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Frosinone – La tentazione di Ottaviani E l’opzione Vicano
CORRADO TRENTO
Il tam tam è sempre più incessante, soprattutto dopo che il sindaco Nicola Ottaviani ha detto alla riunione di maggioranza che intende completare il mandato. Un “passaggio” che molti leggono come l’apertura di uno scenario diverso. E cioè: dimissioni prima della scadenza dei due anni e mezzo del secondo mandato, in modo da potersi ripresentare per il terzo. Semplice tattica? Oppure strategia vera e propria? Di certo però ci sono le parole di Ottaviani al vertice di venerdì. Il primo cittadino ha escluso ipotesi di candidatura alla Camera o al Senato, sottolineando altresì che in ogni caso il possibile “successore” dovrà essere individuato attraverso le primarie. Aggiungendo che lui certamente non sosterrà chi dovesse bypassare le primarie. Inoltre Ottaviani ha voluto anche lanciare un monito ad assessori e consiglieri. Con un messaggio forte e chiaro, così sintetizzabile: “B asta con gli attacchi sui giornali, chi dovesse continuare sarà messo fuori dalla giunta (se assessore) o dalla maggioranza (se consigliere)”. E se alla riunione il silenzio è stato assordante, poi però all’interno dei vari gruppi di maggioranza si è discusso non poco della questione. Inevitabilmente sono emersi anche dei malumori. Perfino dei possibili cambi di scenario. Per esempio nel gruppo della Lega: Carlo Gagliardi potrebbe essere tenuto in considerazione per altre candidature (alle regionali?), mentre a sindaco potrebbe concorrere Carmine Tucci, vicecoordinatore cittadino del Carroccio. Poi c’è Danilo Magliocchetti, capogruppo di Forza Italia: l’opzione di una sua candidatura a sindaco c’è, ma non necessariamente alle primarie. Gli altri nomi possibili per il dopo Ottaviani sono noti: Adriano Piacentini, Riccardo Mastrangeli, Massimiliano Tagliaferri, Fabio Tagliaferri. Ma cosa succederebbe se davvero Nicola Ottaviani gio casse la carta delle dimissioni prima della metà del mandato per poi ricandidarsi? L’attuale coalizione di centrodestra lo appoggerebbe in modo compatto oppure qualcuno potrebbe sfilarsi? Alle possibili evoluzioni del quadro politico del centrodestra guarda con attenzione pure il centrosinistra. Tra i vari nomi che circolano per la candidatura a sindaco c’è soprattutto quello di Mauro Vicano, già manager della Asl e presidente della Saf. Attenzione però: Vicano è già molto attivo, ma nell’ambito di un contesto civico. Da una prospettiva ribaltata rispetto a quella di qualche anno fa: coalizione larga di liste civiche, con il Pd che potrebbe partecipare in una posizione paritaria però. Una scelta che ricorda molto l’impostazione di Ottaviani nel 2017: più liste civiche che partiti. Ma è pure evidente che Mauro Vicano sta già incontrando referenti di formazioni civiche che la volta scorsa si sono schierate con il centrodestra. Una situazione di grande effervescenza politica a Frosinone, anche se alla scadenza naturale del mandato del sindaco mancano tre anni e due mesi. Un’era geologica con i ritmi e le dinamiche della politica attuale. Molto dipenderà pure dalla posizione che Nicola Ottaviani riuscirà a conquistare nella Lega. In caso di elezioni anticipate, il suo nome verrebbe tenuto in considerazione per una candidatura alla Camera o al Senato? Le variabili sono tante. Ecco perché alla fine la prospettiva di maggiore stabilità per Ottaviani e per l’intero centrodestra cittadino resta quella di arrivare al completamento del mandato. Intanto, nessun segnale sul versante del rimpasto di giunta. L’argomento è congelato, anzi completamente scomparso dal dibattito politico. Tra le varie opzioni quella di nominare assessore il capogruppo della Lega Enrico Cedrone, in modo da favorire l’ingresso come consigliere di Domenico Fagiolo. Ma i giorni passano. E il nervosismo aumenta.
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Lega, i giorni più lunghi
CORRADO TRENTO
In attesa del possibile tour elettorale del 13 o 15 maggio prossimi (ma ancora non c’è nulla di ufficiale), Matteo Salvini a Frosinone c’è stato. Domenica sera, dopo l’appuntamento a Latina. Ha cenato presso il ristorante La Trattoria (in compagnia, fra gli altri, del sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali Claudio Durigon e dell’onorevole Francesco Zicchieri), per poi pernottare all’Hotel Testani. Ieri, attraverso la pagina facebook, l’Hotel Testani e il ristorante La Trattoria si sono detti «onorati per essere stati scelti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini». Il numero uno del Carroccio indossava una polo della Polizia. Aspettando il comizio Il vicepremier, ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini dovrebbe essere a Frosinone il 13 o 15 maggio prossimi. Ma il condizionale è d’obbligo. Il tour elettorale doveva tenersi domenica scorsa, ma è stato rinviato. Tre le possibili tappe: a Cassino, Veroli e naturalmente Frosinone. Le prime due città vanno al voto per le comunali il prossimo 26 maggio e in entrambi i casi il Carroccio fa parte di una coalizione di centrodestra. A Frosinone invece l’idea è quella di un comizio a piazza Martiri di Vallerotonda, a due passi dalla nuova sede del Carroccio nel capoluogo ciociaro. Matteo Salvini punta moltissimo sulle europee, fra l’altro in un momento di grande tensione al governo. Con polemiche forti con il presidente del consiglio Giuseppe Conte e con il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio. Per il caso Siri. Proprio domenica, in un comizio a Roma, Matteo Salvini ha detto: «Gli amici del Movimento Cinque Stelle pesino le parole. Se dall’opposizione in sulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l’ultimo avviso». La tensione è alle stelle. La situazione sul territorio Ovvio che il profilo nazionale sia prevalente e che la campagna elettorale per le europee catturi l’attenzione mediatica e non solo. Ma c’è pure la dimensione locale e in provincia di Frosinone la Lega si appresta ad assumere scelte importanti. E se è vero che il fatto che Matteo Salvini sia capolista alle europee anche alla Circoscrizione Centro (Lazio, Toscana, Umbria e Marche) evita a (quasi) tutti di contarsi perchè il Capitano intercetterà il voto di opinione, è altrettanto indubitabile che comunque sui territori nessuno può permettersi brutte figure o passi falsi. In più ci sono le amministrative, importanti sul versante del radicamento sul territorio. Riflettori accesi principalmente su Cassino e Veroli, Comuni con oltre quindicimila abitanti. Alle recenti provinciali nella lista della Lega sono stati eletti due consiglieri, entrambi di Frosinone. Ma Igino Guglielmi è del Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, mentre Andrea Campioni fa parte della Lista Ottaviani. Inoltre, sempre con riferimento alle provinciali, in lista c’erano 9 candidati quando si poteva arrivare a quota 12. Un elemento che non è passato inosservato. I nodi da sciogliere Nei giorni scorsi Carmelo Palombo si è dimesso da commissario provinciale. Si attende la nomina del successore. L’onorevole Francesco Zicchieri, coordinatore regionale del Carroccio, non si sbilancia e dice: «Stiamo analizzando la situazione con attenzione». Fra i nomi circolati anche quello del senatore Umberto Fusco, nel collegio uninominale di Guidonia-Montecelio. Negli anni scorsi Fusco è stato responsabile politico provinciale del Carroccio in Ciociaria. Ma non ci sono conferme. Fra l’altro la sensazione è che Francesco Zicchieri stia analizzando altre possibili soluzioni. Sullo sfondo c’è pure il “grande gelo” al Comune di Frosinone, tra il sindaco Nicola Ottaviani e il gruppo consiliare, che fa riferimento al coordinatore cittadino Domenico Fagiolo. Proprio in occasione delle provinciali la contrapposizione è emersa in maniera forte. Il gruppo consiliare puntava su Sara Bruni, che alla fine non ce l’ha fatta per un voto ponderato. Mentre invece è stato eletto Andrea Campioni, sostenuto proprio dal sindaco Ottaviani. Tornando alla nomina del commissario provinciale, vanno aggiunte due considerazioni. La prima è che l’indicazione possa arrivare dopo le elezioni europee del 26 maggio prossimo. La seconda è che dovranno anche essere salvaguardati gli equilibri locali. Un fattore importante e delicato proprio per le fibrillazioni che ci sono state. La Lega esprime quattro parlamentari del territorio: Francesco Zicchieri è stato eletto nell’uninominale Camera nord, mentre Claudio Durigon e Francesca Gerardi nel collegio proporzionale Frosinone-Latina. Poi c’è il senatore Francesco Rufa, eletto nel collegio proporzionale di Viterbo.
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Disoccupati, tra ritardi e il nodo delle risorse
Trenta milioni circa assegnati dal ministero del lavoroe delle politiche sociali alle aree di crisi complessa della Campania (26.986.158,91 euro) e del Veneto (3.826.378,34 euro) hanno creato un po’di apprensione nei disoccupati dell’area dicrisi di Frosinone, percettori della mobilità in deroga. Questi sono ancora in attesa della ripartizione dei fondi, 117 milioni di euro, cheil governo aveva stanziato proprio per le aree di crisi di complessa con la finanziaria di dicembre (sbloccata ad aprile). Ma, così come scritto nella nota annuncia dal ministero tramite il sito, si tratta, per Campania e Veneto, di «nuove risorse» attraverso «il decreto ministeriale 17 del 13 febbraio 2019». Ma qual è la situazione per la proroga della mobilità in deroga che, tra Frosinone, Rieti e Colleferro, coinvolge 1.600 persone? Sta, in questo momento, nella ripartizione delle risorse (la Regione Lazio ha chiesto 35 milioni su 117). Questa, successivamente, permetterebbe alle parti (sindacati ed esponenti della Pisana) di ragionare per raggiungere un accordo, così come accaduto a febbraio 2018 per la precedente proroga della mobilità. I sindacati, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, auspicano una velocizzazione dell’iter per raggiungere una sintesi e una soluzione per i molti percettori dell’ammortizzatore sociale. Da Vertenza Frusinate, intanto, continuano a chiedere chiarezza e lavoro. E lamentano, attraverso Gino Rossi, uno dei suoi esponenti, una mancanza di attenzione nei loro confronti da parte degli eletti del territorio. Infine, per tenere alta l’atten – zione sul tema giovedì ci sarà un incontro tra Vertenza Frusinate e i sindacati, mentre lunedì lo stesso comitato svolgerà un’assemblea in cui chiederà anche un’accelerazione per le politiche attive.
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Una commissione sui crimini delle Marocchinate
Istituita una commissione di studi sulle marocchinate voluta, e presieduta, dall’avvocato penalista Luciano Randazzo. Ci si avvarrà dei più importanti professionisti del campo del diritto. Avvocato Randazzo, ha deciso di istituire una commissione di studi sulle Marocchinate. Cosa l’ha spinta? «Ho ritenuto opportuno istituire questa commissione studi perché per la prima volta dopo 75 anni dovremmo discutere di crimini di guerra commessi dalla Francia in danno dell’Italia in riferimento alle Marocchinate. In tutti questi decenni non c’è stato un processo». Quali sono gli obiettivi? «Studiare i motivi per cui l’Italia non ha mai operato in tal senso dopo 75 anni dai fatti. È la prima volta che si studieranno questi crimini di guerra». Come ha allestito i componenti che ne fanno parte? «Ho scelto io stesso i componenti della commissione sulla base della preparazione professionale. Purtroppo questa orrenda pagina di storia è stata ed è strumentalizzata in modo becero. La commissione servirà invece da impulso al mondo politico per far costituire una commissione parlamentare d’in – chiesta che come Anvm abbiamo più volte ribadito in ogni sede la quale credo, purtroppo giace ancora nel dimenticatoio».
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Mario e Peppino se le danno di santa ragione
ALBERTO SIMONE
Peppino e Mario se le danno di santa ragione. L’ex sindaco e l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio sono indubbiamente i due candidati più conosciuti e non mancano di farsi la guerra. Il comizio di apertura di Petrarcone è stato quasi tutto improntato a mettere in cattiva luce Mario Abbruzzese. L’attacco di Petrarcone Peppino e i suoi candidati – su tutti Niki Dragonetti – nel comizio di apertura della campagna elettorale hanno gridato allo scandalo tirando in ballo vicende giudiziarie legate a Mario Abbruzzese e ai suoi candidati. Poi Petrarcone ha spiegato: «Mi candido a Sindaco perché voglio ridare decoro, dignità e autorevolezza ad uno dei centri più importanti del Lazio meridionale. – ha detto Petrarcone nel suo intervento – Quella Cassino che per anni è stata un traino per tutto il Lazio meridionale. Sono sempre stato innamorato della mia città che mi ha dato tanto e alla quale sento di dover dare ancor di più. Scrivere un programma elettorale non è comunicarlo. È solo depositarlo. Questo è un mero adempimento formale, il vero progetto cammina sulle gambe delle persone e noi lo andremo a raccontare ovunque, in città e nelle periferie, casa per casa. Vogliamo, dunque, una “C a s s ino bella” che è essenzialmente una città pulita, ordinata, dove il verde e il decoro urbano ci invitano ad uscire a piedi nelle nostre strade. Sappiamo benissimo che quanto detto è una condizione che dovrebbe rap- presentare la normalità per una città, ma, purtroppo, in questi quasi tre anni non lo è stato nella nostra. Cassino bella è una città dove il Parco Baden Powell e Piazza San Giovanni realizzati e valorizzati nella mia amministrazione, diventano due dei tanti luoghi puliti e accoglienti. Cassino bella è una città dove la Villa comunale diventa un’oasi di meraviglie e le Terme Varroniane un vanto. Cassino bella è senza buche, con i marciapiedi praticabili e dove gli alberi non sono cementificati». Il contrattacco di Mario Abbruzzese usa l’ironia per commentare la vicenda del programma copiato da Petrarcone e sulla sua bacheca facebook scrive: «E mo gliu buciard chi è?». E dopo la polemica sui programmi copiati il candidato sindaco del Centrodestra Mario Abbruzzese torna sul suo programma industriale evidenziando come sia l’unico programma che è calato nella realtà della città di Cassino. «Non si può pensare di amministrare una città se non si ha la visione di ciò che si vuole fare. Il programma è una cosa seria e non può essere ridotto ad una semplice operazione di copia ed incolla come se fosse solo un adempimento burocratico. Per questo motivo io ho realizzato un piano industriale per la mia città e ovunque vada ne parlo con i cittadini di Cassino, senza cadere nel tranello dello scontro personale che per cultura non mi appartiene. Ho incontrato oggi gli abitanti della zona industriale perché come Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Cosilam ho sempre scelto il confronto con loro per renderli sempre edotti sulle iniziative intraprese per risolvere i problemi che potevano sorgere nello smaltimento dei reflui industriali. Ma nel mio programma sono chiari i miei impegni per la bonifica dei siti inquinati, sollecitando la Regione Lazio nel mandare i fondi necessari per la risoluzione dei tre grandi problemi delle discariche della nostra città (Nocione, Panaccioni, ex Marini) ed evitare che un territorio già fortemente compromesso venga messo a rischio anche con l’apertura di impianti potenzialmente pericolosi. Il futuro di Cassino – conclude Abbruzzese – passa anche e soprattutto attraverso il rispetto dell’ambiente; la tutela della salute non può essere lasciata ad un copia ed incolla di altre realtà che nulla hanno a che vedere con la nostra».
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Cassino – Un Comune senza… dipendenti
Uno dei primi nodi che dovrà affrontare il nuovo sindaco di Cassino sarà quello relativo al fabbisogno di personale. I numeri – con la loro forza intrinseca e non soggetta a diversa interpretazioni – evidenziano difatti come l’Ente tra pochi mesi rischia di ritrovarsi con meno di cento dipendenti mentre fino a pochi anni fa ne contava circa trecento e nei periodi di vacche grasse dei “favolosi anni Ottanta” si raggiunsero addirittura picchi di quattrocento unità: se quel numero forze era spropositato, per un Comune che all’epoca aveva meno residenti di adesso, altrettanto allarmante è la situazione attuale. Andiamo con ordine e vediamo, appunto, i numeri. Quando tre anni fa si è insediato il sindaco Carlo Maria D’Alessandro ha trovato un Comune con 216 dipendenti: a febbraio scorso, quando ha lasciato, il numero si era assottigliato a 185, e considerando quelli effettivamente in servizio si scende a 150. Un dato già allarmante, basti pensare che l’ultimo atto da sindaco di D’Alessandro è stato quello di firmare i contratti per i ragazzi del servizio civile: «Aiuteranno il personale del Comune che è in forte difficoltà visti i tanti pensionamenti e quindi il calo di unità nei vari settori», aveva spiegato Carlo Maria D’A l e ssandro. Ed ora che anche la cosiddetta “quota cento” è legge, le domande per i pensionamenti stanno aumentando: altre 21 persone andranno via nel 2019 e per la fine del 2020 si prevedono una ottantina di pensionamenti tra chi ha raggiunto il limite massimo con la legge Fornero e chi aderirà a quota cento: ciò significa che coloro che resteranno attivi in Comune saranno circa cento dipendenti. E le cose non si prospettano buone per gli anni a venire: l’età media dei dipendenti è difatti di 59 anni a fronte di un’età media di 50 della pubblica amministrazione in Italia, ci sono tanti over 60 (alcuni addirittura over 66), gli under 50 sono pochi e di under 40 non c’è nemmeno l’ombra. Urge dunque con urgenza un piano di fabbisogno del personale, ma con un Comune in dissesto non è facile fare assunzioni. Ci aveva provato la giunta D’A l e s s a ndro ed ora a portare avanti il progetto è il commissario prefettizio. Si attende il bilancio Il segretario Rita Riccio ha provveduto ad inviare il bilancio stabilmente riequilibrato al Ministero e solo dopo l’a p p r ovazione si potrà procedere con il piano di fabbisogno del personale che deve essere approvato dalla commissione stabilità e finanza. Ma i tempi si annunciano tutt’altro che ristretti: anzitutto perchè c’è il rischio che il bilancio possa essere bocciato e ciò significa dover fare tutto daccapo, in secondo luogo perchè c’è la possibilità che in Comune possa insediarsi un’a mministrazione comunale non di centrodestra – per intenderci non si andrà in continuità con D’Alessandro – e il nuovo sindaco di concerto con la nuova giunta potrebbe decidere di modificare il piano di fabbisogno del personale allungando i tempi ancor di più. A soffrire maggiormente è il settore della pubblica istruzione e del turismo ma quasi tutti i comparti sono sotto organico: ciò significa che la macchina comunale camminerà sempre più a rilento, nonostante i buoni propositi di tutti i candidati a sindaco. A meno che qualcuno di loro non riesca nel miracolo: quello di riuscire ad avere nuovamente la “materia prima” con la quale far camminare gli ambiziosi progetti illustrati nelle piazze durante i comizi.
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In ricordo di quel sacrificio eroico
Un compito difficilissimo, un’armata eroica. Perché solo loro riuscirono nell’impresa. Nella devastazione dei bombardamenti, i soldati del II Corpo di Armata polacco, nel 1944, con il sacrificio della loro vita e sotto la guida del generale Wladyslaw Anders, spianarono la strada agli alleati permettendo loro di cominciare l’avanzata verso Roma. Quell’enorme sacrificio sarà ricordato nei giorni che vanno dal 16 al 19 maggio quando si terranno lecelebrazioni inoccasione del 75° anniversario. L’arrivo del presidente La principale cerimonia commemorativa avrà luogo sabato 18 maggio proprio nel luogo-simbolo di quel sacrificio, al Cimitero Militare Polacco di Montecassino alla presenza del Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda e consorte, in visita in Italia per prendere parte alle celebrazioni, e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Alle celebrazioni parteciperanno i soldati del 2° Corpo d’Ar – mata polacco residenti in Polonia e all’estero e le loro famiglie, i presidenti delle più grandi organizzazioni di veterani, nonché i rappresentanti delle più alte cariche dello Stato polacco e le autorità italiane. Ma non solo. Quest’anno ricorre anche il centesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Polonia. Il programma Le celebrazioni ufficiali, organizzate dal’ufficio polacco per i reduci di guerra e vittime di persecuzioni, si svolgeranno nei luoghi che ricordano quella che fu una delle più cruenti e significative battaglie della Seconda guerra mondiale. Si inizia giovedì 16 alle 17 a Mignano Monte Lungo dove avrà luogo una cerimonia commemorativa al Sacrario Militare nel quale riposano i soldati italiani caduti durante la Campagna d’Italia dopo l’adesione del Paese alle forze alleate nel settembre del 1943. Venerdì alle 17le celebrazioni si terranno a Piedimonte di San Germano, conquistato il 25 maggio 1944 dai soldati polacchi. I combattimenti di Piedimonte sono passati alla storia come “la piccola Stalingrado”. Qui avrà luogo la deposizione di fiori al Monumento ai Caduti di tutte le Guerre e la commemorazione al Monumento del 6. Reggimento Corazzato “Dzieci Lwowskie”(Bambini di Leopoli). Sabato 18 maggio alle17 si svolgerà l’evento principale di commemorazione della battaglia: la cerimonia patriottico-religiosa nel cimitero militare polacco di Montecassino, dove verrà celebrata unasanta messasolenne seguita da una cerimonia commemorativa dedicata ai Caduti del II Corpo d’Armata Polacco. Le celebrazioni si chiuderanno domenica 19 alle 12.30 a San Vittore del Lazio, luogo in cui nel 1944 si trovava il primo provvisorio cimiterodiguerra, conunacommemorazione solenne al Monumento ai Caduti del 2. Corpo d’Arma – ta. Ma il 18 maggio resta una data simbolo per tutti. Impressa nei cuori dei cassinati. Come la frase che troneggia sull’obelisco innalzato in loro onore in cima a quota 593, e riportata in quattro lingue: «Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’ani – ma a Dio, i corpi alla terra d’Italia, alla Polonia i cuori». E per il presidente della Repubblica Mattarella sarà la sua seconda visita a Cassino nel giro di due mesi, dopo la sua partecipazione all’apertura dell’anno accademico eal “brindisi”per unastoria accademica lunga 40 anni.
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Fiuggi – «Una crisi che nasce da lontano»
Una stagione termale partita male sul pianodelle presenze turistiche e che per il futuro prossimo si annuncia anche peggio. Questo sulla scorta dei dati relativi alle scarse prenotazione alberghiere in vista dell’estate ormai alle porte. Un grido di allarme che ancora una volta giunge da molti operatori economici locali, preoccupati per il futuro delle loro aziende, sviliti e disillusi da anni di promesse elettorali mai realizzate e dall’as – senza di piani turistici strategici, troppevolte annunciatie maiportati a compimento, nonostante le reiterate e pressanti richieste giunte da tutte le associazioni sindacali di categoria operanti sul territorio. «Un problema strutturale che parte da lontano – ha ricordato ieri il presidente di “Fede – rAlberghi Fiuggi e Provincia di Frosinone”, Bruno Della Morte di ritorno da Capri dove ha preso parte alla69° edizionedell’assem – blea nazionale della sua associazione – Certamente la situazione attuale non può essere imputata a chi è al governo della città soltanto da pochi mesi – ha proseguito il numero uno degli albergatori – se mai achi nel passato hapensato di risolvere questo tipo di problemi con festicciole e sagre paesane, incuranti dei nostri gridi di allarme e delle nostre proposte». «Tuttavia oggi bisogna fare bene ed in fretta – prosegue – accele rando sui quei progetti di cui più volteabbiamoparlato comeilportale turistico, fermo ormai da anni per assenza di quei fondi necessari al suo completamento. Perché una destinazione turistica la raggiungi se la conosci. A tal proposito salutiamo con soddisfazione la notizie di questi giorni con la quale ATF ha annunciato che si farà carico dei costi per il suo completamento (circa 8 mila euro). Così come urgente è diventato il progetto strategico per il rilancio turistico interterritoriale che porta il nome di “Latium” e sul quale nei prossimi giorni torneremo a ragionare con i 22 sindaci del comprensorio su percorsi che vanno oltre l’offerta termale». Chiude Della Morte. «Grande importanza avrà anche l’esito dell’annunciato processo di privatizzazione che nei prossimi giorni interesserà la nostra Acqua e Terme Fiuggi S.p.A». Non c’è dubbio che il futuro turistico di Fiuggi passerà attraverso le vie indicate da FederAlberghi. Resta solo da sperare che il tutto arrivi in fretta e che a quell’ appuntamento si possano contare ancora “vivi” molti degli operatori economici locali oggi ridotti in ginocchio.lTonino Ricci
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«Ferretti ora si dimetta» Idea Anagni lo sconfessa
ETTORE CESARITTI
“Idea Anagni” sconfessa Ferretti, uno dei suoi fondatori. Con un comunicato che conferma come ormai i pannisporchi si lavino sui social e non più in casa, “Idea Anagni”(Antonio Necci, Fabrizio Savone, Augusto Cianca, Guglielmo Vecchi ed altri)spara ad a zero contro Gianluigi Ferretti, neo consigliere provinciale passato armi e bagagli in Fratelli d’Italia. Il movimento, che Ferretti aveva lasciato per entrare in “Anagni Terra Nostra” poco prima delle dimissioni di Daniele Tasca, ha deciso che «è doveroso da parte nostra fare delle riflessioni. Considerato che abbiamo subito il suo condizionamento negativo verso i partiti tradizionali, due sono le possibilità a nostro avviso di tale scelta: un’incoerenza totale oppure un opportunismo politico personale». Nessuno sconto a Ferretti. «Questo perché il nostro ex coordinatore nella formazione della coalizione del 2018 aveva escluso ogni possibilità di avere rapporti con i partiti politici, pena il suo abbandono personale ed in particolare esponenti politici dell’attuale maggioranza e di quel partito erano ritenuti il male assoluto». Il riferimento, manco a dirlo, è verso Alessandro Cardinali e Riccardo Ambrosetti, che secondo i fustigatori di Ferretti lo stesso Gianluigi avrebbe dichiarato di non sopportare. Nonostante questo, però «Le elezioni sono andate come sappiamo, e lui candidamente aderisce, dopo un anno, a Fratelli d’Italia. La riteniamo incoerenza politica e mancanza di rispetto per gli elettori, altro non ci azzardiamo nemmeno a pensarlo». Amarcord «Ci sarebbe voluto un Pallone anche all’epoca degli incontri per la formazione delle coalizioni che avrebbero partecipato alle elezioni comunali del 2018. Incontri con Natalia, Ambrosetti & Co. Che l’ex coordinatore volle interrompere perentoriamente portando l’intero gruppo al disastro ma raggiungendo l’obiettivo personale». «Dovrebbe avere il buonsenso di dimettersi da consigliere comunale, considerati i proclami e le condizioni imposte al gruppo di riferimento dellescorse elezioni”. Ferretti non può dimettersi, in quanto decadrebbe dal seggio di Palazzo Gramsci. In maggioranza, ci si dice certi del suo ingresso nel gruppo di FdI, rendendolo talmente forte (4 consiglieri) da poter chiedere il secondo assessorato, probabilmente per Cardinali. Il che favorirebbe l’ingresso in consiglio di Sante De Angelis, un valore aggiunto per Daniele Natalia il quale, è palese, necessita di un buon comunicatore.
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Ceccano – Il sindaco Caligiore di nuovo alle strette
LUANA COMPAGNONE
Salta di nuovo la prima commissione consiliare, quella all’ur – banistica e alle politiche del territorio. Era stata convocata per ieri mattina, ma è venuto a mancare per la seconda volta, in pochi giorni, il numero legale. Presenti la presidente Antonella Del Brocco, Ginevra Bianchini, Manuela Maliziola, il delegato all’urbanistica Antonio Aversa. Assenti Mauro Roma e Colombo Liburdi, entrambicontanto digiustifica.Delle due defezioni, però, quella che fa salire il chiacchiericcio dentro Palazzo Antonelli è l’assenza di Colombo Liburdi. Sarà un caso? O un nuovo gioco di forza e ripicche all’interno della maggioranza? «Ora basta! Fateci lavorare per il bene della cittadinanza», sbottarono all’unisono il vicesindaco Fiorella Tiberiae ilconsigliere Colombo Liburdi, gli ex dissidenti che a fine 2018 avevano portato il “Caligiore quater” a un passo dal commissariamento, in risposta agli attacchi sferrati prima dal capogruppo di “Patto civico” Marco Mizzoniin Consiglioepoi daldirigente di Forza Italia Riccardo Del Brocco. Questo dopo che la già “defenestrata” Tiberia era stata “ripresa” in giunta sommando alla carica di assessore quella di vicesindaco e che il consigliere Colombo Liburdi aveva ottenuto la delega ai lavori pubblici. Liburdi fresco di nomina si era messo subito al lavoro, alacremente e con grandi progetti, poi lentamente la spinta propulsiva pare essersi spenta e del delegato in molti lamentano la latitanza. E qualcuno si lascia scappare che tra il sindaco e il gruppo degli ex dissidenti i rapporti sembrerebbero essere nuovamente critici. Ma torniamo alla commissione diierimattina. IlcapogruppoGiulio Conti non ha dubbi: «In maggioranza sembrano esserci nuovi attriti e il risultato è un ingessamento dell’azione amministrativa. Prima il dietrofront sulle strisce blu dopo le pressioni della sua stessa maggioranza, poi la storia del bilancio consolidato con la richiesta di chiarimenti anche da parte dei suoi. E ora le commissioni. Sono due volte che la prima, con all’ordine del giorno un tema importantissimo per i cittadini come la rigenerazione urbana, non si fa per mancanza di numero legale. Il problema c’è ed è grave, soprattutto alla luceche, nella riunione dei capigruppo, non si sia fissata la data del Consiglio. Perché? Non sono sicuri dei numeri?», si chiede Conti. «Ancora una commissione che salta per mancanza di numero legale – commenta la Maliziola di Urd – L’altra venerdì scorso e nonostante l’importanzadella tematica trattata. Ricordo che l’ultima risale a luglio scorso. A questo punto è necessario comprendere se la maggioranza sia o no coesa su questo e altri argomenti. E anche ieri mancava Colombo Liburdi di cui ho apprezzato i buoni propositi d’intenso lavoro dopo l’assegna – zione dell’importante delega ai Lavori pubblici comparandolo con l’immobilismo dell’ammini – strazione sia in quest’ambito sia in altri. Ma ora mi domando se le reiterate assenze del delegato Liburdi siano dovute solo a improcrastinabili impegni lavorativi ose ci sia qualche “frenata” a livello politico checreapiùdi qualchemaldipancia nel gruppo politico di riferimento. Dirigenerazione urbanasi è parlato, poi, nella riunione dei capigruppo di ieri mattina, convocata non dal presidente Corsi, ma da Mizzoni