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Titolo: Nulla da festeggiare
ALESSIO BROCCO
Il 1º maggio è la festa del lavoro. E a molti, facendo una battuta, viene da dire: beato chi ce l’ha. Le fotografie scattate sul mondo del lavoro in provincia di Frosinone certificano una situazione che, globalmente, necessita di un’inversione di tendenza per ridare slancio all’intero territorio. Promozione e rafforzamento delle politiche attive, incentivi per aumentare il numero di assunzioni e cultura della formazione: strategie, queste, che potrebbero essere utili per risalire la china delle graduatorie nazionali. Il tasso di disoccupazione a marzo 2019, in Italia, è diminuito di 0,4 punti rispetto al mese precedente. Vuol dire 10,2%. Bene, ma non benissimo perché in Europa soltanto Grecia (18,5%) e Spagna (14%) fanno peggio. Per Frosinone, nel 2017, da un’approfondita indagine Cisl risultava un tasso di disoccupazione del 16,6%. La situazione, da lì, non ha fatto passi avanti. Anzi, è al 18. E i giovani hanno dovuto fare i conti con contratti di somministrazione, intermittenti e chi più ne ha più ne metta. E poi c’è il problema dei Neet (15-29 anni), coloro che non studiano e non lavorano. In Italia superano il 25%, in Ciociaria, sempre dal report Cisl, sono il 31%. Così non va. Sotto la media nazionale E a proposito di classifiche nazionali, interessante quella elaborata da Il Sole 24 Ore-Infodata che ha messo sotto la lente d’ingrandimento il tasso di occupazione comune per comune. L’indagine, pur non avendo una valenza scientifica, permette attraverso una sintesi giornalistica di scoprire chi ha un lavoro e chi, invece, non ce l’ha. La base di partenza, spiegano nell’indagine, è rappresentata dai dati relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2018 (riferimento al 2017). Da qui Infodata ha estratto i numeri relativi alla frequenza dei redditi da lavoro dipendente o assimilato, autonomo e da imprenditore determinando, così, il numero di persone con un’occupazione su base comunale. E questo numero, successivamente, è stato rapportato alla popolazione residente al 1 gennaio 2018 (sempre su base comunale) censita da Istat. Il confronto, poi, è stato fatto con la sola popolazione attiva. Quella, cioè, compresa tra i 15 e i 64 anni di età. Il primo colpo d’occhio è chiaro: i comuni della Ciociaria hanno un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale (61,51%) con Frosinone che ha, tra l’altro, il dato più basso tra i capoluoghi laziali. I valori più alti, infatti, sono quelli di Morolo (60,75%), nei pressi della zona industriale dell’area Nord, Piedimonte San Germano (59,33%), centro che ospita lo stabilimento Fca e Sant’Apollinare (59,06%), sempre in quell’area del cassinate. Frosinone, invece, ha un tasso di occupazione pari al 57,27%. Tra gli altri grandi centri, per popolazione, del territorio fa meglio soltanto Anagni (58,22%), altra città dell’area Nord della provincia ciociara e nei cui pressi insistono diverse aziende. scoprire chi ha un lavoro e chi, invece, non ce l’ha. La base di partenza, spiegano nell’indagine, è rappresentata dai dati relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2018 (riferimento al 2017). Da qui Infodata ha estratto i numeri relativi alla frequenza dei redditi da lavoro dipendente o assimilato, autonomo e da imprenditore determinando, così, il numero di persone con un’occupazione su base comunale. E questo numero, successivamente, è stato rapportato alla popolazione residente al 1 gennaio 2018 (sempre su base comunale) censita da Istat. Il confronto, poi, è stato fatto con la sola popolazione attiva. Quella, cioè, compresa tra i 15 e i 64 anni di età. Il primo colpo d’occhio è chiaro: i comuni della Ciociaria hanno un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale (61,51%) con Frosinone che ha, tra l’altro, il dato più basso tra i capoluoghi laziali. I valori più alti, infatti, sono quelli di Morolo (60,75%), nei pressi della zona industriale dell’area Nord, Piedimonte San Germano (59,33%), centro che ospita lo stabilimento Fca e Sant’Apollinare (59,06%), sempre in quell’area del cassinate. Frosinone, invece, ha un tasso di occupazione pari al 57,27%. Tra gli altri grandi centri, per popolazione, del territorio fa meglio soltanto Anagni (58,22%), altra città dell’area Nord della provincia ciociara e nei cui pressi insistono diverse aziende. mento anni di imposta 2017): la provincia di Frosinone è sotto la media nazionale (20.670 euro). La Ciociaria ha una forbice che va dai 19.999 euro del capoluogo ai 9.297 euro a testa per San Biagio Saracinisco. Aumenta la cig Più ore di cassa integrazione, uno dei principali ammortizzatori sociali, per i lavoratori della provincia di Frosinone. Da febbraio 2019 a marzo 2019, infatti, è stato registrato, dall’elaborazione dati eseguita dal sindacato Uil, un incremento di oltre 400 punti percentuale. Ed esattamente si parla di un incremento del 468,5%. Dalle 206.830 ore di febbraio alle 1.175.933 ore del mese successivo. Un dato che fa pensare.
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Titolo: Non è una politica per matricole Effetto veterani
CORRADO TRENTO
Non è una politica per matricole, neppure quando si vota per le comunali. In provincia di Frosinone alla fine concorrono quasi sempre gli stessi. Le eccezioni sono poche. La si può vedere da due punti di vista. Il primo è che i big e i loro fedelissimi non cedono terreno, non fanno spazio, non effettuano né passi indietro né di lato. Il secondo è che un vero ricambio della classe dirigente non c’è semplicemente perché non si vede all’orizzonte una nuova classe dirigente. E men che meno una classe dirigente nuova. Dunque, così è se vi pare. E perfino se non vi pare. I veterani di Cassino Per Giuseppe Golini Petrarcone questa è la quinta candidatura a sindaco. La prima volta nel 1993, quando vinse. Poi nel 1997 fu sconfitto da Tullio Di Zazzo, mentre nel 2011 il successo al ballottaggio contro Carmelo Palombo. Infine, nel 2016 battuto da Carlo Maria D’Alessandro. A sostenerlo in questa nuova partita ci sono esponenti come Massimiliano Mignanelli, Rossella Chiusaroli, ma anche Carmelo Palombo. E Marino Fardelli. Tutti ascrivibili alla “vecchia guardia” della politica. Il centrodestra si è affidato a Mario Abbruzzese (al debutto come candidato sindaco), leader provinciale di Forza Italia: presidente del Cosilam, ex consigliere regionale e provinciale. In politica da una vita. Mentre Enzo Salera, candidato sindaco del centrosinistra, è stato assessore ai tributi dal 2011 al 2016, quando il sindaco era Petrarcone. Ha il sostegno del Pd, di tutti quelli che si sono riconosciuti nelle primarie, accettandone il verdetto. Lo sostengono in tanti, a cominciare da Barbara Di Rollo. E da Francesco Mosillo. Anche per le liste la tendenza è stata quella di affidarsi a persone comunque di esperienza, indipendentemente dal fatto che siano stati o meno consiglieri comunali. Gli altri due candidati a sindaco, Giuseppe Martini (Movimento Cinque Stelle) e Renato De Sanctis (sostenuto da liste civiche), sono decisamente nuovi nel ruolo di aspiranti primi cittadini. Le battaglie di Veroli e Isola Simone Cretaro (Pd) tenta il bis. Con lui tanti amministratori uscenti: Antonio Perciballi, Augusto Simonelli, Cristina Verro, Stefano Iannarilli, Patrizia Viglianti, Luca Renzi, Aldo Rossi, Lazzaro Cestra, Emanuele Fiorini, David Troccoli, Giuseppe Mignardi. E naturalmente Germano Caperna, fresco di “tris” come consigliere provinciale. Il centrodestra si M a ri o Abbruzz ese e Giuseppe Golini Pe t ra rc o n e in una foto di qualche anno fa. Quindi, G e rm a n o C a p e rn a , Massimiliano Mignanelli e Massimiliano Q u a d ri n i in consiglio p rov i n c i a l e. affida a Marco Bussagli, che nella giunta D’Onorio è stato assessore tecnico alla cultura, al turismo e allo spettacolo. È sostenuto, tra gli altri, dall’ex presidente del consiglio comunale Adriano Uccioli e dall’ex assessore al turismo Barbara Crescenzi. Il candidato a sindaco del Movimento Cinque Stelle è Fabrizio Cretaro. Nella lista che lo appoggia ci sono giovani laureati, imprenditori, impiegati, artigiani, liberi professionisti e casalinghe. A Isola del Liri Massimiliano Quadrini (Pd) prova a raccogliere il testimone dal padre Vincenzo. Al terzo mandato da consigliere provinciale, è stato già vicesindaco. Nella lista che lo sostiene ci sono, tra gli altri, Ilaria Pantano (la più giovane dei consiglieri uscenti), Giampaolo Tomaselli (presidente del comitato intercomunale per la salvaguardia della salute e dell’ambiente) e il consigliere uscente Giorgio Trombetta. Due gli sfidanti. Diego Mancini è stato consigliere di opposizione in due occasioni. A sostenerlo, tra gli altri, tre consiglieri uscenti dell’opposizione: Antonella Di Pucchio, Mauro Tomaselli, Gianni Scala. Candidato a sindaco è anche Angelo Caringi, già consigliere comunale, presidente dell’aula, vicesindaco e assessore al bilancio e al commercio. Nella lista ci sono tanti candidati alla prima esperienza: Maurizio Esposito è il più giovane (22 anni), ma ci sono pure Silvio Caringi e Marco Capobianco. Spulciando tra le sfide A Paliano il sindaco uscente Domenico Alfieri (segretario provinciale del Pd) dovrà vedersela con l’ex primo cittadino Maurizio Sturvi e anche con Tommaso Cenciarelli, ex vicesindaco, proprio durante il mandato di Sturvi. Tutti e tre erano in corsa nel 2014, quando però i candidati a sindaco erano cinque in totale. A Piglio si rinnova il duello tra il primo cittadino uscente Mario Felli e l’ex sindaco Tommaso Cittadini. Entrambi protagonisti pure nel 2014, quando però gli sfidanti erano tre. A Vico nel Lazio Claudio Guerriero ha messo nel mirino il tris: a contendergli la fascia tricolore Maria Paola Pica (come nel 2014) e Davide Giacomini. Anche Augusto Agostini cerca il tris ad Acuto. Se la vedrà con due candidati a sindaco alla loro prima volta: Francesco Sordo e Alessio Guidoni. Mentre a Giuliano di Roma c’è una sfida molto netta sul piano politico. Da una parte Adriano Lampazzi, sindaco uscente ed esponente del Pd vicinissimo a Francesco De Angelis. Dall’altra Daniele Maura, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia e fedelissimo del senatore Massimo Ruspandini. A Coreno Ausonio nuova puntata della sfida infinita tra Domenico Corte e Simone Costanzo. Ad Arnara, finita l’era di Filippo Capogna, per la fascia tricolore se la vedranno Adriano Roma e Massimo Fiori. A Ceprano il sindaco Marco Galli cerca il bis. Dovrà vedersela con l’ex primo cittadino Serena Viselli e con Giampiero Ottaviani (Cinque Stelle). A Ripi la partita è a cinque: il sindaco Roberto Zeppieri, Giovanni Celli, Piero Sementilli, Tonino Carlesi e Marcello Giorgi.
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Pompeo: «Le Province restano un anello istituzionale»
«Le Province sono un anello fondamentale della catena istituzionale, sono previste in Costituzione perché ente intermedio tra Stato, Regioni e Comuni. Vanno messe in condizione di agire». Antonio Pompeo, presidente della Provincia e dell’Upi Lazio, interviene in merito alle polemiche tra Cinque Stelle e Lega sul futuro di questi enti. Rileva Pompeo: «Siamo e continuiamo ad essere decisivi per la tutela delle comunità locali, per i servizi ai Comuni, e penso alla stazione unica appaltante, per la messa in sicurezza di strade e scuole e per il contributo che possiamo dare al rilancio dell’economia di un territorio». Argomenta Pompeo: «Spiace prendere atto che la propaganda elettorale entri a gamba tesa su un argomento come questo, in cui non sono in discussione le poltrone, perché abbiamo già dimostrato che le Province ne sanno fare a meno, l’unico ente a farlo tra l’altro. Ma stiamo parlando e decidendo dei diritti dei cittadini. Non ci interessa il sistema elettorale, ci interessa che le Province possano assolvere alle loro funzioni. Perciò chiediamo che si continui un lavoro già iniziato»
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Pontecorvo – Occhi puntati sulla… minoranza
GIUSEPPE DEL SIGNORE
Una scelta dolorosa che ha aperto una ferita mai rimarginata. Natascia Di Schiavi Iorio, consigliere comunale di minoranza, dopo la spaccatura avvenuta in amministrazione con il passaggio in opposizione di Moira Rotondo e Gabriele Tanzi è tornata a rivivere quel momento di forte difficoltà. Perché fu proprio lei, a pochi giorni dall’elezione del 2015, a scegliere di abbandonare la maggioranza e schierarsi contro l’amministra – zione Rotondo. Unascelta che, nel consiglio di venerdì, ha rivissuto vedendo quanto accaduto ai due colleghi di consiglio. «Sono trascorsi oramai quattro anni dalla mia fuoriuscita dalla maggioranza di Anselmo Rotondo eppure rivivere quei momenti nel corso dell’ultimo consiglio comunale, vedere Gabriele e Moira rivivere la mia stessa situazione, ha riaperto una ferita mai rimarginata del tutto – ha affermato il consigliere Natascia Di Schiavi Iorio – Perché è doloroso ammettere di aver sbagliato ad avere fiducia in qualcuno, a cui si è affidato il proprio nome, la propria immagine e il proprio futuro. Le persone che sisono messein giocoe hanno contribuito all’elezione di un sindaco vanno rispettate fino alla fine, non messe in condizione di fare scelte radicali come è stato per Moira e Gabriele, che non meritano soprattutto il fango di questi giorni. E, soprattutto, vanno indagate le ragioni profonde alla base dellalorodecisione, lapiùdifficile in assoluto per due persone mosse non certo da arrivismo personale come si dice». La Di Schiavi Iorio ripercorre quanto accadde a lei subito dopo la sua decisione di lasciare la maggioranza e collocarsi in opposizione: «Anch’io fui accusata di ambire solo a una poltrona mentre oggi posso ribadire che non era affatto così e la storia si ripete. È l’opportunismo politico di altri e la sostanziale debolezza del sindaco di fronte ad alcuni elementi a determinare lo scenario attuale. Confermo la mia stima e la mia amicizia a Moira e Gabriele che mi sono sempre stati vicino a prescindere dal mio passaggio in minoranza». Ma le attenzioni sono proprio rivolte al nuovo assetto che assumerà la minoranza dopo l’arrivo dei consiglieri Moira Rotondo e Gabriele Tanzi. In tanti si chiedono se i due, ormai ex esponenti della maggioranza, faranno un gruppo insieme oppure si fonderanno con altri componenti che siedono all’opposizione. Risposte che si potranno avere giànella prossima assise civica. Ma il dialogo all’in – terno della minoranza è partito. E la prima ad aprirsi al confronto è stata Annalisa Paliotta.Per sapere se questo sarà l’inizio di un percorso che porterà alla creazione di un maxi gruppo bisognerà attendere ancora qualche settimana.
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Riapre la provinciale per Canneto. E il sindaco esulta
MARCO DE LUCA
È stata riaperta la strada provinciale 103 che conduce nella Valle di Canneto. Finalmente, dopo i lavori di messa in sicurezza del costone a monte della strada che presentava decine di alberi e tronchi divelti dalla furia del maltempo di fine ottobre 2018edel 24febbraio scorso, il sindaco di Settefrati Riccardo Frattaroli, ha firmato l’ordinanza della riapertura della strada. «Ce l’abbiamo fatta» è stato il suo euforico grido, quasi una liberazione, per aver vinto la sfida contro il tempo: «Ora la Valle di Canneto sarà fruibile a tutti: ambientalisti, amanti della montagna, escursionisti, pellegrini, compagnie e fedeli della Madonna di Canneto. I tempi per la riapertura della strada tra la località don Bosco e il santuario sono stati rispettati nonostante il periodo pasquale e le avversità metereologiche». Frattaroli può davvero essere contento viste le vicissitudini che ha passato per cercare chi si accollasse i costi della messa in sicurezza della strada dato che le casse comunali settefratesi non lo permettevano. «L’amministrazione di Settefrati è fiera dell’impegno assunto verso la tradizione millenaria della Madonna di Canneto – fa sapere Frattaroli che poiringrazia chi ha permesso che i lavori fossero realizzati in tempo per l’inaugurazione delle celebrazioni mariane 2019 – Ringrazio la Regione Lazio nella persona dell’assessore ai lavori pubblici Mauro Alessandri, il direttore Infrastrutture Wanda D’Ercole, il presidente Mauro Buschini, l’assessore al Bilancio Alessandra Sartore, il funzionario Pino Candido, il consigliere Pasquale Ciacciarelli, il direttore dei lavori Franco Domenicone e coloro che hanno teso una mano all’amministrazione».