Pag. 6
Cinque milioni di euro per le imprese digitali
È stato pubblicato oggi sul bollettino ufficiale della Regione il primo bando del piano “Digital Impresa Lazio” – varato in autunno con una dotazione complessiva di 18 milioni di euro – per la trasformazione digitale delle imprese del territorio laziale. Il primo bando del programma, con una dotazione di 5 milioni di euro, è rivolto a tutte le piccole e medie imprese regionali e ai titolari di partita Iva per promuovere l’adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico attraverso l’u t i l i zzo di soluzioni Ict. Dei 5 milioni previsti nel bando, 1,5 sono destinati alle aziende del commercio, mentre una riserva del 20% riguarda le imprese delle aree di crisi complessa. “Q u esto bando è il primo passo della strategia di digitalizzazione con cui puntiamo ad aggredire il problema della trasformazione digitale delle Pmi laziali. Fa parte di una strategia completa che tiene insieme investimenti delle imprese e formazione, a partire dalle scuole” ha commentato l’assessore allo Sviluppo Regionale Gian Paolo Manzella. “Importante è anche la scelta fatta dalla Regione Lazio di scrivere un bando più ‘agile’, per semplificare la vita a chi farà domanda per accedere ai finanziamenti – prosegue Manzella – Per questi motivi ci auguriamo che il bando abbia successo e incoraggi concretamente le nostre imprese ad investire nel digitale. Come amministrazione regionale, ovviamente, siamo a disposizione per dare assistenza alle imprese e faremo quanto possibile perché le domande siano valutate in tempi brevi. Su questo garantiamo il massimo impegno. In momenti come questi, amministrare ‘per’ l’impresa vuole dire anche essere veloci, oltreché prendere le decisioni di maggior efficienza”. Al finanziamento, che può riguardare progetti di importo fra i 7 mila e i 25 mila euro con un contributo fino al 70% a fondo perduto, possono accedere anche Pmi e liberi professionisti che non hanno sede operativa nella regione al momento della presentazione della domanda, purché si impegnino a localizzarsi nel Lazio entro la data dell’erogazione.
Pag. 7
Gay Pride, domani la sfilata In un mare di polemiche
ALESSIO BROCCO Domani, dalle 15.30, il Lazio Pride, per la prima volta, sfilerà per le strade di Frosinone. L’edizione 2019, cinquant’anni dopo i moti di Stonewall di New York, fatti che hanno dato il via alle rivendicazione della comunità omosessuale, si trascina un mare di polemiche. Dalle contrapposizioni degli scorsi mesi sull’evento. Tra chi ha parlato diostentazione echi, invece, ha sostenuto l’iniziativa, passando per le polemiche conseguenti alla scelta del percorso. Con un nodo via Aldo Moro (dove si sfilerà nonostante il parere negativo del Comune). Manon è finita perché la discussione è stata, ed è tuttora, animata sulla mancata concessione del patrocinio da parte dell’ente di piazza VI dicembre. Fino ad arrivare al post del neo presidente del consiglio provinciale Daniele Maura in cui si parla di «inutile parata simbolico folkloristica» e «inutile ostentazione delle delle comunità una volta omosessuali e oggi più modernamente chiamate Lgbtq, Lgbtqia e Lgbtqiapk… io resto fedele alla famiglia naturale, il carnevale lo festeggio 40 giorni prima di Pasqua!». Frasi ritenute offensive dalla comunità arcobaleno. Questione patrocinio Botta e risposta tra il comitato organizzatore del Lazio Pride che, con i portavoce Fabrizio Marrazzo, Anna Claudia Petrillo e Richard Bourelly, hanno evidenziato che «diversi i patrocini, oltre al sostegno della Regione Lazio, pervenuti alla manifestazione. Grande assente, però, quello del Comune di Frosinone. L’assenza del patrocinio, che ricordiamo simboleggia lacittà enon ilcolore politico, per noi significa scegliere di non rappresentare le persone lesbiche, gay, bisex e trans. Ma siamo certi che Frosinone sia pronta a ospitare la manifestazione e, insieme ad altre quaranta città d’Italia, ribadirà l’importanza dei Pride di provincia, dove oggi c’è più necessità di sostenere le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender)». Il sindaco Nicola Ottaviani, sul punto, spiega che «il Comune di Frosinone non ha concesso il patrocinio all’evento ludico-culturale della sfilata del Lazio Pride perché non ammette alcuna forma di violenza intellettuale o furbate nei confronti dell’ente municipale. Erano stati proposti tre differenti percorsi ed era stata individuata, anche, la soluzione, condivisa, della centralissima via Adige, parallela a via Aldo Moro, per evitare disagi alla circolazione stradale e agli operatori commerciali il sabato pomeriggio. Purtroppo, le indicazioni del Comune non sono state tenute in alcun conto, al netto del fatto che abbiamo appreso direttamente dalla stampa anche il giorno dell’evento, senza che vi fosse alcuna possibilità di concordare neppure la data. È, questo,uno stranoconcetto dilibertà, soprattutto quando muove nella direzione di limitare o anche cancellare i diritti degli altri. Il mondo lgbt, quello autentico, che non ha bisogno di eccessi per essere fiero della propria identità,è quello che noi apprezziamo e rispettiamo ed è un’altra cosa. È quello di chi chiede rispetto per i diritti e l’uguaglianza, ma che, per primo, rispetta anche i diritti altrui o le norme sulla ordinaria convivenza civile. A coloro che, poi, sono rimasti prigionieri della propria enclave culturale, giungendo ad affermare che Frosinone dovrebbe evolversi, rispondiamo che, per migliorare le proprie conoscenze, dovrebbero farsi un giro per l’Ita – lia, quella ritenuta più avanzata, ove il patrocinio per il Pride non è stato concesso. Parliamo di comuni come Trieste, Rovereto, Varese, Brescia, Genova, la Regione Lombardia, in buona compagnia di amministrazioni da sempre di sinistra, come la Provincia di Trento o la stessa Firenze». Dal Lazio Pride si dicono «basiti dalla nota del sindaco» e affermano che «la data di una manifestazione è stabilita dagli organizzatori, non dalle istituzioni. Ad ogni modo, per dovere di cronaca, durante gli incontri con il sindaco e il vicesindaco ci siamo resi disponibili a valutare un cambio di data, declinato poi in seconda battuta dagli stessi. La nostra è una manifestazione per i diritti delle persone lgbt e non tolleriamo che venga definita una manifestazione ludico-culturale». E «in merito al percorso il vicesindaco è stato informato dell’approvazione del passaggio in via Moro prima che la notizia venisse diffusa ai media e ricordiamo poi che le perplessità del sindaco relative ai commerciati di via Moro sono state smentite dagli stessi. Pertanto ancora ad ogginoncapiamo qualesiailreale problema sul percorso se non di carattere ideologico. Ribadiamo che il patrocinio non è del sindaco, ma della città e dei suoi cittadini. Pertanto, prendiamo atto che il sindacononè dallapartedellanostra comunità. Chieda scusa». L’affondo di Battisti Sara Battisti, consigliere regionale Pd, interviene, invece, sulla vicenda del post di Daniele Maura. E si rivolge direttamente al presidente della Provincia Antonio Pompeo, anche lui del Pd. «Quanto accaduto rispetto alla dichiarazione del presidente del consiglio provinciale è un fatto gravissimo per il ruolo istituzionale che rappresenta – afferma – E non si può parlare di dichiarazione personale. Il nostro partito ha dei valori e dei principi e il fatto che oggi ci siano esponenti del Pd che non capiscano la gravità delle dichiarazioni di Maura impone necessariamente una discussione interna. Mi auguro che nelle prossime ore il presidente della Provincia Antonio Pompeo faccia una dichiarazione per prendere le distanze da quelle dichiarazioni».
Pag. 14
Fca, ondata di cig e indotto a pezzi Estate da incubo
Arriva ufficialmente l’e s t ate e per lo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano saranno due mesi di stop forzato tra ferie e cassa integrazione. La comunicazione è arrivata nella giornata di ieri: a partire da oggi 21 giugno, e fino al prossimo 21 agosto, le tute rosse varcheranno i cancelli solamente quindici giorni su sessanta. Andiamo con ordine. Si lavora regolarmente fino a giovedì prossimo, poi venerdì 28 giugno scatta la cassa integrazione che proseguirà anche nei giorni 1, 5, 8, 12, 18, 19, 22, 24, 25 e 26 luglio. Fermo restando le ferie per tutto lo stabilimento dal 1 al 18 agosto, ulteriori giorni di stop sono previsti il 29, 30, 31 luglio e il 19, 20 e 21 agosto. Si riprenderà a lavorare regolarmente, dunque, solo l’u l t ima settimana di agosto con la speranza, poi, che durante l’autunno o comunque entro la fine dell’anno ci sia la messa in produzione del nuovo modello da commercializzare durante il 2020, altrimenti il calvario della cassa integrazione continuerà anche nei prossimi mesi con pesanti ripercussioni sul l’indotto e quindi sull’e c o n omia del territorio. Per affrontare la crisi Fca proprio stamane è stato diramato l’invito ai consiglieri regionali e ai parlamentari eletti sul territorio per invitarli alla consulta dei sindaci in programma martedì 25 giugno alla 16 a Cassino che intende avere certezze dalla governance di Fca e dal Ministero dello Sviluppo Economico sul futuro dello stabilimento di Cassino. La riunione E alla vigilia della nuova Consulta parla il sindaco di Cassino Enzo Salera, che spiega: «Abbiamo deciso di affrontare la questione non attraverso facili soluzioni populiste, ma attraverso il confronto, ben consapevoli della crisi economica e della difficoltà delle aziende. Tutte le istituzioni si devono unire e devono dare il meglio. Per questo abbiamo deciso di aggiornare l’assemblea al giorno 25 invitando, oltre ai comuni, anche i consiglieri regionali, i deputati e i senatori del territorio oltre che i rappresentanti sindacali e le piccole e medie imprese. In quella sede partirà inoltre la richiesta formale di incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. È tutto risolto, dunque? Assolutamente no! È un percorso lungo e difficile, lo sappiamo bene. Ma da oggi abbiamo una certezza in più: i Comuni del Lazio Meridionale sono pronti a confrontarsi e svolgere finalmente il ruolo di confronto e di mediazione che mancava, ma anche a lottare con forza per i diritti dei propri cittadini, se serve. E visto ciò che si prospetta nei prossimi mesi, probabilmente servirà». Rinuncia alle ferie. E non solo Sperando che la Consulta dei sindaci riesca a incidere in modo positivo e che l’anno prossimo arrivi il nuovo modello che significa stop alla cassa integrazione in Fca, per adesso gli operai sono costretti a fare i conti con la dura realtà. La lunga pausa estiva, con stipendi decurtati di oltre il 50% e contratti non rinnovati agli interinali nelle fabbriche dell’i n d o tto, ha costretto subito alle prime rinunce: niente vacanze al mare, neanche in montagna: si resta in città, badando molto alle spese. L’economia del territorio, dunque, inevitabilmente sarà frenata da questo processo e alcuni operai i cui figli in questi giorni sono impegnati con gli esami di maturità iniziano a fare i conti con il futuro immaginando che se non arriverà una ripresa, sarà difficile poter sostenere gli studi universitari per i loro ragazzi. La crisi di Fca e dell’indotto si fa dunque pesantemente sentire sul territorio, per questo anche il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini si è attivato e ha convocato i sindacati per una serie di riunioni la prossima settimana, oltre la consulta dei sindaci: si vive con stipendi inferiori a 800 euro, alle tute rosse resta solamente la speranza