in grado di offrire orientamento, formazione e incontro domanda-offerta». Sulla riorganizzazione di queste strutture c’è già un tavolo aperto con la Regione per «individuare le strategie migliori per rispondere ai nuovi bisogni che il mondo del lavoro richiede».
Ste. De Ang
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Cassino – Nuova giunta, frenata per il nodo delle quote rosa
Vertice di pace, inusuale, ieri mattina al comune di Cassino, dopo la velenosa campagna elettorale, fra i cinque candidati sindaci alle ultime elezioni amministrative. Il neo primo cittadino Enzo Salera lo aveva annunciato la sera della sua elezione e ieri mattina ha convocato i quattro sfidanti, Mario Abbruzzese, Giuseppe Golini Petrarcone, Renato De Sanctis e Giuseppe Martini. «Una collaborazione costruttiva – ha detto – con i candidati che rappresentano l’altra parte della città. Per avere indicazioni e soprattutto sulla possibilità di sviluppare quei progetti che hanno inserito nei loro programmi elettorali». Un incontro cordiale e positivo, così è stato definito dai partecipanti al “tavolo del dialogo”. La prima volta da parte di un neo sindaco. IL DIALOGO Soddisfatto Mario Abbruzzese: «Ho apprezzato molto l’apertura del sindaco alle opposizioni cominciando con un dialogo con gli ex sfidanti. Una disponibilità da parte sua positiva. Perciò non faremo mancare il nostro sostegno se il sindaco rispetterà l’impegno preso con noi. Adesso valuteremo i nostri progetti e li presenteremo al primo cittadino. Tutti dobbiamo lavorare per far crescere la città». Abbruzzese ha anche annunciato che rimarrà in consiglio come rappresentante del centrodestra accogliendo la volontà dei suoi consiglieri. «Nel rispetto – ha concluso – dei miei settemila votanti al ballottaggio». LE TRATTATIVE Intanto proseguono le trattative per la formazione dell’esecutivo che sarà composto da sette assessori, quattro uomini e tre donne. Il sindaco intende definire la giunta al più presto per iniziare a lavorare. Nel frattempo il primo consiglio comunale per l’insediamento degli eletti è stato spostato, con lo stesso ordine del giorno, da sabato a mercoledì 26 giugno per un difetto di notifica ad un consigliere. Ieri nuova giornata di lunghi incontri, sia al mattino che in serata, fra le delegazioni delle tre liste. Proprio ieri è sorto il problema delle quote rosa. Inizialmente era stata stabilita una quota rosa per ogni lista, ossia tre donne, ma ora il capolista di Demos Luigi Maccaro sarebbe intenzionato a fare l’assessore rinunciando alla donna. A questo punto due donne assessore dovrebbero andare al Pd ed una alla lista Salera. Ma poi il Pd dovrebbe rinunciare ad un uomo, peraltro già indicato. Insomma una questione di incastri che potrebbero far slittare di qualche giorno l’annuncio della nuova giunta. I probabili assessori del Pd per ora sono Francesco Carlino eChiara Delli Colli. Il terzo doveva essere Danilo Grossi, che potrebbe saltare per far posto ad un’altra donna. Per la lista “Salera sindaco” sonoMaria Concetta Tamburrini (probabile delega all’istruzione e cultura) e Gennaro Fiorentino (urbanistica). Per la lista Demos LuigiMaccaro ai servizi sociali. In quota al sindaco una delega assessorile per l’avvocato Emiliano Venturi, primo della lista De Sanctis. Gino Ranaldi sarà capogruppo del Pd mentre Barbara Di Rollo presidente del consiglio comunale. Questo il quadro delineato nelle riunioni di ieri che, però, dovrà avere il parere favorevole di tutte e tre le liste. Il sindaco vuole avere una squadra collaudata capace di far ripartire subito tutti i servizi della città e di passare al più presto ai progetti cantierabili. Domenico Tortolano