Mille, tra esperti e professionisti, assunti in tutta Italia per supportare gli enti locali nella gestione delle procedure legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: di questi 76 unità saranno a disposizione del Lazio, con la possibilità di aumentarle in futuro.
Di questo e delle importanti opportunità connesse al Pnrr ha parlato il presidente della Provincia, Antonio Pompeo, nel corso dell’incontro alla Regione Lazio dove è stato convocato in qualità di presidente di Upi Lazio. Entro il 31 dicembre 2021, infatti, l’investimento 2.2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede il completamento della procedura di assunzione di un pool di 1000 esperti, da impiegare a supporto delle amministrazioni nella gestione delle nuove procedure per fornire assistenza tecnica. Per la sola regione Lazio sono 76, al momento, le figure da assumere al fine di coadiuvare i Comuni e le Province nell’espletamento dei progetti che attireranno risorse sui territori.
“Coinvolgere le Province e creare una collaborazione tra enti in questa fase – ha sottolineato Pompeo – è un passo fondamentale per rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali per la gestione delle procedure e delle risorse legate all’attuazione del Pnrr e, nel caso delle Province, specialmente per quanto riguarda appalti, ambiente e digitalizzazione”.
Secondo l’articolo 2 del Dpcm, sarà la Regione a mettere a disposizione di Province e Città metropolitane una quota dei professionisti ed esperti che saranno scelti nel portale per il reclutamento del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Pompeo, poi, interviene sulla riforma del Tuel (Testo Unico degli Enti Locali) che finalmente è pronta per essere varata: tra le novità più rilevanti quella relativa alla responsabilità in capo ai sindaci, che resta soltanto politica, essendo ascritta quella amministrativa ai dirigenti. Una battaglia che lo stesso presidente di Upi Lazio aveva condotto insieme al collega di Upi Nazionale De Pascale e al presidente dell’Anci, Decaro, sottolineando come i sindaci non possano essere sempre e comunque gli unici bersagli di tutte le responsabilità di un’Amministrazione.
Tra le altre novità introdotte dalla modifica, la possibilità del terzo mandato per i Comuni fino a 5.000 abitanti (finora il limite era a 3.000 abitanti) purché il secondo non superi la durata dei 2 anni, 6 mesi e un giorno per cause diverse dalle dimissioni volontarie; inoltre si trasforma in ‘incompatibilità’ l’attuale ‘incandidabilità’ in Parlamento dei sindaci di Comuni sopra i 20.000 abitanti, che non dovranno dimettersi prima di accettare la candidatura: lo scioglimento di Giunta e Consiglio arriveranno solo con l’elezione.
“Una riforma attesa da vent’anni – commenta Pompeo – per la quale ringrazio i colleghi di Upi e Anci e rivolgo un particolare ringraziamento all’amico Achille Variati che, nel ruolo di Sottosegretario agli Interni, ha dato un grande input al gruppo di lavoro istituito proprio per la legge di riforma del Tuel. Oltre alle importanti modifiche sul capitolo delle responsabilità dei sindaci, che non possono essere i capri espiatori di tutto l’operato dell’Amministrazione comunale, è fondamentale che le Province possano tornare a svolgere con maggiore serenità le loro funzioni attraverso una certezza sia sulle competenze che sulle risorse: nonostante l’agonia procurata loro dalla legge Delrio, questi enti hanno saputo dimostrare – con particolare incisività in questi ultimi due anni di emergenza pandemica – di essere ancora centrali nelle politiche locali, soprattutto grazie alla loro evoluzione in Casa dei Comuni. Ora credo che il Governo non possa più prescindere dal riconoscere loro centralità amministrativa e funzioni di coordinamento territoriale”.