Pompeo scrive al ministro Costa
Sollecitati una svolta e un tavolo di confronto con enti e associazioni
Una lettera al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al presidente della Regione Nicola Zingaretti. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo porta all’attenzione delle autorità regionali e nazionali il caso dell’incendio della Mecoris. Scrive Pompeo: «l’incendio della Mecoris di Frosinone, con tutte le conseguenze di ordine ambientale e igienico sanitarie che sta determinando e che sono in corso di accertamento, riporta al centro del dibattito del nostro territorio un tema mai affrontato con decisione, quello dello sviluppo sostenibile. È inutile nascondere che noi amministratori locali, ormai considerati unico riferimento per i cittadini, vista la distanza che si percepisce dai reali centri decisionali, veniamo lasciati da soli ad affrontare tutte le criticità legate all’ambiente. Occorre un cambio di passo e una svolta, stabilendo regole certe per favorite sia le necessiti delle aziende, che la tutela della salute dei cittadini. Nessuno Il ministro Sergio Costa vuole fermare lo sviluppo, a patto però che lo stesso sia realizzato salvaguardando il nostro ecosistema». Pompeo chiede «un tavolo di lavoro che veda il ministero, la Regione Lazio, gli enti locali e le associazioni di categoria, definire un percorso legislativo, amministrativo ed etico finalizzato al raggiungimento di tali, imprescindibili, obiettivi. La Provincia, come sempre,si mette a disposizione.Ricordo infatti, che una sede di discussione potrebbe essere già individuata nella cabina di regia definita nel protocollo d’intesa tra Regione e ministero dell’Ambiente per l’attuazione della bonifica del Sin della Valle del Sacco».
«Quanto tempo durerà lo scempio?»
La diocesi chiede di accelerare per le bonifiche
La commissione per la cura del creato della diocesi di Frosinone interviene sull’incendio della Mecoris. «L’incendio che si è sviluppato domenica presso i depositi della Mecoris ha contribuito ad inquinare ulteriormente la Ciociaria, già duramente provata dai veleni della Valle del Sacco e dalle polveri sottili che riempiono le città – si legge nella nota – Un’immagine surreale riassume tutta la preoccupazione per questo evento: la processione del Corpus Domini 2019, con centinaia di fedeli e la colonna di fumo nera che si innalza sul cielo azzurro di Frosinone. In attesa degli accertamenti delle competenti autorità, una domanda richiede subito risposta: per ché è successo? Ma ci chiediamo ancora una volta: quanto tempo continuerà lo scempio di questa bella terra, che a metà del secolo scorso era ancora un esempio di biodiversità? Quanto ancora si deve aspettare per intervenire nella bonifica delle numerose discariche della Provincia di Frosinone? Se sono stati necessari 81 milioni di euro per bonificare negli anni solo poche discariche, a che cosa serviranno i 53 milioni di euro da poco stanziati? Per fare un’ennesima commissione da pagare, come altre di cui siamo esperti, che dovrà studiare che cosa si deve fare (come se non si sapesse!) o per intervenire in maniera seria almeno su qualcosa? Il nostro vescovo Ambrogio nel 2010, sollecitato da alcuni imprenditori, convocò assieme alla Fondazione Kambo un tavolo sulla Valle del Sacco. Si elaborò un progetto, a cui dovevano seguire degli interventi guidati da una cabina di regia, individuata dagli attori del tavolo. Dove è finito tutto questo? La nostra gente soffre per aver distrutto terreni una volta ricchi per agricoltura e allevamenti. Soffre per le malattie derivanti dall’inquinamento atmosferico, della terra e delle acque. Lo sanno bene i medici per l’ambiente, che spesso ne hanno parlato. Bisognerà aspettare la prossima emergenza per intervenire con un piano vero e serio che dovrà durare anni o si continueranno a offrire deboli palliativi, che non affronteranno il problema nella sua complessità?»
Regione – Una summer school a Roma Per dire “n o” alla mafia
Torna la Summer School “La – zio Senza Mafie”, appuntamento che segue la felice esperienza dello scorso anno e che si terrà da lunedì 8 a venerdì 12 luglio al WeGil in Largo Ascianghi 5 a Roma. Si tratta di un’esperienza formativa promossa dalla Regione Lazio, in collaborazione con Cross, l’Osservatorio sulla Criminalità organizzata dall’Università di Milano, l’associazione “Avviso Pubblico – Enti Locali e Regioni contro le mafie” e il coordinamento scientifico del professore Enzo Ciconte. La tre giorni è rivolta a studenti universitari, operatori dell’anti – mafia sociale, amministratori pubblici e ordini professionali. Sono disponibili 80 posti al costo di 50 euro, ridotto a 30 euro per gli studenti. La quota delle iscrizioni sarà destinata ad una associazione che gestisce un bene confiscato. Le iscrizioni si raccolgono collegandosi al sito www.laziosenzamafie.it dove è possibile scaricare anche il programma definitivo, mentre le lezioni si svolgeranno dalle 9 alle 17 e saranno tenute da docenti universitari, giornalisti, esponenti delle forze di Polizia e della magistratura. Tra i relatori: GiuseppePignatone, MichelePrestipino (procuratore facente funzioni Procura di Roma), Lucia Lotti (procuratore aggiunto Procura di Roma), Giovanni Russo (procuratore aggiunto Direzione Nazionale Antimafia), Roberto Sparagna (sostituto procuratore Procura di Torino),Francesco Gosciu (capo Centro DIA Roma), Giovanni Sozzo (comandante ROS Carabinieri Roma), Giuseppe Dinoi (comandante GICO Guardia di Finanza Lazio), Luigi Silipo (capo Squadra Mobile Questura Roma) Stilian Cortese (Comandante G.O.A. Guardia di Finanza Lazio) NandoDalla Chiesa,LirioAbbate, Floriana Bulfon, Fabrizio Feo, Vincenzo Spagnolo e numerosi docenti, tra i più qualificati studiosi di mafie, di varie Università italiane. «Riconoscere le mafie, la loro presenza, il loro modo di agire è il primo passo per costituire un fronte comune e generare una reazione che ci chiama tutti in causa. Tutti siamo responsabili – ha dichiarato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti – Tutti possiamo fare qualcosa. E se tutti facciamo qualcosa, e quindi diventiamo un insieme, siamo più forti delle mafie. Con questo obiettivo, abbiamo voluto la seconda edizione della Summer School Antimafia».
Le Comunità Montane diventano Unione La delibera di Giunta che riforma tutto
Le Comunità Montane diventeranno Unioni dei Comuni Montani. Lo ha deciso la Giunta della Regione Lazio che, tramite apposita delibera, ha approvato la fase operativa della messa in liquidazione delle 22 Comunità montane presenti nel Lazio. A gestire questo delicato passaggio saranno chiamati gli attuali presidenti degli enti montani e i vicepresidenti o, in loro mancanza, gli assessori più anziani. Nel caso la scelta ricadesse su di loro, i primi verrebbero nominati commissari dal presidente Nicola Zingaretti, mentre i secondi ricoprirebbero il ruolo di sub commissari. «Con questa operazione – spiega l’assessore Alessandra Troncarelli – la Regione Lazio si assicura che le esperienze maturate negli anni dalle Comunità montane non vadano disperse. Il rilancio di queste comunità locali, centrali nel sistema socio-economico del Lazio, proseguirà con rinnovato vigore tramite le Unioni dei Comuni, chiamate a raccogliere il testimone dalle Comunità montane»
Provincia – Commissioni , tutti gli “incastri” delle presidenze
CORRADO TRENTO Tre presidenze di commissione al centrodestra e una al centrosinistra. Esattamente come anticipato da Ciociaria Oggi nei giorni scorsi. Parliamo dell’Amministrazione Provinciale, dove ieri sono stati definiti anche questi assetti dopo l’assegnazione delle deleghe. Passaggi soltanto in apparenza formali, perché in realtà ci sono degli equilibri precisi. Il centrodestra ha la maggioranza in aula: 7-6. E il presidente Antonio Pompeo si è mosso costantemente nell’ottica di attribuire al centrodestra ruoli e funzioni di garanzia e di controllo. Sul fronte delle deleghe, infatti, coordinamento dei lavori dell’aula a Daniele Maura (Fratelli d’Italia) e controllo sulle società partecipate a Gianluca Quadrini (Forza Italia). Veniamo alle commissioni. Per quanto concerne quella ai lavori pubblici ed attività tecniche, presidente è stato indicato Igino Guglielmi (eletto nella Lega ma esponente del Polo Civico). Vice Stefania Furtivo (Fratelli d’Italia). Gli altri membri della commissione sono Gianluca Quadrini, Alessandra Sardellitti e Luigi Vacana. ione sviluppo e tutela del territorio, presidente Gianluigi Ferretti (Fratelli d’Italia), vicepresidente Daniele Maura, anche lui del partito di Giorgia Meloni. Fanno parte dell’organismo anche Igino Guglielmi, Gianluca Quadrini e Massimiliano QuadriniPoi c’è la commissione programmazione e regolamenti: presidente Andrea Campioni (Lega), vicepresidente Vincenzo Savo (Pd). Ne fanno parte altresì Gioacchino Ferdinandi, Stefania Furtivo, Gianluca Quadrini. Alla commissione partecipate della Provincia, invece doppietta del Partito Democratico. Presidente Alessandra Sardellitti, vice Vincenzo Savo. Ci sono anche Gioacchino Ferdinandi, Igino Guglielmi e Luigi Vacana. Adesso bisognerà vedere se in seguito Stefania Furtivo (Fratel li d’Italia) verrà nominata presidente della Consulta alle Pari opportunità. Le deleghe di carattere operativo, invece, Antonio Pompeo le ha assegnate ai consiglieri di centrosinistra: vicepresidenza, promozione del territorio e del suo patrimonio storico-culturale, servizi culturali e bilancio a Luigi Vacana (Provincia in Comune), viabilità, trasporti e polizia provinciale a Germano Caperna (Pd), pubblica istruzione, formazione, ente strumentale per la gestione formazione ed ufficio Europa ad Alessandra Sardellitti (Pd), edilizia scolastica a Massimiliano Quadrini (Pd), ambiente a Vincenzo Savo (Pd). Forza Italia, come aveva annunciato Gioacchino Ferdinandi in aula, è rimasta fuori dagli accordi sulle presidenze. Per scelta. Il presidente Antonio Pompeo ha detto: «Rivolgo a tutti i presidenti e ai componenti delle commissioni consiliari i migliori auguri di buon lavoro, che svolgeranno con capacità e competenza. Ora i lavori di questa nuova consiliatura possono definitivamente partire, in primis con la definizione del bilancio, atto fondamentale per permettere alla Provincia di dare risposte dirette al territorio».
Forza Italia, guardia altissima Tutti temono il contro-ribaltone
CORRADO TRENTO Primo: non scoprirsi. Secondo: cercare di capire le mosse del compagno di partito. Terzo: non fidarsi di nessuno. All’interno di Forza Italia il momento è particolare e ognuno lo affronta con un proprio decalogo. Ma le regole basilari sono uguali per tutti. La partita si gioca su un doppio fronte, nazionale e locale. In entrambi i casi è complicato anticipare le mosse. Il ruolo di Berlusconi Oggi per esempio dovrebbe svolgersi la riunione della conferenza dei coordinatori regionali, convocata dal presidente Sestino Giacomoni. Fedelissimo di Silvio Berlusconi. E sempre oggi potrebbe esserci la prima riunione del cosiddetto Tavolo per le regole, quello deputato alle modifiche statutarie. Segnali chiari che il “pallino” vuole continuare ad averlo Berlusconi. Mentre Mariastella Gelmini, capogruppo degli “azzurri” alla Camera, in un’intervista al Corriere della Sera ha lanciato dei messaggi chiarissimi. Intanto annunciando la volontà di volersi candidare al ruolo di coordinatore nazionale del partito. La Gelmini, che fa parte del board formato anche da Giovanni Toti, Mara Carfagna, Antonio Tajani e Anna Maria Bernini, ha detto al Corsera: «Toti è partito con il piede sbagliato. Il board non è ancora stato convocato dal presidente Berlusconi e lui già si è mosso comportandosi da leader dimenticando che è un nominato, come tutti noi. Anche lui è un commissario a tempo e sarebbe surreale se Forza Italia passasse dai nominati di Berlusconi ai nominati di Toti». Dunque, al momento i candidati per il coordinamento nazionale sono già tre: Giovanni Toti, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini.E ancora non si è neppure arrivati al Consiglio nazionale del prossimo 13 luglio. Una settimana prima però, il 6 luglio, ci sarà la convention di Giovanni Toti al Teatro Brancaccio di Roma. Il tutto mentre i due coordinatori Giovanni Toti e Mara Carfagna hanno invitato i coordinatori regionali, provinciali e comunali di Forza Italia di «astenersi dall’assumere decisioni che comportino cambiamenti negli assetti politici e amministrativi di loro competenza». Un segnale che lascerebbe presumere cambiamenti importanti e netti. Quadrini incontra i sindaci Il vicecoordinatore regionale Gianluca Quadrini risponde così a chigli chiedeconto dellasua attività in questo momento: «Prima il territorio e poi il partito». Nei giorni scorsi ha incontrato diversi sindaci e amministratori locali. Non tutti di centrodestra però. Anzi, erano diversi gli esponenti di centrosinistra. D’altronde Gianluca Quadrini ha intercettato i voti ponderati di molti amministratori locali, risultando il primo degli eletti. Poi il rientro in Forza Italia, voluto direttamente dal senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Non si fermerà. Abbruzzese e Ciacciarelli Il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli marca a uomo Gianluca Quadrini. E viceversa. Sempre Ciacciarelli, unitamente al viceresponsabile nazionale degli enti locali Mario Abbruzzese, appare in questo momento più lontano dall’area dell’europarlamentare Antonio Tajani. Prima della “strambata” di Berlusconi, entrambi erano stati protagonisti della conferenza stampa alla Camera, con altri due consiglieri regionali, Antonello Aurigemma e Adriano Palozzi. Quest’ultimo è considerato vicinissimo a Toti. È anche chiaro che in questa fase tutti mantengono comunque un’altra porta aperta. Perché se Berlusconi dovesse effettuare la contro-strambata, allora sarebbe vietato rimanere in mezzo al guado. Tajani e Fazzone Il primo aspetta di sapere se concorrerà o meno alla presidenza dell’europarlamento. In ogni caso nella cabina di regia del partito ci sarà. Claudio Fazzone invece mostra tranquillità. E sottolinea che alla fine c’è un solo modo per rilanciare il partito: affidarsi agli amministratori locali. Ne ha diversi dalla sua parte.
I parlamentari snobbano Fca
ALBERTO SIMONE Incertezza sul nuovo modello da produrre nello stabilimento Fca di Cassino, vendite Alfa Romeoa picco,oltre il60% deigiorni di cassa integrazione nel primo semestre dell’anno, commesse dimezzate all’indotto, licenziamento degli interinali, grave ripercussione economica sul territorio del Cassinate e del Lazio Meridionale con 1.400 posti di lavoro andati in fumo nell’ultimo anno. Per questo motivo i sindaci ieri hanno preparato un documento inviato al Ministero dello Sviluppo Economico con il quale evidenziano la gravità della situazione e chiedono un incontro al titolare del Dicastero entro il mese diluglio per avere maggiori delucidazioni su quello che è il piano di Fca negli stabilimenti italiani. La Consulta che si è riunita ieri a Cassino voleva condividere il documento con tutti i parlamentari e i consiglieri regionali eletti sul territorio, ma all’invito hanno risp(Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Ugl) e le associazioni imprenditoriali (Unindustria Cassino, Confindustria e Federlazio). Assenti tutti i parlamentari e i consiglieri regionali. «Questa assenza mortifica tutti inostri comuni»,è andatoall’attacco ilsindaco diAquino Mazzaroppi. Gli ha fatto eco Giangrande della Uilm: «Questi signori vogliono lo scontro». Tutti gli intervenutihanno evidenziatolagravità delle assenze. «Da quando è partita la Giulia ad oggi, solo in Fca sono andati persi 1.400 posti di lavoro: siamo passati da oltre 5.000 agli attuali 3.700, non si può giocare su due tavoli diversi con la Consulta da una parte e la Regione che ci convoca dall’altra, bisogna invece fare squadra», ha evidenziato Marsella della Fim. E Donato Gatti della Fiom ha quindi ricordato anche la gravità della scelta di «dividere la Provincia in due parti, con l’area di crisi complessa che riguarda solo il Nord della Ciociaria». Per il sindaco di Piedimonte Ferdinandi è necessario evidenziare che «il territorio è ancora più che appetibile per le imprese, ma proprioper questo bisogna fare squadra». Stoccate al mondo politicosono giunteanche da Confindustria che con Davide Papa ha spiegato come «la vertenza Fca è nazionale e non solo locale». Quasi al termine della riunioneègiunta latelefonatadiBuschinicheha allargatoancheallaConsulta l’invito fatto ai sindacati in Regione per il 2 luglio. Per il resto l’unica voce che si è levata dal mondo politico è stata quella di Antonio Pompeo: «La Provincia è al fianco dei sindaci e li sostiene, ma occorreuno scattoin avantida parte dei nostri rappresentanti istituzionali». Salera da parte sua ha chiosato: «Speriamo che i parlamentari di maggioranza di questa terra caldeggino almeno la richiesta al ministro».osto solo i sindacati
Primo premio internazionale “Aulo Quintilio Prisco”
Inaugurata la Real Academia Sancti Ambrosii Martyris anche a Praga e conferito il primo premio internazionale “Aulo Quintilio Prisco” 2019. Il direttivo della Real Academia Sancti Ambrosii Martyris, composto dal presidente cavaliere Angelo Musa, il vicepresidente Leonardo Lucarella e la dottoressa Rossella Grisolia, la settimanascorsa daFerentinoha raggiunto la Repubblica Ceca per una serie di eventi e visite ufficiali. Il direttivo della Rasam è stato accolto nel Ministero della Cultura dal ministro Antonín Stanek, al quale ha conferito il I° Premio internazionale 2019 “Aulo Quintilio Prisco”, sezione Araldica-Storica. Il premio è la riproduzione in miniatura del famoso testamento di Ferentino, realizzato dal noto ceramista siciliano Tony Cascio. Insieme all’opera d’arte, una pergamena di conferimento del premio. Dopo la visita il ministro ha invitato i vertici dell’Accademia a pranzo e successivamente li ha accompagnati in visita guidata presso la Presidenza della Repubblica e nella Cattedrale di San Vito. Il 22 giugno cerimonia d’inaugurazione della nuova delegazione Ceca e nomine accademiche precedute dalla santa messa. Il monastero di Strahov, appartenente all’ordine dei Premostratensi, fu fondato nel 1143da Vladislao II. Il primo membro a ricevere la nomina accademica è stato il ministro doc Antonín Stanek. Questa la volontà espressa dal presidente Angelo Musa: «Porteremo nel mondo la storia millenaria della città di Ferentino».lAL .AFF.
L’assise comunale approva la mozione sulle “Marocchinate”
Anche il Consiglio di Pastena approva la mozione sulle marocchinate. Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate, assicura: «Altri Comuni approveranno la stessa delibera nei prossimi mesi». Dopo il Comune di Pontecorvo e l’amministrazione provincialedi Frosinone,ora anchePastena chiede di istituire una giornata in ricordo delle vittime delle “marocchinate”, gli stupri di guerra compiuti dai soldati alleati contro la popolazione civile italiana nel 1943-1944. Anche Pastena venne colpita da questo terribile flagello. L’Anvm di Emiliano Ciotti ha accertato che le truppe coloniali francesi nel piccolo comune dei Monti Ausoni simacchiarono di tre omicidi e quarantacinque casi di violenza: la vittima più piccola aveva appena tredici anni. Anche per questo, ieri pomeriggio il consiglio comunale ha reso omaggio alle vittime delle “Marocchinate” votando all’unanimità la mozione. «Ringraziamo il sindaco Arturo Gnesi, il consiglio comunale, in particolare il consigliere Piero Bartolomucci, e tutta l’amministrazione – dice Ciotti, presidente dell’Anvm – siamo certi che altri comuni seguiranno l’esempio di Pontecorvo, di Pastena e della Provincia di Frosinone. Quest’anno si celebra il 75° anniversario delle vergogna dellemarocchinate, lagiustaoccasione per ricordare le vittime civili conl’istituzione diun giorno della memoria»