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Termocombustore, sopralluogo e sit-in di protesta
Da una parte c’è stato il sopralluogo tecnico, che ha visto gli esponenti dell’azienda, del comune, della provincia, mentre invece era assente l’Arpa. Dall’altra parte invece c’è stata la manifestazione di protesta, che ha visto protagoniste le principali associazioni ambientali del territorio, preoccupate per la possibile riapertura di un termocombustore in una zona già provata dal punto di vista ambientale. Questo in sintesi, ad Anagni, il bilancio della giornata di ieri. Che ha visto, come detto, il sopralluogo tecnico effettuato nei pressi del termocombustore della Marangoni, in località Anticolana. Il sopralluogo era stato fissato qualche settimana fa, dopo che la Regione aveva annunciato la conclusione della pratica partita dopo la richiesta di autorizzazione alla riaccensione dell’impianto. Un annuncio che, di fatto, rende possibile la riapertura del termocombustore. La vicenda era iniziata nel 2017, quando la Regione aveva dato una prima autorizzazione, che qualche settimana fa era stata ribadita. Durante il sopralluogo tecnico di ieri il comune di Anagni, rappresentato tra gli altri dal sindaco Daniele Natalia e dal vicesindaco Vittorio D’Ercole, ha presentato le proprie perplessità sulle conseguenze di una possibile riapertura della struttura. Natalia e D’Ercole hanno insistito sulla necessità di dover sottoporre a controllo approfondito l’impianto. Facendo anche riferimento alla complessa situazione ambientale di una zona che da tempo è inserita all’interno del Sin. «Alla Regione ed alla Provincia- ha detto alla fine il sindaco-, abbiamo rappresentato le nostre titubanze. Speriamo che ora possa essere data una giusta risposta alle nostre richieste, soprattutto per quanto riguarda la tutela del territorio». E mentre all’interno dello stabilimento si svolgeva il sopralluogo, la zona esterna della struttura industriale è stata il teatro di una manifestazione di protesta. Poco più di 100 persone, tra semplici cittadini e rappresentanti delle principali associazioni ambientali del territorio, con striscioni e cori, hanno protestato aspramente contro la possibile riapertura del termocombustore. Insistendo soprattutto sui possibili danni. Paolo Carnevale
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Frosinone, primarie? Astorre: extrema ratio
Il Partito democratico mastica amaro per il risultato delle Europee, ma esulta per quello ottenuto alle amministrative. La conferma di Cretaro a Veroli e, soprattutto, la conquista di Cassino con Salera hanno ridato linfa ai dem in Ciociaria. Conti e bilancio su quanto sancito dalle urne lo scorso 26 maggio, i dirigenti regionali e provinciali stanno pensando già alle prossime sfide. E i riflettori sono già puntati sulle Comunali del capoluogo, anche se alla scadenza naturale del secondo mandato di Ottaviani (in quota Lega) mancano ancora quasi tre anni. Nel mondo democrat, però, scalzato dalla guida di piazza VI Dicembre sette anni fa, è già iniziato il dibattito: terreno di quello che ora è un dialogo sono le primarie. I vertici del circolo cittadino le hanno già richieste, ma il segretario regionale Bruno Astorre, ieri a Frosinone per una disamina del voto, in qualche modo ha frenato. Almeno in questa fase. Ha predicato prudenza, sottolineando: «Non credo siano la soluzione migliore, non mi entusiasmano, anche perché lasciano sul campo morti e feriti. Per me sono l’extrema ratio. All’interno di un partito, per scegliere il candidato a sindaco, dovrebbe sempre prevalere la via del confronto, quindi quella prettamente politica. Poi, eventualmente, in base ai casi, sarà il territorio a decidere». In altre parole per Astorre le consultazioni interne sono necessarie quando non si riesce a trovare la condivisione sul nome. Un po’ quello che è successo a Cassino prima della campagna elettorale. «Era l’unica soluzione per sbloccare l’ingarbugliata situazione» è stato spiegato ieri nella Federazione dei dem, nel capoluogo. Erano presenti anche il segretario provinciale Alfieri, i consiglieri regionali Buschini e Battisti, il presidente dell’Asi, De Angelis, e della Provincia, Pompeo. Astorre ha poi annunciato: «Il Pd ha previsto che le primarie per le Comunali, in caso di indizione, dovranno svolgersi sei mesi prima rispetto alla fine del normale periodo della legislatura». Per Frosinone, dunque, bisognerà attendere. TERRITORIO E PALETTI Forza dei territori, unità nella molteplicità, paletti e un segnale a Cassino. Sono stati gli altri punti toccati dal segretario regionale. «Il Pd in provincia alle Europee si è attestato intorno al 16%, in linea con gli altri comprensori, ma alle amministrative la Federazione di Frosinone è stata quella che, nel Lazio, ha conquistato il risultato migliore. E quando c’è da rivendicare un successo, al pari di quando si deve analizzare ciò che non ha funzionato, va fatto» ha sottolineato. Più avanti ha aggiunto: «Il nostro è un ciclo iniziato con la conferma di Pompeo alla presidenza della Provincia. Abbiamo vinto nei due Comuni con più di 15mila abitanti, Veroli e Cassino, e siamo presenti in 31 amministrazioni su 39 Comuni in cui si è votato (18 dei sindaci eletti sono dem). Una grande affermazione. È stata una vittoria dei territori e della politica: a Veroli, ad esempio, erano scesi in campo, con l’altro candidato, anche un senatore e il ministro Salvini e al centrodestra non è servito». Poi Astorre snocciola un punto fermo: «Non si possono più accettare candidati calati dall’alto, ora basta – osserva proiettandosi alle Politiche -: io mi ispiro alle Parlamentarie di Bersani, 70% delle candidature espressione del territorio e 30% indicate dal partito». Poi un messaggio ai dissidenti: «Il Pd non è un taxi, dove si va e si viene quando fa comodo». Da qui il riferimento «all’unità nel pluralismo possibile anche a Frosinone, ma è arrivato il momento di rispettare le regole, uguali per tutti». Astorre si è soffermato anche sulle elezioni di Cassino: «A volere le primarie è stata la dirigenza regionale e provinciale del Pd, di organizzarle se n’è fatto carico Buschini. Per la prima volta a Cassino, dopo una decisione unitaria sul percorso, il candidato è stato scelto così. Se Salera ha vinto il 50% del merito è suo, l’altro è di tutti coloro che stanno dietro a questo tavolo», cioè del Pd. Ste. De Ang.