Basta servizi comunali Arrivano le Unità di rete
di Pietro Pagliarella
Il trasporto pubblico locale è un sistema complesso, strutturato su varie modalità e reti di trasporto, con diversi gradi di integrazione, che insistono su ambiti territoriali differenti in termini di bacino (comunale, provinciale e regionale), di caratteristiche insediative, di condizioni di mercato e di assetto dell’offerta. Adesso, però, è pronta una rivoluzione. Per il tpl regionale del Lazio sta iniziando una nuova stagione. Niente più servizi parcellizzati e differenti comune per comune, ma servizi d’area in grado di collegare più realtà all’interno di ambiti territoriali ottimali in nome dell’efficienza e della razionalizzazione di mezzi e risorse. L’obiettivo è quello di estendere il trasporto pubblico locale urbano a tutti i comuni del Lazio attraverso un nuovo modello di gestione che superi la frammentazione attuale e renda al tempo stesso il servizio più efficiente. Il quadro attuale vede, infatti, una gestione del servizio a livello iper locale. Escludendo Roma, sono 181 i Comuni (su un totale di 377) che si spartiscono i 62 milioni di risorse regionali su 64, con il criterio della spesa storica. In pratica il trasporto pubblico locale urbano arriva in meno della metà dei comuni del Lazio. In provincia di Frosinone, ad esempio, le realtà servite dal tpl sono 65, mentre 26 sono scoperte; a Latina 26 sì e 7 no, a Roma 58 comuni hanno il servizio e 62 no, a Rieti 10 municipalità sono servite da trasporto su gomma e 63 sono scoperte; a Viterbo 22 comuni hanno il servizio, 38 no. Nella riorganizzazione i comuni ciociari vengono distribuiti in quattro diversi bacini. Nello studio che si sta effettuando, sono emerse alcune criticità che la Regione punta a eliminare: l’erogazione dei servizi è molto differenziata sia in termini di chilometraggio, sia di spesa; il servizio è, talvolta, erogato nell’ambito delle linee coperte da Cotral e c’è un certo squilibrio nella distribuzione delle risorse regionali per il tpl urbano. Che cosa intende fare, quindi, la Regione? Innanzitutto, si punta, a cambiare il criterio di distribuzione, rispondendo agli effettivi fabbisogni di mobilità e non in base alla spesa storica, se si considera che ci sono anche comuni sopra i 10.000 abitanti senza servizio di Tpl. Il tutto da realizzarsi con l’assegnazione dei fondi a tutti i Comuni del Lazio, 38 no. Nella riorganizzazione i comuni ciociari vengono distribuiti in quattro diversi bacini. Nello studio che si sta effettuando, sono emerse alcune criticità che la Regione punta a eliminare: l’erogazione dei servizi è molto differenziata sia in termini di chilometraggio, sia di spesa; il servizio è, talvolta, erogato nell’ambito delle linee coperte da Cotral e c’è un certo squilibrio nella distribuzione delle risorse regionali per il tpl urbano. Che cosa intende fare, quindi, la Regione? Innanzitutto, si punta, a cambiare il criterio di distribuzione, rispondendo agli effettivi fabbisogni di mobilità e non in base alla spesa storica, se si considera che ci sono anche comuni sopra i 10.000 abitanti senza servizio di Tpl. Il tutto da realizzarsi con l’assegnazione dei fondi a tutti i Comuni del La zio per i servizi minimi di tpl (e non solo a quelli storicamente serviti) al fine di massimizzare il benessere sociale, garantendo a tutti i cittadini il diritto alla mobilità. Una distribuzione, tuttavia, che verrà effettuata sulla base di criteri che tengano conto dell’efficienza nell’erogazione del servizio. Il modello proposto prevede la formazione di 11 unità di rete (1. Tirreno Nord, 2. Valli del Tevere, 3. Valle del Sacco, 4. Castelli Romani, 5. Valle dell’Aniene, 6. Tuscia, 7. Reatino, 8. Terra di Lavoro, 9. Ciociaria, 10. Litorale Sud, 11. Sud Pontino), più i quattro capoluoghi di provincia. In totale, quindi, quindici bacini, basati sui principi di sostenibilità economica ed efficacia trasportistica, che avranno il compito di appaltare e programmare il servizio. I bacini di mobilità comprendono un’utenza minima di 350.000 abitanti ovvero inferiore solamente se coincidenti con il territorio di area vasta o di città metropolitane. Fino a 4 milioni di Buschilometri annui, al crescere della dimensione del servizio di tpl offerto, diminuisce il costo unitario, grazie allo sfruttamento delle economie di scala. Oltre questa soglia la fun zione di costo tende ad assumere un andamento crescente, evidenziando la presenza di diseconomia di scala. Le risorse saranno assegnate in base a una serie di principi di equità ed efficienza, basati su uno studio effettuato dall’Università “Sapienza” sulle reali esigenze di mobilità che hanno i singoli territori, attraverso il quale sono stabiliti i servizi minimi da garantire. Le risorse assegnate alle unità di rete saranno incrementate grazie al 10 per cento del servizio Cotral che, in base alla legge, dovrà essere messo sul mercato. Ultimo obiettivo che si intende raggiungere è l’integrazione tariffaria, attraverso il biglietto elettronico, in maniera da eliminare sia la frammentazione attuale, che la notevole disparità delle tariffe in vigore nei diversi Comuni. Ci sarà un periodo di transizione (2020-2022) per evitare una frattura troppo netta con il vecchio sistema, una fase in cui sarà assicurata la prosecuzione del servizio di trasporto locale gestito dai Comune, al fine di consentire la piena attuazione del nuovo modello a partire dal 1º gennaio 2022. Nel frattempo, dopo la pubblicazione delle linee guida contenute in una re cente delibera di giunta regionale del dicembre scorso, si sta avviando la fase di consultazione con le amministrazioni locali, le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per l’esame del nuovo modello di tpl, anche allo scopo di acquisire indicazioni utili a migliorare i profili di efficienza ed equità preordinati alla definizione dei nuovi criteri di utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. «L’attuale regime – dice Nicola Passanisi della segreteria dell’assessorato regionale alla mobilità – del trasporto pubblico nella nostra regione non è più sostenibile per una serie eterogenea di ragioni: il servizio è frammentato, non è efficace, né efficiente e i soldi spesi non rendono in termini di qualità del servizio. Da qui la necessità di rivedere il modello con la creazione delle unità di rete che porteranno all’utilizzo più efficiente delle vetture, a un servizio unico su direttrici anziché servizi in sovrapposizione e a un migliore impiego delle risorse (soldi, conducenti e vetture) se utilizzate su più territori comunali». «Inoltre – continua Passanisi – sono previste somme dedicate per l’ammodernamento del parco vetture con mezzi ecologici. Ad esempio, al Comune di Frosinone sono stati assegnati 500.000 euro che saranno sbloccati ne momento in cui sarà risolto l’attuale contenzioso in piedi per la gestione del servizio di trasporto locale in città». «L’obiettivo della Regione – conclude Passanisi – è quello di garantire il diritto alla mobilità. Ciò significa garantire, al contempo, ai cittadini la possibilità di esercitare alcuni dei diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione come il diritto alla cura, all’istruzione, al lavoro. La rilevanza di tale diritto, in una fase di riassetto dei fattori economici e produttivi che comporta, anche, la ricollocazione e spesso la concentrazione di servizi precedentemente distribuiti sul territorio in misura poco efficiente, cresce costantemente nel tempo e costituisce una vera e propria sfida. Tutto salvaguardando i livelli occupazionali e, aumentando, nel tempo, le risorse stanziate. Si riparte da 64 milioni, ma l’intenzione è quella di aumentare, anno dopo anno, la cospicuità del fondo». In questo quadro, il sistema del trasporto pubblico, più che configurarsi come un servizio a sé, va a definirsi quale chiave d’accesso agli altri servizi, volàno di sviluppo economico e strumento per la salvaguardia dell’ambiente: ad un’organizzazione efficace ed efficiente dei servizi di trasporto pubblico locale consegue un maggior utilizzo della mobilità collettiva e una riduzione degli spostamenti con il mezzo privato con evidenti benefici in termini riduzione di emissioni e di rumore. Intanto, la rivoluzione ha preso il via.