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Il Rettore: «Ateneo fuori dalla crisi finanziaria»
Disco verde dal Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale al bilancio unico di ateneo esercizio 2018. Dopo due anni dalla scoperta del maxi debito di 40 milioni di euro per il mancato versamento dei contributi all’Inps, da ieri l’ateneo è fuori dalla conclamata tensione finanziaria. «Il debito non è scomparso, resta lì e va restituito nel corso degli anni» ha dichiarato il rettore Giovanni Betta, che al termine del CdA ha incontrato la stampa per annunciare: «Il bilancio del 2018 è in attivo di 700 mila euro» (anche se, nello stato patrimoniale, compaiono ancora 22 milioni del vecchio debito debito). Come si è arrivati a questa situazione? Damaggiori entrate derivanti dalla didattica e dall’attivazione dei Fit (Formazione Iniziale e Tirocinio). C’e da sottolineare che nel bilancio, appena approvato, manca la voce relativa al risparmio del personale docente andato via. «La mobilità del personale – afferma il rettore – non è presente perché nel 2018 il risparmio delle persone che sono andate via nel 2018 è di 300 mila euro». È sempre il rettore a spiegare: «Il risparmio complessivo derivante dalla mobilità volontaria nel 2019 sarà intorno ai 3 milioni 700 mila euro. E a regime sarà di 4 milioni e 200 mila euro. Abbiamo, finalmente, un bilancio sano». Il Miur, però, continua a monitorare l’ateneo di Cassino. Il rapporto tra le spese del personale e gli incassi studenteschi, che deve essere inferiore all’80%, è uno degli indicatori che il ministero tiene sotto controllo. Lo scorso anno Cassino si è attestata al 92%. Una percentuale che decretava lo stato di crisi. Oggi, invece, è appena sopra l’80%. L’altro indicatore riguarda l’indice di sostenibilità finanziaria, che ha raggiunto la zona verde con l’ 1,02. «È la controprova del piano di risanamento che ci eravamo prefissi. I ricavi sono aumentati in maniera consistente nella parte che ci interessa, cioè i proventi della didattica». È quanto sostenuto dal prof. Carmelo Intrisano, padre del piano di risanamento, che ha aggiunto: «La serie di interventi messi in campo hanno prodotto una riduzione dei costi». Elena Pittiglio